•Capitolo 3.1 ~ Hare Street ~

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Le buche nell'asfalto si riempivano velocemente e il campo si stava allagando.

Quella lavanda, che sembrava sorridergli, sarebbe sicuramente morta e probabilmente nessuno se ne sarebbe accorto oltre ad Oliver.

In effetti, proprio l'opposto di ciò che era accaduto con Frank.

L'acqua sembrava portarsi dietro un gelo tremendo, raffreddando l'aria e rendendola spiacevole da respirare -come se ci volesse questo perché Oliver odiasse quel momento- .

Tutta quella pioggia lo disorientava; era già pieno di grane tra il signor Claumor e Frank, e il rumore peggiorava la situazione.

Non esitò a pensarci due volte: sarebbe andato al circolo, che era più vicino di ogni altro posto, oltre casa sua.

La strada più corta, la via più semplice.

Quanto fu facile scegliere... Probabilmente la cosa più semplice di quella mattina, più di svegliarsi, di vestirsi, e soprattutto più facile che affrontare un mucchio di persone disperate dovendo fingere di esserlo a sua volta.

Infatti non ci era riuscito, anche quella volta aveva vinto l'orgoglio.

Solo la vista struggente di Lorenne, stremata, gli aveva suscitato qualcosa.

Avrebbe comunque scelto il modo più facile e meno dispendioso per fare qualcosa, l'aveva sempre fatto e non avrebbe smesso.

Mentre Hare Street spariva all'incrocio con Sorret Street, le grandi torri della fortezza di Langirth risplendevano sotto l'unico raggio di sole che riusciva a fuggire dai nembi fittissimi.

Un posto a dir poco suggestivo, chiuso da tempo.

Da lontano sembrava appartenere a qualche fiaba cavalleresca, e in effetti aveva ispirato il romanzo di suo nonno Horgrwuig.

Praticamente Oliver era cresciuto tra le pagine di quel libro, "Cera D'api", una storia divenuta famosa tra gli intellettuali del tempo.

Man mano che si avvicinava al circolo riusciva a scorgere l'edificio, la porta era aperta e da lontano vide Tom, che non si era accorto di Oliver, arrivare dal corridoio per chiuderla dall'interno.

Quando Oliver si trovò di fronte alla maniglia iniziò a sentire alcune voci e, vista la pioggia, pensò che dentro dovessero parlare con un tono piuttosto alto.

Aprì.

Si lasciò dietro il rumore dell'acqua e per i primi secondi non sentì più nulla, poi cominciò a distinguere i diversi proprietari delle voci.

C'erano Valery, John e... Isaac, Isaac Claumor.

Camminò il più silenziosamente possibile per non perdersi nemmeno una parola.

«...non dico che abbiate poco valore, ma vista...» Valery lo interruppe con la sua voce acida,

«È proprio questo che dici, ci vuoi sfrattare solo per le tue tasche, come se non fossero già piene da scoppiare» il suo sguardo era furente, mentre il signor Claumor sembrava combattere per non sembrare offeso dalla gravissima accusa mossagli contro.

«Cercate di capirmi...», non fece in tempo a finire la frase che Oliver, proprio dietro di lui, gli parlò sopra.

«"Cercate di capirmi"?» il suo viso era sprezzante,

«Credi di essere troppo in alto per noi? Troppo in alto perché noi possiamo capirti?», lasciò un momento di pausa per illudere Isaac di poter rispondere.

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