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Mi sento toccare la spalla.
«Vane, dobbiamo andare»

Ormai avevo perso completamente la cognizione del tempo, non guardavo altro che il foglio per l'imbarazzo causato dal continuo sguardo del ragazzo su di me, ogni volta che provavo ad alzare il viso incrociavo i suoi occhi che subito dopo ritornavano sul pezzo di carta poggiato sulle sue gambe.
Mi alzo e metto a posto sia lo sketchbook che la matita e la gomma
«Andiamo.»

Posso dire che Andrea in questo momento è il ritratto della felicità, ha un sorriso che non finisce più.
pensare che fino a prima aveva paura che andasse tutto storto...invece meglio di così non sarebbe potuta andare
Scendiamo dagli scalini aumentando sempre di più il passo.

«ANDREA UN'ULTIMA COSA»
lei si gira, Lorenzo le si avvicina con il telefono in mano, ponendoglielo
«volevo chiederti, si ecco, non è che mi daresti il tuo numero? Sarebbe più comodo e..»
Andrea non gli da il tempo di finire la frase che prende il telefono inserendo il suo numero.
«Allora...a sabato prossimo»
Lorenzo non è male devo ammetterlo, mi sta simpatico e mi piace come la guarda, è veramente dolce.
Forse non gli taglierò le gambe.
Forse.

Ci affrettiamo a scendere gli ultimi scalini, la mia amica ha fretta di raccontarmi com'era andata e ovviamente, io sto morendo dalla voglia di saperlo.
Il cielo ormai è diventato molto più scuro, così come il freddo che adesso mi sta facendo letteralmente congelare, ma per fortuna almeno il vento non soffia.

«è stata una delle giornate più belle della mia vita»
Andrea emana euforia da tutti i pori, saltella sul posto sbattendo le mani mentre io è già tanto se cammino.
«tu ti sei divertita?» la guardo, ha ancora quel sorriso da orecchio a orecchio stampato sul viso.
Ma non ti fa male la mascella?
«...diciamo di si»
Fissarsi con un ragazzo è molto divertente, no?
«che hai disegnato?» mi chiese curiosa di sapere la risposta
«a dir la verità nulla» sentendomi si gira, confusa.
«ah quindi era una scusa per lasciarmi sola con Lorenzo?» ammicca la mia amica mentre ci spostiamo verso la fermata dell'autobus per poter finalmente tornare a casa.

Appena vedo due posti liberi mi ci butto, chiedendo scusa alla povera signora a cui non ho neanche dato il tempo di alzarsi per bene
«a dir la verità no, è che sono stata occupata a fare altro» le rispondo «c'era un ragazzo strano»
«veramente?» mi dice con tono ironico
«so che ce ne erano tanti, io intendo quello "con cui sarei andata d'accordo"» dico mimando le virgolette con le dita ripetendo quello che mi era stato detto quel pomeriggio
«Ah, Tancredi...Lorenzo mi ha parlato un po' di tutti, tanto per darmi un quadro generale di chi frequenta l'Ara» si spiega meglio, vedendo che la guardavo male.
«ma che intendevi con 'sono stata occupata a fare altro?'»
«non pensare male» fa una faccia simile all'emoji pervertita di whatsapp, rido -"ci siamo fissati»

«E quindi la mia cara Vanessa ha trovato il suo Flenghi, eh?»
«Tan..credi» dico con voce titubante trovando questo nome abbastanza strano «non mi ha chiesto di unirsi a lui e tanto meno mi ha chiesto il numero» le do una leggera spallata.

Il mio cellulare inizia a squillare facendo risuonare Sweather Weather dei The Neighbourhood per l'autobus, che data l'ora è praticamente vuoto, se non per un ragazzo seduto di fronte a noi.
«Mamma dimmi, sto tornando a casa con Andrea» la rassicuro prima che possa iniziare a riempirmi di domande
«Tesoro ti ho chiamato proprio per questo, a casa io e Vale non ci siamo teniamo compagnia alla nonna» sentivo la voce squillante di mia sorella in sotto fondo «se vuoi invita Andrea, così non rimani sola»
Annuisco, sbattendomi poi la mano sulla fronte mentalmente per il mio gesto a dir poco inutile.
«si mamma, buona notte» e dopo aver ricevuto un "buona notte anche a te", attacco e rimetto il cellulare in borsa.

«Andrea stasera vieni a dormire da me»
«Prima devo chie...»
«guarda che non era una domanda»
«okay» mi guarda divertita «scrivo un messaggio a Cal»

Saliamo le scale del mio palazzo e una volta arrivate di fronte alla porta di casa mia infilo la mano nella borsa alla ricerca delle chiavi.
Cazzo.
«Andrea...le ho lasciate a casa tua»
La mia amica nel frattempo si era seduta sugli scalini della rampa successiva alla mia, stremata dagli 8 piani senza ascensore.
Mi guarda in modo che mi fa paura sinceramente, sembra mi voglia ammazzare.
E come biasimarla dopotutto...
Non dice nulla, si alza e «prova a sceglierlo tu il film che vediamo stasera e ti metto nel tritacarne»

Ah, pensavo lo volesse fare adesso, mi è andata bene allora.

Bubble Gum ;; tg (sospesa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora