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Oggi é un giorno come gli altri: scuola, studio, amiche.
Il professore ieri ci ha riferito che tra tre giorni ci sarà il momento che noi pasticcieri aspettiamo: lo stage.
Siamo tutti elettrizzati, da una parte non vediamo l'ora di iniziare e dall'altra non vediamo l'ora di finire. So già che mi mancheranno le mie amiche, siamo inseparabili. Però é anche vero che finalmente potrò dire di aver fatto una piccola esperienza. Sono agitata, mi tremano le gambe, le mani sudano, il cuore gioca al salto con la corda.

Interrompe i miei pensieri la campanella della scuola, é ora di andare al laboratorio, si fa pratica.
Sono felice, perché oltre al fatto che la pratica mi piace parecchio, le classi si uniscono ed é l'unica occasione per vedere Max, colui che provo interesse da sempre.
Ogni volta mi metto sempre vicino a lui, sfiorandolo in modo provocatorio.
Mi piace sfidarlo e sorprenderlo con le mie graziose opere, la cosa che sono più brava a fare sono i disegni a mano, che sembrano scatti fotografici.
«Ciao!» ci salutiamo in coro con un sorriso.
É sempre così bello..
Incominciamo a lavorare per finire il progetto da poco incominciato. É una torta di compleanno a tre piani per due gemellini di tre anni, ovviamente la torta e i destinatari sono finti, é stato ideato solo per superare e conoscere gli argomenti, per procedere e per realizzare.
«Arrivo, vado a prendere il mattarello» dico sfiorando il mio fondoschiena con il suo.
Appena torno faccio la stessa cosa e mi rimetto al mio posto, incomincio a stendere la pasta e ad un certo punto mi sento osservata, mi volto verso di lui, mi sta fissando. Perché mi fissa adesso? Vedo Max che ad un certo punto elimina la distanza tra me e lui, mi guarda negli occhi e irrigidisce la mandibola, sento il suo desiderio, la sua bocca chiede la mia, sento il suo respiro affannoso, é caldo ma piacevole.
«Perché mi provochi così? Lo sai che quello che c'é stato anni fa c'é ancora, lo sai che ogni volta che ti vedo o che mi sfiori, ti desidero sempre di più. Anche se era una storia di divertimento, io le cose che provavo le provo ancora e lo sai. Ora, perché ti comporti così?
Ringrazia che siamo a scuola e nell'ora di lezione, perché se fosse per me ti scoperei qui, anche davanti a tutti, perciò forse é meglio se la smetti, perché mi fai impazzire.» ora i suoi occhi sono infuocati, mi desidera, conosco quello sguardo e cazzo, se mi fa impazzire.
Gli rispondo facendo in cenno di sorriso «Anche io provo la stessa attrazione e mi piace farti impazzire, mi piace vederti così, che il tuo corpo chiede il mio e mi piacciono i tuoi occhi pieni di fuoco e di desiderio. Max, mi piaci tu.» dico in modo seducente.
Nemmeno il tempo di pensare a quello che potrebbe rispondere, che mi bacia, é un bacio che supera tutti i limiti, é passionale e pieno di desiderio. É il più bel bacio che mi abbia dato, lo voglio, adesso. Ma non qui, non possiamo nemmeno baciarci e noi lo stiamo facendo. Mi stacco da lui a malincuore, e ritorno a lavorare. Max mi sta ancora fissando, é nella posizione in cui l'ho lasciato, ha gli occhi socchiusi, la bocca un po aperta e rilassata. Gli scende una lacrima, conoscendolo giudico che quella é per la gioia e l'emozione. Gli faccio un ghigno, gli asciugo la lacrima col pollice, accarezzandolo, e passo a suo fianco sfiorandogli il braccio, ha le pelle d'oca, io pure. So già che si é girato e mi sta fissando, lo so perché lo conosco da quando eravamo bambini, eravamo vicini di casa, ho perso la mia verginità con lui e lui con me. Stavamo insieme ma per divertirci e basta.
Decido di mettermi a sculettare. Mi giro e mi sta fissando per bene, mi sta scopando con gli occhi. Arrossisce e spalanca gli occhi appena nota che me ne sono accorta. Io gli sorrido e faccio l'occhiolino.

Un Sentimento ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora