3 Ottobre 2016
Orfanotrofio Santa Maria
Verona.Cara Mamma e caro Papà,
ecco la mia ottava lettera. Siamo a ottobre e fa un pò freddo. Oggi è domenica ed io, Nash e Alexander vorremmo andare fuori, in centro, ma a malapena ci fanno uscire in giardino, figurati se ci fanno fare anche solo una piccola gita in centro. Sarò ripetitiva, lo so, lo scrivo ad ogni lettera, ma voglio ribadirlo. Ci mancate tanto. Sono passati già 4 mesi circa. Alex piange ogni volta che si ricorda di voi. Ha solo 8 anni, è ancora troppo piccolo per sopportare qualcosa di simile. Nash fa finta di stare bene. Ha sempre il sorriso sul volto quando qualcuno è nei paraggi, ma è sempre attaccato al telefono ad ascoltare musica. Io so che è triste, ma vuole dimostrarsi forte, dato che Alex è piccolo e io sono una ragazza, lui si sente come in dovere di dimostrarsi forte per noi, di essere l'uomo della famiglia. Io, invece, non piango, ho già pianto per due mesi e mezzo, ma non sorrido neanche. Mi sono isolata. Sono sempre chiusa in camera, con un libro in mano. Gli unici con cui parlo sono Nash e Alex. Con Margherita (colei che deve badare a noi) parlo poco e niente, mi è antipatica. E quel grosso neo poco sopra al mento mi inorridisce sempre di più. Tra 3 capitoli circa finisco (per la terza volta) uno dei tui libri preferiti di vampiri, quello che mi avete regalato voi. Tu amavi i vampiri... Bhe, in verità amavi tutto il genere fantasy, come Harry Potter. Ricordo quando io e te, mamma, parlavamo continuamente di vampiri, lupi mannari, Shadowhunters, Harry Potter, o di come schippavamo Ron Wesley con Hermione Granger. Mi manca anche quello. Ho bisogno di un abbraccio. Alex e Nash me ne danno tanti, ma ho bisogno di un abbraccio materno, e anche paterno. Due giorni fa Margherita ci ha comunicato che una famiglia era interessata ad adottarci tutti e tre. A me è sembrato strano, ma lei si è giustificata dicendo che inizialmente la coppia era interessata ad Alex, ma quando hanno scoperto che ha due fratelli maggiori hanno scelto di non separarlo da noi (a quanto pare sono ricchi abbastanza). Margherita ci ha detto che si chiamano Marta e Riccardo e che hanno già un altro figlio, Samuele. Dovrebbe avere 16 anni, quindi solo un anno in più di me. Abitano a Roma, ci dovremmo trasferire lì.
Ogni notte, faccio gli stessi incubi: vedo voi, gli zii e i nonni su quell'aereo che si schianta al suolo. Ricordo me e i miei fratelli che vi aspettavamo entusiasti, prima di vedere la notizia al telegiornale e prima di ricevere quella chiamata. Temo che non lo scorderò mai.
Al momento, noi non abbiamo nessun parente, solo Ben, il nostro unico cugino, l'unico ricordo vivente di zia Alessia e zio Cristian... ma anche lui ha solo 8 anni. Fortunatamente, lui non è stato affidato ad un orfanotrofio, ma ai suoi nonni paterni.
Quindi, domani dovremmo lasciare l'orfanotrofio. Non ne siamo poi così tristi, non abbiamo relazionato con nessuno qui, ma l'idea di vivere in un'altra città con degli sconosciuti non mi entusiasma poi tanto. Spero di trovarmi bene con loro, se ci devo vivere almeno fino ai 18 anni.
Ve lo dico sempre, ma in ogni caso, vi assicuro che né io, né Nash, né Alexander ci dimenticheremo di voi... Come potremmo?Continuerò a scrivervi, ma ora devo andare. Mi piacerebbe salutare gli zii e i nonni, ci mancano anche loro. Ci mancate tutti. Vi vogliamo bene.
Alla prossima lettera.
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Il Mio Fastidioso Fratellastro.
RomanceSono Ariel Gilbert, figlia di Silvia Menchi e Luca Gilbert. La vita è stata abbastanza crudele con me. Da piccola ero muta, molti si prendevano gioco di me. Ma poi, ho cominciato a parlare un po', a 7 anni, rendendo mio fratello e i miei genitori mo...