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«ALLORA. ALLORA, ALLORA, ALLORA» Andrea mi sta urlando nel timpano da quando è comparsa in camera mia
Chi diavolo l'ha lasciata entrare?
Mi sta lanciando cuscinate sul culo, mentre io non ci penso minimamente ad alzarmi. Come al solito, mi sono attardata nel vedere quelle stelle così belle nel cielo di Roma dal mio balcone. E forse ho pure disegnato qualcosa... inutile che vi dica cosa.
Non mi si leva dalla testa. Cioè, non che mi piaccia, cioè, non lo conosco, cioè, è uno sconosciuto per me.
Cal ma ti, Vanessa.
«Hai finito di prendermi a cuscinate il culo? Me lo rovini così.» borbotto io, e quando mi alzo finalmente da letto Andrea fa un sorriso orgoglioso.
Ha una strana luce negli occhi. E la cosa non é mai buona, se riguarda quella ragazza.
Mi fa un largo sorriso, e tutto diventa ancora più inquietante.
«Dormito bene?» mi domanda sempre con quel sorriso tirato.
Le lancio un'occhiataccia. Forse non sono così socievole la mattina. Forse.
«Sei seria?» lei annuisce e io roteo gli occhi «sei la solita. Sentiamo, cosa è successo? E soprattutto, chi diavolo ti ha fatta entrare in casa prima delle dodici?»
Lei, tutta orgogliosa, mi mostra un mazzetto di chiavi «Me ne sono fatta una copia»
intanto nella mia mente passa una serie di immagini simili ad un film horror di quello che potrebbe succedere con le chiavi di casa mia in mano a quella ragazza.
«E poi, che giorno è oggi?»
Ci siamo spostate in cucina, mentre sbadigliando prendo dei cereali. «Mi vuoi interrogare per caso? Grazie ma mi è bastata quella di Storia ieri.»
Andrea alza gli occhi al cielo sbuffando «Idiota, é sabato!»
Prendo una manciata di cereali e li mangio, continuando a guardarla senza dire una parola.
Anche lei mi guarda, e non parla.
«Bhe? Non dici niente?»
«Cosa dovrei dire di preciso?»
Lei alza di nuovo gli occhi al cielo «È sabato!» ripete, stavolta con meno entusiasmo.
Continuo a guardarla «Stai cantando Jovanotti?»
Mi rifila un'occhiataccia. «VUOL DIRE: ANDIAMO AL CENTRO.»

Faccio partire la musica, mentre apro le ante del mio armadio.
Non che ci metta molto a decidere cosa mettermi: skinny nero, una maglia leggermente corta nera e una felpa grande nera.
Che dire, mi piacciono i colori!
Andrea se ne sta comoda sul mio letto col pc sulle gambe, mentre ispeziona il profilo di Lorenzo Flenghi tramite il mio Facebook (ovviamente non può vederlo con suo, o potrebbero partire dei like a foto di mesi e mesi prima. Quindi la figura di merda, in caso, la devo fare io.)
«Dovevi per caso dirmi qualcosa di importante, oltre al fatto di uscire?» domando mentre mi infilo le mie fidate Superstar.
Lei mugola qualcosa. «Ah, si.» risponde senza darmi in realtà molta attenzione, e continua a scorrere il profilo Facebook. «Lorenzo mi ha mandato la richiesta d'amicizia.»
Mi blocco, sgranando gli occhi «E QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRMELO?!»
In pratica le salto addosso, costringendola ad abbandonare il computer, e lei si spaventa per la sorpresa.
«Ma non lo so, sembra una cosa passeggera.» dice lei, poi lancia un'altra occhiata al mio computer «E tu quando mi volevi dire della richiesta d'amicizia che devi ancora accettare da parte di Tancredi?»
Il mio cuore perde un battito.
Richiesta d'amicizia? A me?
Mi volto immediatamente verso lo schermo, e Andrea scoppia a ridere «La solita credulona.»
Le tiro un pugno sul polpaccio. «Sei una stronza, non ti accompagno più al centro, resto a casa a mangiare Oreo e ad ascoltare Melanie Martinez.»
«Oh, scusami scusami scusami tanto!» preme la sua guancia contro la mia a mo di gatto «Ora però muovi il culo. Se oggi lo rivedi, magari te la manda veramente la richiesta!»
"Te la manda veramente"
Per la prima volta, sorrido al pensiero del volto di un ragazzo che purtroppo mi è ancora molto estraneo.
Lo conosceró. Devo conoscerlo.

I miei piedi. I miei poveri, poveri piedi doloranti. E questa è tutta colpa di Andrea.
Siamo al centro da circa un'ora e quello che è successo (tutto per mano di Andrea, ovviamente) è stato (in modo riassunto): ok, andiamo all'Ara Pacis. No, prima andiamo da Brandy Melville. Passiamo da Adidas. Bella quella felpa della Nike. Voglio la fanta. Torniamo indietro andiamo al Burger King. Troppa fila andiamo all'Ara. No voglio la fanta, aspetta, andiamo al Mc Donald's.
Infine, in questo momento siamo quasi davanti il museo. Dalle vetrate riesco a vedere quello che espone. E diciamo che, architettonicamente, mi piace parecchio questo posto.
Andrea si è portata dietro il suo nuovo penny appena comprato, e non vedo l'ora di vederla cadere di culo.
«O mio Dio, è Lorenzo!» sussurra lei senza voce, mentre guarda un ragazzo a un po' di passi da noi.
La guardo, alzando un sopracciglio «Cosa aspetti a salutarlo?»
«Pff, probabilmente neanche si ricorda di me.» risponde.
Lorenzo si volta e lo vedo che ci guarda, poi alza in alto la mano per salutarci. Quando siamo più vicini ci sorride «Andrea, Vanessa.»«dice «Sono felice che siate tornate...»
Il resto non l'ho ascoltato. Continuavo a guardarmi attorno, alla ricerca di Tancredi.
Cosa non va in me? Ora pure alla ricerca dei ragazzi mi metto?
Ma di lui, nemmeno una traccia. Non è sulle scale, e non mi pare scorgerlo in giro per l'Ara Pacis.
Qualcosa si spegne dentro di me. Un'interruttore sul mio cuore si abbassa sopra la scritta "off".
«Lo stai cercando?» mi dice Lorenzo, vedendomi un po' con la testa fra le nuvole. Io annuisco. «Non è ancora arrivato. Non so se ci sarà.»
«Va bene, resterò con voi.»

Mi siedo con gli altri. Il mio album rimane chiuso sulle mie gambe. Cosa disegnare? Lorenzo mi ha presentato un certo Michael Clifford. Ora è seduto di fianco a me e stiamo parlando di band, è un tipo forte.
E poi, adoro i suoi capelli rossi.
Ma, lui dov'è?

Bubble Gum ;; tg (sospesa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora