forty-one

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"Settantaquattro." Ridacchiai mentre Ashton borbottava, prima di spingersi in alto. Io ero stesa sul pavimento del mio appartamento e lui stava facendo delle flessioni su di me. probabilmente provava un po' di dolore mentre continuava a farle concentrato, ma non mi importava perché ero così eccitata.

"Andiamo, devi farne ancora ventisei." Dissi, cercando di motivarlo. Lui borbottò di nuovo, abbassandosi così che il suo naso toccasse il mio. Io ridacchiai e posai le mani sul suo petto, aiutandolo a tirarsi su.

"Togliti la maglietta." Disse con tono di supplica mentre faceva un'altra flessione. Io mi sollevai leggermente dal pavimento per sfilare la maglietta, che era l'unica cosa che stavo indossando oltre le mie mutande, poi mi riposizionai sotto di lui.

"Okay, ancora ventiquattro." Lo incoraggiai. Tutto questo era stata una sua idea. Non si esercitava da un po', da quello che aveva detto, e voleva tornare in forma, nonostante tutte le volte in cui io gli avevo detto che i suoi bicipiti erano già più grandi delle mie cosce. Ma sinceramente voleva farlo solo perché gli sarebbe servito per passare il tempo in prigione.

Ma era stata una mia idea quella di fargli fare cento flessioni su di me ed era stata una mia idea che, se fosse riuscito a farle tutte, avrebbe ricevuto un premio. Anche se non volevo dirgli cosa fosse.

"E' un pompino, vero? Ti prego, dimmi che è un pompino. Sono davvero eccitato adesso." Disse senza fiato dopo aver fatto altre tre flessioni.

"Lo scoprirai. O forse no se non ti tieni in forma." Lo presi in giro mentre gli circondavo la vita con le gambe, usando il tallone di un piede per colpirgli il sedere.

"Cazzo." Imprecò, facendo un'altra flessione.

"Piccola, ne ho fatte altre dieci, mi devi un bacio." Si accigliò. Come motivazione in più avevo aggiunto che ogni dieci flessioni gli avrei dato un bacio.

"Oh giusto, scusa." Risi mentre lo baciavo gentilmente, ma velocemente.

"Okay, ne ho fatte ottante, è abbastanza." Mormorò.

"Ancora venti per un pompino, Ashton."

"E' un pompino allora?" Chiese, il suo viso si illuminò immediatamente ed iniziò a fare una nuova serie di flessioni.

"Forse. Ancora diciassette." Ordinai in tono provocatorio. Lo guardai attentamente mentre il suo viso si contorceva per la concentrazione, le fossette sul suo viso erano visibili. Fece altre dolorose flessioni e lo baciai di nuovo quando arrivò a novanta.

"Cazzo." Borbottò mentre faceva velocemente le ultime dieci, io contai ad alta voce per lui.

"Novantanove... cento." Dissi con entusiasmo prima che lui collassasse su di me.

"Ashton." Borbottai, ma lui non si mosse. Invece rimase su di me, posando la testa sul mio petto con i suoi capelli che mi solleticavano il collo. Il suo corpo era sudato ma non mi importava.

"Ti scoperei in questo momento ma sono troppo stanco, non riuscirei a mantenermi in equilibrio per più di due secondi."

"Ci sono altri modi..." Dissi. Non doveva essere lui quello a stare sopra.

"Cosa stai suggerendo?" Chiese.

"Suggerisco che tu ti sposti."

"No, sei comoda." Sospirò.

"Ashton, io non sono stanca." Dissi anche se lui non capì quello che intendevo.

"Non mi importa."

"No, idiota, voglio dire: tu sei stanco, giusto? Quindi non puoi stare sopra, ma io non sono stanca quindi... posso."

"Vuoi dire...?"

Ambivalence | a.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora