16. Una proposta irrifiutabile.

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"Muovete quei culi con più grinta, ragazze!" Urla Francesca.
Sbuffo per l'ennesima volta nel giro di cinque minuti e riprendo a imitare i movimenti del nostro capitano.
Non ne posso più.
Stiamo provando da poco più di un'ora ormai e Francesca non fa altro che sbraitare. So che dobbiamo essere perfette per l'arrivo della partita, ma è stancante starla a sentire sempre urlare.
Lancio uno sguardo verso la squadra di calcio dall'altra parte del campo e vedo il coach, ovvero il professore di educazione fisica, avvicinarsi a loro richiamandoli. Francesca gira lo sguardo verso di loro.
"Ragazzi, venite tutti di qua. Ho un annuncio importante per voi." Dice il coach ad alta voce.
"Bene ragazze, cinque minuti di pausa per tutte. Avviciniamoci a loro." Dice entusiasta correndo verso il grande gruppo formato intorno al coach.
Confuse ma anche curiose, la seguiamo e ci avviciniamo di soppiatto alla squadra.
"Dici che riguarda ciò che aveva detto Bea?" Chiede Crystal verso di me e io alzo le spalle.
"Probabile."
"Bene, ragazzi. Forse avete sentito dire in giro che al preside è stata fatta una proposta da una scuola straniera. Bene, ora posso confermarvelo e spiegare il tutto." Inizia il coach.
Tra i ragazzi iniziano a sollevarsi dei mormorii entusiasti e anche noi cheerleader non siamo da meno.
"Silenzio, ragazzi. Soprattutto voi ragazze, che in teoria non dovreste nemmeno stare qua." Ci richiama, così ci zittiamo tutti di colpo.
"Coach, possiamo sederci?" Domanda uno dei ragazzi e il professore da subito il consenso.
I ragazzi si siedono subito sul prato, così noi ragazze li imitiamo, stando attente a tenere la gonna a bada.
"Allora, il preside di un'importante scuola di Los Angeles ha contattato il nostro preside e vi ha offerto quella che potremmo quasi definire una borsa di studio. In poche parole, vorrebbe che la nostra squadra andasse lì a Los Angeles in gemellaggio, per la durata di un anno." Inizia a parlare il coach, attirando l'attenzione dei suoi giocatori e non solo.
Tutte noi cheerleader siamo attente a ciò che dice, non perdendoci nemmeno una virgola.
Sentendo l'ultima frase, sgrano gli occhi e punto lo sguardo su Nash, il quale però non mi guarda. Il coach continua.
"Lì ovviamente frequenterete il liceo normalmente, studiando e prendendo buoni voti che influiranno sulla vostra media qui in Italia. Nonostante questo, però, ciò che farete maggiormente sarà allenarvi con la loro squadra ogni giorno, integrandovi totalmente a loro."
"Faremo parte della loro squadra?" Domanda Samuele, le sopracciglia incurvate in un'espressione confusa e curiosa allo stesso tempo.
"Certo. Ovviamente giocherete alle loro partite, alternandovi tra i giocatori, e a volte vi sfiderete anche tra le due squadre." Spiega velocemente il professore, chiarendo ogni dubbio, poi continua. "Il tutto è offerto dal liceo statunitense e, con tutto, intendo il dormitorio dove soggiornerete, la divisa scolastica e della squadra, gli studi e gli allenamenti. L'unica cosa che dovrete pagare voi sarà il volo, che viene 350 euro a persona. Normalmente costerebbe un po' di più, ma la nostra scuola si occuperà di mettere il resto." Finisce, regalando ai suoi ragazzi un caloroso sorriso.
Nash e Samuele dovrebbero partire... per un anno?
Tutti i giocatori iniziano ad impazzire. Cori di gioia si innalzano in tutto il campo, ad un volume tale da non sorprendermi se perfino chi fa lezione ci sta sentendo ora.
"Coach, è una notizia strepitosa. Quando si parte?" Urla un giocatore.
"Ragazzi, a proposito di questo." Improvvisamente, tornano tutti seri. "Al contrario di come probabilmente penserete, non si partirà con l'inizio del nuovo anno scolastico. Il preside americano vorrebbe farvi finire quest'anno là per farvi partecipare ai corsi estivi del loro liceo. Sono corsi preparatori e migliorativi, serviranno anche a farvi imparare meglio l'inglese per il nuovo anno scolastico, visto che per questi ultimi mesi sarete aiutati in quello. Quindi, la partenza è prevista tra circa tre settimane, ovvero inizio aprile." Spiega.
Finalmente Nash volta lo sguardo su di me e capisco cosa sta pensando.
Oggi è l'11 marzo e manca ormai meno di un mese al nostro compleanno... ciò vuol dire che per la prima volta passeremo il compleanno separati.
Questa però è un'offerta tanto irripetibile quanto irrifiutabile, non può pensare nemmeno per un secondo di rinunciarci solo per questo. Sorrido in sua direzione, facendogli capire che è tutto apposto e che sono felice per lui. Lui ricambia il sorriso e annuisce capendo subito ciò che voglio dirgli.
"Quindi ragazzi, so che è stato detto con poco preavviso e ci scusiamo con le vostre famiglie, ma quando tornate a casa informateli subito e fateci sapere  entro questa settimana la risposta. Sappiate che la data di partenza è prevista per venerdì 4 aprile, in tardo pomeriggio. Arriverete sabato mattina e andrete subito nei dormitori per poter riposare qualche ora. Lì il sabato non ci sono lezioni, perciò, poco prima di pranzo, visiterete la scuola insieme al preside e al capitano della squadra, per farvi un idea dell'istituto e di come si svolgeranno le lezioni." Dice infine, per poi ricordarsi di dover aggiungere qualcos'altro. "Ah, ovviamente partirò anche io con voi, in qualità di vostro coach."
Tutti esultano e gioiscono, corrono per il campo e abbracciano le ragazze in preda all'euforia.
"Samuele." Il coach richiama il ragazzo, lanciano uno sguardo anche a Nash per fargli capire che doveva ascoltare anche lui. "Riccardo ha già dato il consenso."
Capisco perché non ha detto espressamente il nome di mio fratello. Non vogliamo far sapere che Riccardo è il nostro padre adottivo, almeno non per il momento.
Samuele annuisce vigorosamente, mentre Nash si sforza di trattenere un grande sorriso. Quando il prof si volta, i due si battono forte il cinque spingendosi poi l'uno contro l'altro in un abbraccio. Poco dopo Nash corre verso me e mi prende in braccio stringendomi forte.
"Sono contenta per te, Ash." Ridacchio stringendolo a mia volta, chiamandolo con il nomignolo che uso sempre io.
"Sei sempre così comprensiva, sorellina. So che in verità ti fa male stare lontano da me per un anno, perdendo anche un compleanno o forse più." Sorride lievemente.
"Ehi, ovvio che è così, ma non puoi assolutamente rinunciare ad una simile occasione." Sorrido dolcemente.
Lui ricambia e mi stampa un bacio sulla fronte. Si separa da me e va da Crystal, prendendola in braccio e facendola girare in aria.
Sorrido osservandoli. Nash le promette di non guardare nessuna ragazza e lei si vanta sostenendo che la bellezza americana non può battere quella inglese, ovvero la sua. Crystal è sempre la solita.
"Sei felice anche per me?" Domanda Samuele alle mia spalle ed io sussulto per lo spavento.
"Oddio, Samu, mi hai fatto spaventare." Mormoro portandomi una mano al petto.
"Allora?" Insiste con un lieve sorriso sulle labbra.
"Certo, sono molto felice per te." Sorrido inclinando di poco la testa.
Lui sorride di rimando e poi, improvvisamente, mi stringe tra le braccia. In un primo momento resto immobile, stupita dal suo gesto. Non mi aveva mai abbracciato di fronte a tanti studenti. Dopo quel breve momento di shock, ricambio l'abbraccio e sorrido sulla sua spalla. Dopo pochi secondi ci separiamo e raggiungiamo Nash e Crystal. Quando mi volto, mi sembra di vedere Francesca guardare me e Samuele con espressione irritata, ma è solo per una frazione di secondo.
Alzo le spalle e vado ad abbracciare la mia amica.
"Beh, faremo il tifo per voi da qua." Un sorriso dolce si manifesta sulle labbra di Crystal, così io annuisco vigorosamente.
"Ovviamente, dovete far valere la nostra scuola e la nostra squadra, eh." Ribatto convinta, facendo ridere i due ragazzi.
"Ci mancherebbe." Sorride Nash, guardandomi con uno sguardo pieno di gioia.
"Beh, con me e Nash nessuna squadra potrebbe mai perdere." Risponde Samuele con fierezza nella voce e nello sguardo.
Ridiamo insieme e continuiamo a parlare per qualche minuto altro, finché Francesca non richiama l'attenzione di tutte.
"Ragazze, torniamo ad allenarci. Ciò che ha detto il coach significa che la prossima partita sarà l'ultima dell'anno, quindi dobbiamo essere perfette." Urla lei per farsi sentire, poi si rivolge ai ragazzi indicandoli con l'indice. "E voi dovete affrontare quella partita nel modo migliore possibile, dovete portare a casa la vittoria ad ogni costo."
Cori da parte dei ragazzi si innalzano nel cortile, prendendo ciò che ha detto Francesca per un discorso di incoraggiamento.
"Dovremmo assumerti come incoraggiatrice." Scherza Simone, uno dei giocatori, facendo ridere l'intera squadra.
"Già, dovreste." Sorride fiera, allontanandosi poi verso il nostro lato di campo.
Perfetto, ora l'allenamento sarà ancora più duro. Accidenti!

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Salve a tutti e a tutte!
Finalmente, dopo mesi e mesi, sono riuscita a partorire questo capitolo. Vi giuro, è stata una fatica riuscire a scriverlo, non so nemmeno il perché.

Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, votate e commentate se volete. Scusate per eventuali errori e... al prossimo capitolo!

Dio Benedica La Pizza!🍕🌻💕

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 10, 2020 ⏰

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