Capitolo 3

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Camminai all'interno dell'ascensore per la seconda volta in quel giorno. Diedi un'occhiata al mio orologio da polso e vidi che non erano ancora le 5 del mattino. Ugh, perché il giorno si stava trascinando così lentamente? Dovevo essere pazza per stare lì senza uno stipendio o un qualsiasi riconoscimento. Le altre ragazze nel mio programma a malapena si presentavano, però ricevevano comunque i crediti gratis. Ma per me perdere questa opportunità sarebbe stato sciocco ed egoista. Ne avevo bisogno per avere qualche successo. Scusate ma non tutti finivamo per essere famosi e in televisione, in particolare sul canale 7. No, lasciamolo fuori da questa faccenda.

"Com'era Mr. Styles?" Meredith interruppe i miei pensieri e non potei esserle più grata. Feci una piccola alzata di spalle e le porte dell'ascensore si aprirono. "Un'alzata di spalle? Ho sentito dire che si è svegliato mentre tu eri lì." Si morse il labbro e cliccò al primo piano.

"No, è rimasto addormentato per tutto il tempo." Mentii. Studiai la sua faccia pregando che credesse a quello che stavo dicendo. L'ultima cosa di cui avevo bisogno era che tutto l'ospedale parlasse del mio incontro con il famosissimo Harry Styles. E comunque, che razza di nome è Harry? Sapevo di star dicendo queste cose per la frustrazione, ma comunque.

"Devo andare nella 112, ci vediamo in giro." Mi fece un luminoso sorriso e io annuii, cercando di non parlare con lei più di quanto io non abbia già fatto. Tendeva ad avere la bocca larga, e io preferivo non darle idee su come andare a raccontarlo a chiunque altro. I miei talloni premettero sulle piastrelle ancora una volta, mentre le persone mi guardavano e poi tornavano a qualsiasi cosa stessero facendo prima. Decisi di andare alla reception per vedere se potessi semplicemente andare via e avere il mio riposo. Sarei tornata domani perciò non vidi nessun motivo per restare.

*****

Il mattino dopo, come al solito,  entrai nel posto parcheggio. Oggi il doppio della quantità di giornalisti si trovava fuori l'edificio, a causa della mancanza di neve rispetto al giorno precedente. Perché mai sprecavano il loro tempo in cazzate del genere? Sembrava assurdo solo restare per più di 12 ore lì fuori per avere la stessa storia della persona affianco a te e pubblicarla ai lettori. Non avevo mai avuto un tale interesse prima d'ora, questo ragazzo mi stava facendo venire il mal di testa e speravo di rimanere lontano da lui quel giorno.

"Buon giorno." Gemetti e sfilai il mio cappotto, le altre infermiere mi fecero solo un cenno mentre parlavano tra di loro. Essere la ragazza del college mi faceva davvero sentire un'estranea. Non mi dava fastidio dal momento che tutto quello che facevano era spettegolare su temi spietati e noiosi. Appena feci per prendere il caffe, il Dr. Johnson fu davanti la porta, guardando direttamente me. Mi guardai dietro, ma realizzai stupidamente che la sua attenzione era ovviamente diretta a me.

"Rebecca, giusto? C'eri tu con me ieri?" Mi condusse fuori dall'ufficio e per il corridoio. Annuii esitante e lui abbassò lo sguardo sui suoi documenti. Dopo un momento di silenzio, mentre lui li leggeva, decisi di dire qualcosa.

"Qual è il problema, Dr. Johnson?" Domandai, però lui scosse le sue dita indicandomi di attendere un momento. "Styles, Harry. Um, Harry, si! Continua a chiedere di te. Dice che non si lascerà aiutare da nessun'altro." Borbottò a se stesso, ma quando parlò le parole uscirono alte e chiare.

"Cosa intende?" Aggrottai le sopracciglia. Harry voleva me? Il giorno precedente avevo scambiato con lui una frase, o anche meno.

"In questo momento sta dormendo. Basta che tu vada e ti sieda come ieri. Il bambino non collaborerà con tutto quello che farai." Il suo tono era stressato e le sue occhiaie indicavano quanto sonno probabilmente aveva perso durante la settimana. Mi morsi il labbro e fissai il pavimento.

"Bene." Tolsi i documenti dalle sue mani e furiosa camminai di nuovo verso l'ascensore. Per essere un famoso puglie, Harry sembrava essere un tantino pazzo per i miei gusti. Oggi l'ospedale era freddo, costringendomi a tenere sciolti i capelli per mantenere le orecchie in qualche modo calde. Se i pazienti fossero freddi, non avremmo mai potuto capire se fossero morti... Mentre camminavo i miei occhi lessero ogni numero delle camere che sorpassavo, l'amata '209' che emergeva come un'immagine sfocata. Se lui stava dormendo perché io dovevo rimanere qui?

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