Capitolo 12

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Michela
Ho passato un pomeriggio stupendo, e per un momento mi è sembrato di essere una normale diciassettenne; per quanto io ami la mia bambina devo dire che andare al centro commerciale o uscire con le amiche mi manca tantissimo.
- andiamo a mangiare qualcosa?- mi chiede Emma , è davvero una ragazza molto simpatica
- non so... Dovrei tornare a casa , se c'è ancora- faccio una risata
- e dai quando ti ricapita in occasione così ?- onestamente ha ragione avevo proprio bisogno di rilassarmi.
- ok andiamo- comincia a strillare come una matta e mi abbraccia. Stiamo entrando dentro il locale quando il telefono squilla, sullo schermo c'è scritto Tommaso ; sono ancora arrabbiata con lui ma rispondo.
- che vuoi?- sbottò irritata
- dai Michela non puoi essere ancora arrabbiata, non fare la bambina -
- vaffanculo - gli urlo poi sento qualcuno ridere.
- per quale diavolo di motivo mi hai chiamata?- gli chiedo abbassando la voce. Lo sento sospirare.
- io e i ragazzi volevamo sapere come si fa a cambiare un pannolino- evidentemente è imbarazzato, io scoppio a ridere mi immagino Tommaso o Valerio a cambiare il pannolino ad Alessia, Emma mi guarda storto così le faccio cenno di aspettare.
- non ridere- mi rimprovera mio fratello.
- scusa ma non ce la faccio a smettere- dico tra le risate ormai ho le lacrime agli occhi.
- allora ce lo dici o no?- chiede si sta irritando
- arrivo dammi cinque minuti-
- sbrigati perché Alessia sta piangendo come se la stessimo ammazzando- fa una risata poi attacco. Infilo il telefono dentro la borsa , poi mi giro verso Emma che attende ancora spiegazioni
- perché stavi ridendo?- chiede curiosa
- perché mio fratello mi ha chiamato per sapere come si cambia un pannolino- scoppia a ridere anche lei probabilmente ha immaginato la stessa scena.
- mi dispiace ma devo andare- le dico dispiaciuta lei annuisce
- se vuoi puoi venire anche tu a casa mia tanto ci sono anche i ragazzi - vedo il suo viso illuminarsi.
- posso farti una domanda?- chiede
- dimmi pure-
- avrai fatto bene ad affidare una bambina a dei ragazzi ?- chiede, adesso che ci penso forse a ragione lei,non ho fatto molto bene.scuoto la testa e lei ride. Saliamo in macchina , durante il viaggio parliamo del più e del meno , come abbiamo fatto per tutto il pomeriggio del resto. Scendo dal auto e aspetto Emma che sta parcheggiando nel vialetto. Dal giardino si sentono le urla della mia piccola che piange; apro la porta e le urla si fanno sempre più forti mi tappo le orecchie e faccio cenno ad Emma di seguirmi . Quando entriamo in cucina gli sguardi sono tutti rivolti senso di noi. Ed Alessia è in braccio ad Edoardo, sono sorpresa di vederlo qui e per di più con sua figlia in braccio visto che non gliene è mai importato niente di noi.
- mamma- urla la mia piccolina ,mi avvicino per prenderla in braccio.
- che cosa ti hanno fatto questo tati?- le chiedo con la voce più dolce che possiedo
- noi? Noi non abbiamo fatto niente anzi stavamo per diventare sordi- si difende Mattia. Prendo Alessia in braccio e noto che ha il pannolino al contrario , alla fine gli Elo devono aver cambiato.
- gli avete messo il pannolino al contrario ve ne siete accorti?- gli chiedo loro mi guardano confusi.
- è già tanto se lo abbiamo fatto io non avevo mai cambiato un pannolino e non ho la più intenzione di farlo - dice Gianni facendo scoppiare a ridere Emma
- vieni piccola andiamo che ti cambio io per bene- le do un bacino sul naso e lei mi sorride.
- moro - Valerio si gira a guardarmi
- ha fatto la brava la piccola peste?- gli chiedo
- si , a parte quando per colpa di Mattia si è svegliata!- dice fulminando Mattia con lo sguardo. Alessia ride e automaticamente ridiamo anche noi poi esco dalla stanza con Alessia ed Emma.
- la tua vita è stupenda- mi urla Emma entrando nella stanza
- insomma non la penseresti alla stessa maniera se fossi nei miei panni- dico mettendo a posto il pannolino della povera Alessia . Emma sospira.
- resti a cena?- le chiedo facendole un sorriso.
- se posso - risponde in un sussurro mi avvicino a lei
- sei l'unica persona oltre a quei diavoli di là in cucina che non mi ha voltato le spalle quando ha saputo che ho una figlia quindi adesso siamo amiche e io voglio che resti.- alza lo sguardo e mi  abbraccia.
- tanto cucinano loro- ridiamo di gusto.
- sarà meglio andare a vedere cosa stanno combinando , metto giù Alessia e andiamo in cucina.

Ho sbagliato e continuerò a sbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora