15. Una scoperta sorprendente.

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Guardo il mio riflesso allo specchio, fissando la mia figura avvolta dalla divisa scolastica. Tiro giù la gonna nera a pieghe che arriva a metà coscia, cercando anche di non stropicciarla, ma più la tiro giù, più scopro la pancia, quindi rinuncio sistemandola come meglio posso e sistemando anche il maglioncino nero con il mio nome cucito sopra in rosso.
Prendo un elastico che ho al polso e lego i capelli in una coda alta. Dopo pranzo ho gli allenamenti delle cheerleader e non mi va di farla dopo, anche se preferisco lasciarli sciolti.
Pazienza.
Giro la testa verso il letto e guardo la cravatta nera a righe oblique rosse posta sopra le morbide coperte e sospiro. Non imparerò mai ad annodarla. Mi avvicino al letto e la prendo, la faccio passare intorno al collo e la lascio li appesa. Me la legherà Nash, come ogni giorno. Mi giro verso la porta e faccio per uscire, ma mi fermo subito appena noto Samuele appoggaito allo stipite che mi osserva.
"Buongiorno." Dice con voce roca e io lo fisso sorpresa.
Di solito Samuele non è mai pronto prima di me, ma anzi, scende in cucina quando io ormai ho bevuto metà del mio capuccino.
"Buongiorno." Ricambio ancora sorpresa.
"Mi sono svegliato prima del solito." Dice, probabilmente notando il mio stupore.
Annuisco imbarazzata e torno a guardarmi allo specchio.
Non ho di certo scordato ciò che è successo ieri in palestra, e so che non lo ha fatto nemmeno lui. Ci siamo comportati normalmente ieri sera, come al solito, ma stare da sola con lui è tutta un'altra cosa.
E se mi baciasse di nuovo?
Ho ben notato che non riesco proprio a rifiutarlo, sono succube dei suoi baci, quindi è meglio evitare situazioni scomode.
Sento il codino che legava i miei capelli scivolare via, lasciando cadere i capelli mossi sulle spalle e alcuni ciuffi sul viso. Mi accorgo solo ora di avere Samuele alle mie spalle, e mi sorprendo di come io non me ne sia accorta nonostante avessi gli occhi puntati sullo specchio.
Passa una mano tra i miei capelli, sistemandoli lievemente, poi mi guarda negli occhi attraverso lo specchio senza fermare il suo rilassante movimento.
"Sei molto più bella con i capelli sciolti, ti preferisco così. Li legherai quando arriverà il momento di allenarsi, fino ad allora, il codino lo terrò io, per evitare che tu decida di legarli prima." Toglie la mano dai miei capelli e sistema il mio codino sul suo polso.
"Ne ho altri due, potrei usare quelli." Rispondo voltandomi verso di lui, sapendo di prenderlo contropiede in questo modo.
"Credi non abbia notato che quei due non li usi mai? Questo che ho io è molto largo, a causa delle code che fai la notte e quando hai gli allenamenti, e visto che è troppo grande per il tuo polso sei solita alzarlo fin sopra il gomito per non farlo scivolare verso il basso, evitando quindi di perderlo. I due che hai al polso invece ci vanno perfettamente e questo perché non li hai mai usati da quando gli hai comprati. Saresti anche disposta ad usare uno di quelli, se perdessi questo più largo, ma solo uno, l'altro continuerai a tenerlo a tutti i costi intorno al polso." Tiene i suoi occhi fissi nei miei, senza mai spostarli di un solo millimetro, e io mi sorprendo nuovamente.
"L'uomo che mi ha cresciuto ha due lauree in psicologia ed è l'insegnate di quella materia più bravo dell'intero istituto, è ovvio che dopo un po' io inizi a notare anche i più piccoli dettagli di una persona. Ma tu mi capisci perfettamente, dico bene Ariel?" Mi accarezza delicatamente la guancia sinistra con le nocche ed io non riesco a rispondere.
Toglie la mano e indica con un cenno del capo la cravatta appesa al mio collo.
"Vuoi che ti aiuti?" Chiede, senza nessuna traccia di malizia nella voce.
"No, tranquillo, lo farà Nash." Gli rispondo, avendo fortunatamente ritrovato la voce precedentemente sparita.
"Sicura?" Domanda ancora, sfiorando il tessuto della cravatta.
"Certo." Confermo e lui fa qualche passo indietro.
"Allora sarà meglio sendere di sotto." Va verso la porta della mia stanza ed esce recandosi alle scale.
Mi guardo di nuovo allo specchio, guardo i codini posti intorno al polso e sbuffo.
Aveva pienamente ragione su di essi.
Afferro lo zaino nero già pronto e il cellulare, esco dalla stanza e chiudo la porta alle mie spalle. Delle canzoni provengono dalla camera di Nash, mentre la stanza di Alex è silenziosa.
"È giù, l'ho svegliato io." Mi avverte Samuele e gli rivolgo uno sguardo stranito.
Ma sto ancora dormendo o cosa?
"Oggi ti sei svegliata più tardi, come anche tuo fratello. Ho pensato io ad Alex." Spiega finalmente ed io sposto subito lo sguardo sullo schermo del cellulare.
È vero, mi sono svegliata in ritardo. Come ho fatto a non notarlo prima?
Seguo il ragazzo giù per le scale, lasciamo lo zaino all'entrata ed andiamo in cucina.
"Buongiorno" Saluto Marta e Riccardo, i quali sono intenti a fare colazione.
"Buongiorno." Ricambiano.
Sposto lo sguardo su Alex, vedendolo con la testa poggiata sul marmo e gli occhi chiusi.
"Alexander, sveglia." Lo scuoto piano.
"Ho sonno, mamma." Risponde, ancora addormentato.
Fermo i miei movimenti, sentendo una morsa allo stomaco. Sento Marta e Riccardo trattenere il fiato, Samuele si è fermato sul posto.
Va tutto bene.
Scuoto piano la testa, sorridendo lievemente.
"Dai Alex, alza subito la testa." Dico con voce dura.
Sbuffa piano e alza la testa, usando la mano per reggerla. Sforza un sorriso e io ridacchio.
"Giorno." Nash entra in cucina in fretta, si siede accanto a me e mi da subito un bacio sulla fronte.
Ricambio il saluto mentre lui scombina i capelli di Alex, e due tazze ripiene di capuccino si posano davanto ai nostri occhi.
"Ho visto che vi siete alzati tardi, perciò ho deciso di prepararlo io per voi, in modo da non farvi perdere tempo." Spiega Marta, sorridendo gentilmente.
La ringraziamo e beviamo velocemente il capuccino.
"A lavare i denti, su." Ordino a Alex, che ha finalmente finito il suo latte.
Vado anche io in bagno e poi torno all'entrata.
"Pronti?" Chiede Riccardo, già con la sua valigetta in mano.
"Si." Risponde Samuele, afferrando lo zaino e mettendoselo su un unica spalla.
"Perfetto, andiamo." Riccardo apre la porta d'ingresso ed esce di casa, seguito poi da noi.
Solitamente è Marta a portare Alex a scuola, ma oggi è il suo giorno libero, perciò, prima di andare al nostro liceo, portiamo Alex alla sua scuola.
Una volta arrivati alla nostra scuola, Riccardo parcheggia nello spazio riservato ai professori e poi scendiamo tutti dall'auto.
"Ci vediamo dopo, ragazzi." Ci saluta lui, andando di fretta verso l'entrata della scuola.
"Prima voi." Dice Samuele, appoggiandosi all'auto.
Nash ed io ci allontaniamo senza dire una parola, andando verso l'entrata della scuola.
Nessuno a scuola, al di fuori dei professori, sa che io e mio fratello siamo stati adottati da Riccardo, e non vogliamo farlo sapere per evitare che tutti pensino che lui ci favorisca agli altri.
Davanti all'entrata c'erano Cristian, Beatrice e Crystal ad aspettarci. Li raggiungiamo e mio fratello da un bacio a Crystal, la quale sorride contenta per poi rivolgere un saluto a me.
"Fa ancora strano vedervi così, ma dopo avervi visti intenti a fare di peggio, mi sembra una cosa alquanto normale." Ridacchio facendo arrissire entrambi.
Cristian e Beatrice scoppiano a ridere, iniziando a prendere in giro i due ragazzi. Entriamo dentro scuola e andiamo ognuno verso i propri armadietti.
Dopo cinque minuti ci ritroviamo tutti davanti all'armadietto di Crystal, che è il più vicino alla classe di biologia. Mancano ancora 5 minuti al suono della campanella.
"Ragazzi, finalmente oggi è l'ultima settimana in cui indosseremo le divise invernali. Non vedo l'ora, quella primaverile è più leggera e fresca, e qui inizia a far caldo." Esclama Crystal sognante.
"Mh, forse." Risponde Beatrice.
"Non saprei. Non è che ami tanto questi calzini alti, ma il maglioncino che usiamo ora è più comodo della camicetta a maniche corte che dovremmo usare." Dico pensierosa.
Effettivamente, essendo molto sensibile al caldo, sarebbe migliore per me andare più leggera, ma la camicia non la sopporto.
La divisa primaverile non è molto diversa da quella invernale, le differenze sono poche.
La gonna è la stessa, la cravatta anche, i calzini spariscono. Il maglioncino viene però sostituito da una camicia nera a maniche corte, lunga abbastanza per essere messa dentro la gonna, con il proprio nome e il nome della scuola cuciti sopra.
La cosa negativa della camicia è che evidenzia parecchio le curve.
"Per noi ragazzi cambia veramente poco. L'unica differenza è il maglione che viene sostituito dalla camicia nera." Dice Nash abbracciando Crystal da dietro.
"Vero." Concorda Cristian.
"Beh, i ragazzi in camicia sono sexy, soprattutto se a maniche corte." Confessa Crystal, facendomi un'occhiolino.
"Eh?" Dice Nash, guardandola male.
"Concordo pienamente, Tal." Reggo il suo gioco fingendo uno sguardo sognante.
"Eh? Finitela voi due." Dice Nash minaccioso, guardandoci male entrambe e noi due scoppiamo a ridere.
In quel momento passa Samuele vicino a noi. Mi lancia una veloce occhiata e noto un piccolo sorriso sulle sue labbra, poi ci supera.
Beh, effettivamente Crystal ha proprio ragione. Non vedo l'ora di vederlo in camicia.
E finiscila una buona volta.
Punto lo sguardo su Beatrice, la quale è intenta a fissare insistentemente qualcosa.
"Sapete che vi dico?" Sbotta all'improvviso. "Non vedo l'ora che le divise cambino, Veronica sarà di sicuro tremendamente irresistibile con una camicia nera addosso." Commenta inclinando la testa.
Veronica?
Io e Nash la guardiamo confusi.
Seguo il suo sguardo e vedo che il qualcosa che continuava a fissare era in realtà qualcuno.
Una ragazza.
Aspetta, cosa?
"Che c'è?" Chiede Bea confusa notando i nostri sguardi.
"Che intendi con Veronica?" Chiedo confusa e curiosa.
"Oh, vero, a voi non l'ho mai detto esplicitamente. Non lo faccio mai, d'altronde." Ragiona. "Beh, sono bisessuale, e ho una cotta per quella ragazza, Veronica." Dice con un sorriso sognante guardando di nuovo la ragazza.
Cooosa!?
"Oddio, non ci credo. Crystal ha una relazione segreta con Nash da tre mesi, Beatrice è bisessuale e io non mi sono accorta di nulla... cosa mi succede?" Mormoro sconvolta, portandomi una mano sul petto.
I ragazzi si mettono a ridere, ma io rimango scioccata.
Ultimamente mi lascio sfuggire davvero troppi particolari.
Non sarà mica colpa di qualche ragazzo, no?
Ti ho detto di stare zitta, mini me.
Osservo la ragazza per cui Bea ha una cotta, la quale è intenta ad afferrare un libro dal suo armadietto mentre parla con un ragazzo.
Credo che sia almeno un'anno più grande di noi. Non è molto alta ma ha un fisico atletico e delle curve ben delineate. I suoi capelli sono veramente stupendi. Sono scuri alla radice, il resto del capello è biondo e le punte sono di un bel rosa pastello. Quando chiude l'armadietto e si volta completamente verso il ragazzo al suo fianco posso osservare il suo viso. È davvero molto carina. I dettagli del suo viso sono dolci, le guancie sono paffutelle, le labbra piccole e carnose, il naso delicato all'insù perforato al lato destro da un piccolo piercing a cerchio.
"È perfetta." Sospira la mia amica. "Ed è anche una lesbica dichiarata, ma nonostante questo i ragazzi continuano ad andarle dietro, oltre a quasi tutte le ragazze lesbiche della scuola." Dice sognate.
Non l'avevo mai vista così.
"Perché non me lo hai mai detto?" Le chiedo scioccata ed anche un po' offesa.
"Non prendertela, non lo dico mai a nessuno. Non lo nascondo, né lo nego, sono una bisessuale dichiarata da appena ho capito di esserlo. Non ho mai fatto coming out con nessuno, né genitori né amici. Semplicemente, un giorno ho capito di provare qualcosa per una ragazza e l'ho detto tranquillamente alla mia famiglia e ai miei amici più stretti, senza mai nasconderlo e senza mai farmi un problema per la mia sessualità. Io lo faccio solo capire quando mi capita di fare dei commenti su delle ragazze, perciò non prendertela. Non sono diversa da nessuno, ho solo gusti differenti." Mi sorride ed io ricambio.
Che cosa strana.
Non ne ha mai fatto un caso di stato, non si è mai preoccupata per la sua sessualità. Non si reputa diversa, non si reputa inopportuna, non si reputa sbagliata. Non fa coming out perché non ha mai avuto bisogno né di nascondersi né di rivelarsi. Lei è sempre lei, non serve fare coming out, non serve darle un'etichetta.
È un bel modo di pensare, sono d'accordo con lei.
"Forza ragazzi, andiamo, biologia ci attende." Sbuffa Crystal afferrando la mano di mio fratello e la mia per poi iniziare a trascinarci verso la classe con Cristian e Beatrice di seguito.
Raggiungiamo la classe e al suo interno ci sono già la maggior parte degli alunni, tra cui Samuele. Io e Nash andiamo verso di lui e ci sediamo ai nostri posti, ovvero io al centro, Samuele alla mia sinistra e Nash alla mia destra.
Cerco di guardare il mio fratellastro il meno possibile, cercando di evitare sguardi che potrebbero imbarazzarmi.
Con lui è sempre tutto troppo imbarazzante. Ogni volta che rimaniamo soli ci saltiamo praticamente addosso, e quando siamo con qualcuno mi imbarazza anche solo incrociare il suo sguardo per mezzo secondo.
Ormai ho ben impresso in mente il sapore delle sue labbra e so perfettamente che sensazioni suscita in me ogni volta che mi sfiora.
Ci provo pure a non trovarmi mai sola con lui, ma magicamente finiamo ad essere entrambi in una stessa stanza da soli.
Cerco di mantenere la concentrazione sul prof di biologia che inizia subito a spiegare, ma mi risulta abbastanza difficile. Non sono mai stata molto brava sulle matierie scientifiche, non riesco a capirle a primo impatto, devo farmele spiegare più volte per riuscire a comprenderle almeno un po'. In più, avere Samuele al mio fianco non aiuta.
Emana un'odore spettacolare.
Concordo.
Poggio la testa sulla mano e, stando attenta a non farmi vedere, giro di poco la testa verso di lui. È appoggiato con la spalla e la testa al muro al suo fianco, gioca con una penna rigirandosela più volte tra le dita e ogni tanto la ferma per aggiungere delle linee al disegno che sta facendo. Alzo lo sguardo sul suo viso e lo vedo intento ad osservarmi. Arrossisco lievemente e torno a puntare lo sguardo sul professore, cercando di non pensare al suo sguardo su di me.
Lo sento ridacchiare piano e poi torna a disegnare qualche altro dettaglio sul foglio con la penna. Curiosa cerco di sbirciare senza farmi notare.
"Sei te." Dice lui, facendomi voltare completamente verso di lui.
Missione fallita, ragazzi. Missione fallita. Siamo stati sgamati in pieno. Prego, ritirata.
Ma sta zitta, una volta tanto.
Abbasso lo sguardo sul foglio e noto il disegno di una ragazza con la testa sulla mano e lo sguardo altrove.
Effettivamente, mi assomiglia molto.
"È una posa che assumi spesso quando provi a capire qualcosa detta dai prof." Spiega.
"Non sapevo fossi capace di disegnare." Dico, trovandomi a corto di parole.
Mi ha stupita. È davvero molto bravo a disegnare, ha catturato ogni piccolo dettaglio del mio viso.
"Mi annoiavo in questi giorni, durante le lezioni. Non sapevo cosa fare ho disegnato la prima cosa che ho visto. Quella cosa, anzi, quella persona, eri te, quindi ho iniziato a disegnarti." Fa spallucce.
Mi sta disegnando da giorni?
Assumo una faccia stupita e lui ridacchia.
"Ragazzi, la prossima volta che ci vediamo interrogherò, e come sapete, io non le programmo mai prima. Quindi, mi raccomando, studiate tutti e tutto. Alla prossima." Il professore prende la sua valiggetta ed esce velocemente dalla classe.
Interrogazione? Oh, merda.
L'intera classe si alza dal proprio banco e si riuniscono in gruppetti a parlottare di fatti loro.
Ovviamente, noi non siamo da meno, e Cristian, Crystal e Beatrice si girano verso di noi.
"Ehi, sapete, ho sentito che il preside ha ricevuto una proposta interessante da una scuola fuori dall'Italia, ma non so quanta verità ci sia in ciò." Beatrice incrocia le mani sotto al mento e ci guarda uno ad uno.
"Che tipo di proposta?" Domanda Cristian, curioso come al solito.
"Mh, non si sa molto, ma si pensa sia per i nostri calciatori." Dice pensierosa, guardando poi Samuele e Nash.
I due ragazzi si guardano curiosi.
"Ma non è nulla di certo, eh, non fatevi filmini mentali." Li riprende Beatrice.
I ragazzi ridacchiano e io mi guardo intorno. La classe si sta piano piano svuotando.
"Credo sarebbe meglio uscire ora, fra meno di cinque minuti dovremmo essere in aula di sociologia." Dico alzandomi per prima, ricevendo il consenso dagli altri.
Usciamo dalla classe ed andiamo in aula di sociologia senza passare dagli armadietti. Il prof non usa mai il libro, perciò evitiamo sempre di prenderlo.
La classe non è molto lontana, quindi ci mettiamo poco ad arrivare. Prendiamo posto alle solite postazioni e aspettiamo il prof.
Samuele e Nash continuano a fare supposizioni su quella proposta di cui ha parlato Bea, e lei continua a fermarli.
"Buongiorno ragazzi." Il professore entra in classe e chiude la porta alle sue spalle.
Ricambiamo il saluto e ci alziamo in piedi.
"Comodi, comodi. Iniziamo subito a fare lezione, parleremo di un nuovo argomento." Prende il gesso e scrive il nome dell'argomento sulla lavagna.
Sgrano gli occhi e fisso quella scritta.
"Parleremo di sociologia criminale."
Sarà una lezione interessante.

Chiudo il quaderno e metto il tappo alla penna mentre il professore ci saluta. Mi alzo in piedi e mi stiracchio le braccia.
"Finalmente, la giornata sembrava non voler finire più." Si lamenta Crystal raccogliendo tutto ciò che aveva sul banco.
"Secondo me, invece, è passata velocemente." Ribatte Nash abbracciando la ragazza da dietro.
"Beh, l'importante è che ora si va a mensa. Ho una fame." Cristian si porta una mano alla pancia, come a voler rendere ancora più chiare le sue parole.
"Mi spieghi quando non hai fame?" Chiedo ridendo e lui mi fa la linguaccia.
Arriviamo in mensa e afferriamo subito un vassoio. Passiamo davanti alle signore addette alla mensa e molto gentilmente ci porgono i piatti che vogliamo. Andiamo verso il tavolo che occupiamo di solito, ma Samuele si separa da noi.
"Io vado da loro, ragazzi, a dopo." Dice e poi va a sedersi al tavolo occupato da tutti i calciatori.
Essendo molti, ed essendoci anche molte cheerleaders, il loro tavolo è composto da quattro tavoli uniti insieme.
"Ehi Nash, vieni?" Un loro compagno di squadra richiama mio fratello e gli fa segno di sedersi accanto a lui.
"No, grazie, siedo con loro. Ci vediamo dopo." Rifiuta gentilmente l'offerta e il ragazzo fa spallucce.
"Sai che puoi andare a sederti con loro, vero?" Chiede Crystal.
"Si, lo so, ma non voglio. Fanno troppo rumore, urlano e le ragazze sono appiccicose. Preferisco di gran lunga stare con la mia ragazza, con mia sorella e con due cari amici. Tanto con loro ci sto dopo." Sorride alla sua ragazza e le da un bacio veloce sulle labbra.
Nash non si siede mai con loro, anche se glielo chiedono ogni giorno. Anche se io e Crystal potremmo sederci là, essendo cheerleaders, ma non ci piace stare con loro, già è tanto se le sopportiamo durante gli allenamenti. Sono tutte uguali, insopportabili e superficiali. Solo poche ragazze si differenziano, e anche loro non siedono a quel tavolo.
"Beh, è ovvio che non andrà mai con loro. Bastano solo Francesca e la sua voce per farti desiderare la morte, se a lei si aggiungono le sue amiche, poi..." Lascia la frase a metà per farci capire cosa intende, e accompagna il tutto con un gesto della mano.
Osservo Francesca e Samuele, i queli sono seduti vicini. Appena arrivata in questa scuola, lei sede a sempre sulle gambe di Samuele, ma è da un po' di tempo che non lo fa più. Non so definire la loro relazione, era già abbastanza aperta dall'inizio, si sono traditi a vicenda chissà quante volte, ma ora non la capisco proprio. Forse stanno ancora insieme, ma si rivolgono parole e baci a malapena. Chissà...
"Su, Ariel, veloce a mangiare. Da oggi l'allenamento sarà più duro sia per noi cheerleaders che poi voi calciatori. Settimana prossima abbiamo un'incontro con un'altra squadra, quella di Andrea, perciò dobbiamo essere preparati e più forti del solito. Sarà distruttivo." Sbuffa Crystal iniziando a mangiare.
Annuisco piano con la testa e inizio a mangiare.
Dobbiamo fare una partita contro la squadra del mio ex ragazzo, Andrea.
Francesca ci farà allenare fino a morire, me lo sento.

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Salve a tutti e a tutte!
È tardi e sto morendo di sonno, ma apparte questo, tutto apposto. Mi scuso per l'enorme ritardo, anche se ormai e abituale, e spero che il capitolo non sia una cagata.
Nei media c'è una foto di Lizzy Greene, la prestavolto di Ariel. Non so voi, ma io la immagino così.
Ovviamente, il titolo è riferito alla scoperta della sessualità di Beatrice.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, votate e commentate se volte. Scusatemi per eventiali errori e... Al prossimo capito!

Dio Benedica La Pizza!🌺🍕❤

_I_am_a_Pandacorn_

Il Mio Fastidioso Fratellastro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora