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Aurora

Spensi il televisore dopo aver visto il diciannovesimo episodio della terza stagione di The Vampire Diaries, per la... terza o quarta volta.

La adoravo, e anche se ormai sapevo l'episodio a memoria mi piaceva riguardarla, soprattutto per la scena del motel. Il bacio fra Elena e Damon era così... passionale. Quanto avrei voluto avere la vita di Nina Dobrev! Credo che le sia capitato uno fra i migliori lavori!

Mi alzai dal divano stiracchiandomi e andai verso la cucina, affamata. Mi veniva sempre un languorino quando guardavo la televisione.

Aprii il frigorifero enorme e sentii la pancia brontolare, ma non mi andava la frutta in quel momento.

Ero in vena di dolce, e mi sentivo sola. I miei erano al lavoro, Nicolò fuori con qualche povera ragazza ingenua e Serena con qualche ragazzo, credo Paolo, sperai di non confondermi con quello di settimana scorsa!

Chiusi il frigo e con passo leggero andai ad aprire la credenza, sentendo già l'acquolina in bocca al solo pensiero di pane e nutella.
Mi preparai due fette abbondanti e salii al piano di sopra, diretta verso camera mia, prima di bloccarmi sentendo dei... gemiti?

Mi si contorse lo stomaco e sperai con tutto il cuore che non fosse quello che immaginavo. Anche perché, come avevo già detto, ero abbastanza certa di essere sola in casa.

- Nico...ah - feci un'espressione a dir poco schifata e per poco non mi si chiuse la bocca dello stomaco.

Non avrei impedito a chiunque ci fosse in quella stanza con mio fratello di rovinarmi la merenda a base di pane e Nutella.

Entrai nella mia stanza come un fulmine e mi ci chiusi dentro, andando diretta verso il letto, disfatto, per prendere le cuffiette e metterle al cellulare.

Selezionai la cartella con la playlist preferita e la canzone di Whitney Houston "I wanna dance with somebody" partì a tutto volume, facendomi tornare l'appetito.

Ancora non capivo quando fosse entrato mio fratello, ma poteva benissimo essere mentre guardavo la televisione. Ero sempre molto presa, soprattutto se si tratta di gridare dietro i protagonisti. Si, ero quel genere di persona pazza che grida dietro i personaggi.

Presi il blocco da disegni e lo aprii, sistemandomi a gambe incrociate e dando un morso al pane. Il sapore delizioso della Nutella mi fece tornare il sorriso sulle labbra e tra il cibo e la canzone trovai l'ispirazione per disegnare.

Amavo disegnare, era una parte di me, la matita era come un prolungamento della mia mano e mi sentivo libera, senza pensieri e priva di ogni ansia quando disegnavo. Potevo entrare in un mondo tutto mio e nessuno poteva distruggere la bolla di felicità e serenità che mi avvolgeva.

Ma non era solo il disegno che amavo, anche la fotografia, per questo quando avevo fatto quindici anni al posto di volere... non so, trucchi, vestiti o quello che vogliono le quindicenni, mi ero fatta regalare una macchina fotografics. Una delle migliori. E papà aveva un'amica con una camera oscura, che potevo andare a trovare per sviluppare le foto. Me lo aveva insegnato lei come fare, e avevo scoperto che era anche rilassante. Ci faceva uno sconto, praticamente un regalo, ogni volta che dovevo sviluppare delle foto. E contando la quantità di foto attaccate in camera mia (una parete intera o quasi)  era un bene o avrei sperso milioni.

Il migliore regalo che potessi ricevere, dopo Nuvola, il mio cavallo. Naturalmente non lo tenevo in casa o lì  vicino e andavo a trovarlo ogni volta che avevo tempo, il sabato quasi d'obbligo. A volte mi piaceva fare delle galoppate per la Besozza, un enorme parco dove passo la maggior parte dei miei pomeriggi d'estate.

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