"Sei vergine?" Chiese ed io sentì il tè caldo scivolarmi giù nella gola, facendomi scoppiare in un attacco di tosse e lui rise.
Era la mia pausa e Ashton aveva insistito perché mi sedessi con lui. Avevo suggerito di conoscerci meglio, ma ogni domanda che gli facevo lui la evitava chiedendomene un'altra.
"Perché ogni ragazzo" tossì di nuovo "pensa che sia necessario fare questa domanda?"
"Dice un sacco." Fece spallucce.
"Non dovrebbe."
"Lo dici solo perché sei vergine." Fece di nuovo spallucce, sollevando le scarpe per poggiare i piedi accanto a me.
"Chi ha detto che lo sono?" Chiesi, incrociando le braccia al petto mentre le mie guance diventavano rosse.
"Dal modo in cui reagisci quando faccio questo." Ghignò, allungandosi sotto il tavolo e posando una mano sicura all'interno della mia coscia. Io sussultai istintivamente e allontanai la sua mano.
"Vedi." Rise. "Non sei abituata ad essere toccata."
"In realtà non sono abituata ad essere toccata da sconosciuti e le tue supposizioni sono sbagliate." Dissi con sicurezza. Sapevo che non avrei dovuto vantarmi della mia vita sessuale e non c'era molto di cui vantarmi, ma ero felice che si fosse sbagliato.
"Non ci credo." Ghignò.
"Cosa? Che ho fatto sesso?"
"Si, per nessun motivo."
"Capisco di non essere molto attraente, ma credici o no ho fatto sesso prima." Risposi. E lui rise di nuovo. La mia vita sessuale non era qualcosa di cui vantarsi, l'avevo fatto solo due volte.
"Cosa c'è di così divertente?" Chiesi, accigliandomi. Ero diventata improvvisamente insicura, rendendomi conto che probabilmente stava ridendo del fatto che avevo davvero fatto sesso e che ero qui seduta a cercare di convincerlo.
"In realtà sei incredibilmente attraente." Disse, lasciando che i ricci gli ricadessero sugli occhi.
-
Ashton's POV
La guardai mentre sollevava un sopracciglio scuro, in uno stato di confusione. Le sorrisi e mi portai la tazza alle labbra, sorseggiando il mio tè.
Il pensiero di fare sesso con lei mi fece contorcere lo stomaco nel miglior modo. Poteva sembrare da pervertiti il fatto che ci stessi pensando, ma stavamo parlando di sesso.
Ma il pensiero di lei con qualcun altro non mi piaceva. Mi faceva formare un nodo stretto nello stomaco e mi faceva riempire la testa di gelosia.
Pensai a Michael Clifford, quell'idiota con i capelli blu e la sua patetica cotta per lui. Mi faceva venire da vomitare.
Per la seconda volta oggi mi allungai sotto il tavolo, trovando la sua coscia e posandoci la mano, spaventandola, ma questa volta non tanto.
Non allontanò la mia mano e ne fui grato.
Amavo l'effetto che avevo su di lei, ogni volta che la mia pelle sfiorava la sua le si creava la pelle d'oca. Ogni volta che parlavo le sue guance arrossivano leggermente e quando la rendevo nervosa lei sbatteva le lunghe ciglia.
Ci avevo messo un po' a farla aprire con me. Quando mi ero ritrasferito qui circa sei mesi fa, lei aveva iniziato a lavorare. La vedevo praticamente ogni giorno da allora e facevo qualche commento, ma ero grato che alla fine l'avevo portata a parlarmi.
"La mia pausa è finita." Disse mentre si alzava, io lasciai che la mia mano le scivolasse lungo la coscia mentre lei si alzava, facendole spalancare gli occhi.
"Sarò qui." Risposi.
"Chiudiamo tra un'ora." Disse mentre si allontanava, concedendomi una fantastica visione del suo sedere, stretto in dei leggins.
Non le risposi, invece la guardai attentamente mentre si legava il grembiule, allontanandosi i capelli dal viso legandoli in una coda.
Per tutta la durata dell'ora lei mi lanciò occhiate e mi beccò a guardarla sempre. Allontanava sempre lo sguardo per prima, arrossendo.
"Ashton devi andartene, devo chiudere." Disse dopo un po', mentre finiva di pulire. Prese le chiavi, muovendole in aria per segnalarmi di andarmene.
Prima che potesse superare il bancone io mi misi dietro di lei per slegarle il grembiule. Lei si lasciò scappare un 'oh' di sorpresa, ma poi si rilassò mentre io le spostavo i capelli.
"Grazie." Mormorò mentre si toglieva il grembiule, quasi strappandolo via.
"Quando vuoi." Risposi, ghignando. Andai verso la porta mentre lei mi seguiva, la tenni aperta per lei e poi uscimmo nell'aria fredda dell'inverno.
Chiuse la porta, armeggiando un po' con la chiave. Mentre lo faceva io presi una sigaretta e l'accesi con l'accendino.
Sembrò sorpresa quando si girò e mi vide lì, e ancora più sorpresa quando mi vide fumare.
Mosse la mano di fronte al suo viso e arricciò il naso, chiaramente infastidita dal fumo.
"Non sapevo fumassi." Commentò.
"Hai una macchina?" Chiesi, ignorando il suo commento mentre mi chiedevo come facesse di solito a tornare a casa.
"No, di solito Luke mi accompagna a casa, ma è a fare visita alla sua famiglia questo fine settimana."
"Quindi tornerai a casa sola nel buio?" Chiesi lentamente, assicurandomi di aver capito bene.
"Sono tre isolati." Sospirò irritata.
"Ti accompagno."
"No, va bene." Disse.
"Non stavo chiedendo, te lo stavo dicendo." Sbottai, facendola zittire.
"Va bene, sii il mio ospite." Rispose, voltandosi e iniziando a camminare. Io la seguì.
Inalai di nuovo il fumo della sigaretta, seguendola mentre lei camminava con le mani nelle tasche della sua giacca di jeans.
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Ambivalence | a.i traduzione italiana
FanfictionIn cui una ragazza sicura di se con una passione per il tè incontra un ragazzo maleducato che puzza di pericolo. Traduzione italiana della storia di overandovers, tutti i diritti e i meriti sono riservai a lei. Questa è solo una traduzione.