XII

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Aurora

Non avevo mai provato tanta ansia, nemmeno quando avevo due verifiche o più interrogazioni lo stesso giorno.

Saltare la scuola, con Chris, con il terrore di essere scoperta, di finire nei guai o peggio...

Ferma a letto girai la testa verso le foto, in modo da potermi rilassare con i ricordi piacevoli.

Ma se volevo sembrare il più normale possibile dovevo comportarmi come ogni mattina, vestirmi e scendere al piano di sotto, per poi uscire con la cartella e aspettare Chris, al posto del treno.
Potevo farcela.
Per vari minuti mi rigirai in mente l'idea di chiamarlo e dirgli che non me la sentivo, e che potevamo annullare il nostro patto.

Ma l'idea che io e Lorenzo potevamo diventare una coppia... che lui si accorgesse di me e mi invitasse da qualche parte... quello mi diede la forza di alzarmi.

E infondo Chris non era una persona così spiacevole come avevo pensato fino a poco tempo fa.

Ed era molto più spiritoso e divertente quando non era circondato da altre persone... il che mi fece ricordare Grease, un film che con mia madre avevo visto un paio di volte e di cui mi divertivo a cantare qualche canzone, e anche a improvvisare dei balletti. Il fatto che Danny si comportasse da ragazzo perfetto quando era da solo con Sandy e poi diventasse uno stronzo quando era insieme ai suoi amici, poteva incoraggiarmi a pensarla alla stessa maniera con Christian.

Feci un lungo sospiro, pensando a quello che mi avrebbe detto Lela: " non lo saprai mai finché non lo fai. Quindi alza il culo e vai!"

Indossai il solito paio di jeans larghi e una felpa che un tempo era di mio fratello, ma che lui ora non metteva più e che a me piaceva.

Misi il portafoglio e la borsetta dentro la cartella; avevo portato tutti i soldi di tre Natali, compleanni e promozioni, e sperai che bastassero.

Non avevo la più pallida idea di cosa voleva comprarmi, ma non volevo spendere troppo.

Mi comportai normalmente, o almeno sperai di farlo.

Ero così dannatamente agitata che sentivo un peso sulle spalle, nemmeno stessi sostenendo il cielo.
Bhe, in quel caso sperai mi spuntasse una ciocca bianca come a Percy e ad Annabeth.
Non toccai cibo, se non per una fetta di torta che aveva portato la nonna.

Mamma non era brava in cucina, e le sue torte erano...be, non posso dirlo in modo gentile.

- Ciao amore, buona giornata – salutò mamma dandomi un bacio sulla guancia.

Accennai un sorriso e uscii di casa, camminando velocemente verso la stazione.

Rischiai di morire quando sentii un clacson.
Mi voltai col cuore in gola e vidi Christian sorridermi raggiante.

- Vuoi uccidermi per lo spavento! – ringhiai guardandomi attorno circospetta mentre salivo in macchina, la cartella ai miei piedi.

- buongiorno anche a te nanetta. Ti ho preso una brioche, ripiena al cioccolato – annunciò, e il mio primo pensiero fu che volle avvelenarmi.

No, a dir la verità il primo fu "seriamente?", poi l'ipotesi dell'avvelenamento. Ma avevo ancora lo stomaco chiuso e rifiuta.

- Tienila per dopo, magari ti viene fame. Ah, e oggi ci fermiamo al Mc a mangiare, e tranquilla nanetta, offro io –

- Chi sei tu e che ne hai fatto del mio compagno rompipalle? – esclamai, senza riuscire a trattenermi.

Christian sorrise, mentre girava a destra per una strada che non conoscevo.

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