twenty

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Entrai, aspettandomi che lei sollevasse lo sguardo, ma non lo fece. Invece tenne gli occhi bassi, la guardai mentre si spostava i capelli dal viso mentre si mordeva il labbro inferiore, concentrata sul libro che stava leggendo.

Ero venuto di proposito quando sapevo che sarebbe stata in pausa, così avrei potuto parlare con lei.

Guardare Michael che la trascinava al piano di sopra la scorsa notte mi aveva fatto arrabbiare, ma non volevo creare problemi. Ma dovevo parlare con lei, finire quello che volevo dirle ieri.

Andai verso al tavolo all'angolo dove era seduta, i capelli le scivolarono sul viso e lo nascosero. Senza dire una parola mi misi a sedere, ghignando mentre la sua testa si sollevava per la sorpresa. I suoi occhi blu si spalancarono prima di rilassarsi e sospirare.

"Ti ho spaventato." Ridacchiai, allargando le gambe per alternarle alle sue. I suoi occhi si spalancarono di nuovo, ma solo per un attimo prima che si schiarisse la gola.

"No, mi aspettavo che venissi." Sospirò, senza guardarmi.

"Allora come stai?" Chiesi e lei inarcò le sopracciglia.

"Come sto?" Chiese, imitandomi.

"Si, sai, come va, come vanno le cose?"

"Questa è una domanda noiosa, odio risponderci." Rispose, facendomi ridere.

"Beh, in generale, rispondi."

"Fantasticamente." Rispose, la sua voce piena di sarcasmo.

"Qualcosa non va?" Chiesi all'improvviso. Di solito non era così arrabbiata con me da subito.

"No." Rispose, continuando a concentrarsi sul suo libro.

"Perché sei arrabbiata con me? Non ho fatto niente."

"Tranne il fatto che ti presenti costantemente nella mia vita quando vuoi e poi sparisci per mesi, e ogni volta che torni ti comporti in modo sempre diverso, rendendomi davvero confusa e frustrata." Sbottò all'improvviso. Io scrollai le spalle e lei sospirò.

"Tu e Mikey avete litigato?" Dissi in tono ironico e la guardai mentre si irrigidiva. Non rispose, quindi mi avvicinai, innervosito dal fatto che fosse arrabbiata con me, perché mi ero presentato con l'intenzione di essere amichevole.

"Neanche lui ha accettato di dormire con te?" Scherzai, aspettandomi che arrossisse o che mi dicesse di stare zitto, ma invece ottenni una reazione diversa, che mi fece sperare di non aver detto niente.

"Fottiti." Sbottò, alzandosi e uscendo dalla porta. Io la seguì subito e la vidi poggiata contro il muro.

"Tesoro, era uno scherzo." Risi in modo nervoso, mettendomi davanti a lei.

"Io non pensavo fosse divertente." Risposi.

"Ti offendi facilmente, Scarlett, non dovresti essere così sensibile." Dissi con le migliori intenzioni. Si innervosiva per le cose più piccole e non mi piaceva il fatto che ero sempre io la causa.

"Ho dormito con lui." Rispose. Io mi congelai, senza muovermi di un centimetro. Ero abbastanza sicuro che anche il mio cuore si fosse fermato, insieme a tutto il resto, tranne i miei capelli che erano mossi dal vento. Rimanemmo così per un po'.

"Cosa?" Chiesi alla fine, la mia voce quasi un sussurro.

"Si, mi hai sentito. Sei felice adesso?"Disse e prima che potessi sentire un'altra parole mi liberai dal mio shock e andai via, lasciandola sola.

Con mani tremanti presi una sigaretta e la accesi, calmandomi temporaneamente. Ma ero tentato di infilarmi tre sigarette in bocca.

Era stata così stupida. Avevo visto quanto era ubriaco Michael la scorsa notte e sapevo che probabilmente le aveva fatto pressione. Doveva avere davvero dei problemi di insicurezza se dormiva così semplicemente con qualsiasi ragazzo che era interessato. Lei era quel tipo di persona che non voleva deludere nessuno.

Non avrei dovuto essere geloso, ma quella era l'unica cosa che mi stava consumando. Bruciavo di gelosia, mi scorreva nelle vene al posto del sangue. Chiusi gli occhi e strinsi i pugni.

Avrei dovuto dormire con lei quando ne avevo l'occasione.

Anzi no, ero grato di essermi fermato. Anche se ero arrabbiato con me stesso per aver lasciato che succedesse questo. Ero sparito per due mesi, ma solo perché pensavo che sarebbe stata meglio senza di me. era colpa mia se era tornata in ospedale e sapevo quanto fosse fragile.

Alla fine, quando avevo capito che stava con Michael avevo immaginato che sarebbe stato sicuro tornare e il fatto era che non vedevo più l'ora di parlarle di nuovo.

Ma adesso questo. Avevano scopato. Questo cambiava le cose perché adesso lei sarebbe stata ancora più attaccata a lui.

Il pensiero di lui con lei mi faceva sentire male e cercai di spingere quel pensiero fuori dalla mia testa. Ero troppo tardi, non c'era più niente che potessi fare.

Ambivalence | a.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora