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Salgo le scale di casa, sento una forte stanchezza quindi mi dirigo direttamente in camera mia.

Mia madre bussa alla porta chiedendomi il permesso di entrare.
Varcando la soglia mi domanda come ho passato la giornata, posando un leggero bacio sulla mia fronte.

«tutto okay»
"Okay" non è parola adatta, il comportamento di Tancredi mi aveva fatto rimanere male. Ero rimasta delusa, per qualcosa che non c'è nemmeno.
Questo devo riconoscerlo, sono una persona selettiva ma che si affeziona in due secondi e fin troppo facilmente, e il problema è che per scordarmene ci metto del tempo.
«vuoi mangiare? La cena è pronta» scuoto la testa, voltandomi verso il muro.

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«pronta per passare il fine settimana più bello della tua vita?» Andrea quasi urla nel mio orecchio.
Lunedì era stranamente volato, così come il resto dei giorni di scuola fino ad oggi.
«pronta.» e le restituisco il sorriso.

Camminiamo fino alla fermata dell'autobus, dove Lorenzo ci aveva dato appuntamento, e ci sediamo su una panchina.
Tempo tre minuti, la voce del ragazzo aveva richiamato la nostra attenzione e si era fatto spazio nel posto a sedere, iniziando a parlare delle possibili attività da svolgere una volta arrivati.

Ovviamente le sue attenzioni sono principalmente su Andrea, ma è superfluo dirlo, sono abbastanza presi l'uno dall'altra.
Nonostante questo, per ora non sono ancora una coppia.
Strano? Lo so, ma certi argomenti sono difficili da affrontare, soprattutto se (non faccio nomi ((Lorenzo))) non è convinto di venire ricambiato.
Scommetto 1 euro che questo fine settimana cupido sfodererà qualche freccia.

Finito il piccolo viaggio fatto sull'autobus, o come lo chiama Lorenzo "trasporta poveri", abbiamo dovuto camminare per qualche metro per arrivare a destinazione.
Una volta fatto, vedo Alice insieme a Gianluca, Ilaria e Chris seduti sul muretto accanto al cancello che parlano per tradire il tempo d'attesa.
«Ragazzi!» li interrompe Flenghi, salutando tutti con un veloce abbraccio.
«sono contento che questa mia idea abbia preso forma e non si sia trasformata in un disastro come le altre» e ride, mentre tira fuori dalla tasca un mazzo di chiavi per entrare.

«Ma Tancredi?» chiede sorpresa Alice «io pensavo venisse con voi, ma a quanto pare non è così..»
«Sta arrivando» la interrompe Chris, il suo migliore amico «ha preso lo skate, ci metterà qualche minuto a raggiungerci» vedevo qualcosa di strano nel suo sguardo, un cipiglio di..non so, tristezza?

Lei annuisce e inizia a salire le scale, cosa che Andrea, Gianluca e Lorenzo non avevano esitato a fare dato che erano già qualche rampa avanti a noi.
«tutto okay?» chiedo a Chris, poggiandogli una mano sulla spalla per farlo voltare. Io il pizzico di tristezza ce lo vedo, e ho il presentimento che centri con Tancredi.
«si si, tranquilla» mi sorride in modo tirato, risaltando i piercing che ha sulle guance.
Non insisto e proseguo la salita, sarà solo una mia sensazione.

«benvenuti nella mia dimora» dice Lorenzo facendoci accomodare. È un'appartamento grande il triplo del mio ed è arredato in modo delizioso: muro color crema, spoglio da quadri o foto ma con solo un grande specchio incorniciato da un nero opaco. Una grande credenza in legno con tanto di televisore da non so quanti pollici è sulla destra, mentre al centro si trova un divano letto della medesima tonalità delle pareti, affianco una porta finestra che da sul balcone.

«comportatevi come se foste a casa vostra» e chiude la porta alle sue spalle.
«dove dormiamo?» chiede Ilaria scrutando le piccole statue in porcellana che si trovano sulla credenza, avvicinandosi.
«ci sono tre letti nella stanza degli ospiti, il divano letto a due piazze, e da me c'è anche un altro letto, ma volendo potete dormire anche sul tavolo»

Mi avvicino al divano letto poggiandoci accanto lo zaino, contenente tutto quello che mi poteva servire per questi due giorni.
«io dormo qua» affermo.
A mio parere è il posto più adatto, non sarei riuscita a prendere sonno ma accanto c'era il balcone, come quello in camera mia ma più vasto, quindi mi sarei potuta recare su una di quelle poltroncine e disegnare sotto le stelle, come piace a me.

Gli altri mi seguono a ruota, poggiando i propri zaini o borse vicino al letto in cui avrebbero dormito.

Michael's pov.
«voglio stringere la mano a tuo cugino» dice lei tra le risate.

Io e Nicoletta avevamo deciso di mettere in atto quella specie di piano venuto in mente a Vanessa da soli, dato che lei domenica ci ha dato buca. Quel giorno quindi ci eravamo scambiati i numeri e dati un'appuntamento per il prossimo sabato, ovvero oggi, nella pizzeria di fronte casa di Calum.

All'inizio c'è stato un po' d'imbarazzo, ma dopo aver rotto il ghiaccio abbiamo iniziato a conoscerci meglio e a trovare molte cose in comune.
Ora ridevamo così forte da attirare lo sguardo di tutti su di noi, e facendo arrivare un cameriere a chiederci di fare silenzio oppure "ci avrebbe gentilmente chiesto di abbandonare il locale".

Nicoletta annuisce e ritorna a guardarmi con gli occhi curiosi, incitandomi a raccontarle qualche altro atto esilarante di mio cugino piccolo: due anni e mezzo che fa continui casini, si vede proprio che è mio cugino.
Ad esempio, durante le cena di Natale, esce dalla camera di mia zia con in mano un vibratore rosa più grande lui, usandolo come un lecca-lecca.

Lo giuro, è stato uno dei momenti più belli della mia vita.

«L'ultima volta che sono andato a fargli da babysitter, ha messo il paio di orecchini preferiti della madre nel suo vasino a mo di decorazione» cominciamo a ridere, un'altra volta.
Il cameriere torna da noi, insistendo sul pagare il pranzo e andarcene.

Io faccio per ribattere ma la mora interviene, annuendo semplicemente.
Tiro fuori il portafoglio dalla tasca della mia giacca e usciamo, continuando a scherzare e comportarci come dei bambini.

Vanessa's pov.
Suonano al campanello, segno che Tancredi è arrivato qua da noi.
«vado io» urla Chris dalla cucina, distogliendo l'attenzione dal bancone dell'isola dove si stava affrettando a cucinare il pranzo, anche se noi avevamo deciso di ordinare della pizza.

«finalmente sei arrivato» sospira «mi stavo preoccupando.»
«tranquillo» da due pacche sulla spalla dell'amico e poi entra, lasciando cadere lo skate e lo zaino accanto all'uscio.
Nel farlo la manica della felpa si sposta, lasciando scoperto il braccio fino al polso.
Sulle sue mani, le nocche sono tutte rovinate, con delle ferite fresche che minacciano di sanguinare un'altra volta.

Mi viene spontaneo chiedergli perché fosse in quelle condizioni, «nulla» e alza le spalle spostandosi anche lui in cucina, rivolgendomi solo una velocissima occhiata.
Sentendo quella parola Chris abbassa lo sguardo, forse consapevole della vera ragione delle ferite del suo migliore amico.

Bubble Gum ;; tg (sospesa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora