3

67 1 0
                                    

«Bhe allora dammi la giacca» fa un sorriso complice. Gli passo la giacca e la appende in un oggetto strano, dovrebbe essere un appendino ma a forma di ramo in 3D.
Noto solo ora che sono in un garage ben curato, é arredato come fosse una casa.
«Dove siamo?»
«Curiosa piccola?»
«Si» faccio spallucce e sorrido. Reagisco sempre così quando mi chiama piccola. Mi piace molto, é così dolce, così tenero.
«La curiosità mi eccita» si morde il labbro inferiore. All'improvviso si strappa la camicia, mi salta addosso e quando penso che mi sta per baciare, si ferma, si mette a cavalcioni e mi guarda con gli occhi infuocati e pieni di desiderio. Si sta mordendo nuovamente il labbro, mi eccita troppo vederlo così.
Decido di sedermi per trovarlo vicinissimo alla mia bocca, per poi prendergli il collo, sdraiarmi facendo seguire il mio movimento al suo corpo. Continua a guardarmi gli occhi in modo profondo, mi sta eccitando, e non sta facendo nulla.. Solo uno sguardo.
Decido di fare il primo passo e mi avvicino alle sue labbra, metto le mani intorno alla sua testa e guardo la sua bocca, incomincio a baciarlo. Sembra non contraccambiare, ma poi si lascia andare. Incomincia ad accarezzarmi la coscia scoprendola.
All'improvviso sentiamo un rumore di una porta sbattersi e delle urla: «Non puoi nasconderti lì!» e poi ancora «Si che posso!» poi io e Max ci guardiamo e ridiamo, guardiamo il tipo che ci fissa a bocca aperta, interviene Max: «Ha ragione la tua ragazza, rispetta la fila» si mette a ridere: «Scusate, cazzo, non pensavo che....» sosprira e poi riprende «Io vengo sempre qui quando le cose non vanno, e non c'è mai nessuno.. Mi dispiace molto se ho interrotto qualche cosa...cazzo!» scivolo via dalle braccia di Max e mi alzo, vado verso al ragazzo: «Tranquillo. Anzi, se vuoi sfogarti anche se non ci conosciamo ci sono» gli sorrido e mi metto la giacca. «Grazie ma preferisco rimanere così, ho già creato abbastanza imbarazzo e problemi.. Scusatemi ancora» si gira con l'intenzione di andarsene «Ehi stai pure se vuoi, noi stavamo giusto andando via» intervengo. Max mi guarda con l'aria nervosa. Lo stuzzico «Non é vero caro?» il tipo rimane incredulo «Grazie mille ma, siete sicuri?»
«Si» interviene Max con l'aria seria. Prima che me rendessi conto si é già vestito. «Ciao allora» mi rivolgo al tipo. Ed esco senza aspettare Max, che mi raggiunge fermandomi per il braccio. «Peccato» sussurra al mio orecchio e lascia la presa. Vado a prendermi un sorso d'acqua, il tutto mi ha fatto venire la gola secca. Mi domando dove siano finite le mie amiche. Vado fuori un attimo per una boccata d'aria. Prima qui si stava bene ma adesso si soffoca. Vedo un mucchio di ragazze che ridono a crepapelle, molto probabilmente sono ubriache. Mi avvicino alle ombre familiari, e scopro che sono le mie amiche, sono con due ragazzi seminudi che fanno gli stupidi. Che brutta visione, sono ubriache marce. «Ragazze è ora di andare a casa!» a mia sorpresa vengono tutte verso di me per abbracciarmi, e ce ne andiamo. Ovviamente guido io, ho bevuto solo un po di vodka alla pesca.
Ho portato ognuna a casa propria e appena sono arrivata alla mia, mi sono tuffata in un bagno caldo, ne avevo troppo bisogno. Domani è domenica e voglio rilassarmi al massimo: bagno caldo alla mattina, lettura al pomeriggio, film al tardo pomeriggio e verso sera uscita con il cane. Lunedì ci sarà lo stage, voglio rilassarmi prima di iniziare.
Sono al parco a correre un po con il mio cane ma mi fermo per un volto già visto, era il tipo di ieri della litigata con la ragazza, colui che ha interrotto un momento che poteva essere fantastico.
«Ehi, che magnifica sorpresa, anche tu qui?!» mi sorride e mi da due baci sulle guance.
«Sto facendo una corsetta con il mio cagnolino» ricambio il sorriso.
«Un rottweiler é un cagnolone, ma é comunque molto carino»
«Ti ringrazio» ci mettiamo a ridere.
«Comunque piacere, io sono Alex.» mi porge la mano.
«Sharon» stingo la mia mano alla sua e sorrido.
«Bene Sharon, allora ci vediamo?»
«Perché no» sorrido.
«Perfetto e.. Scusa ancora per ieri, sono così a disagio»
«É acqua passata ormai» gesticolo. «Ora torno a correre, ci vediamo»
«Ciao e buona corsa» mi sto già incamminando. Mi giro lo saluto con la mano e torno a casa correndo.

Un Sentimento ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora