10. Dal primo giorno.

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"Lele sei al serale."
Diciannove anni passati a sognare, sognava il suo futuro ideale, sognava di riuscire a poter vivere di musica.
Stava scappando via dall'Italia, invece è rimasto, ha superato tutti i provini di 'Amici' iniziando a dare una forma al suo sogno. Ogni giorno era una sfida, una diversa canzone, fare sempre di più. Adesso il serale, era vero, aveva avuto il 'si' da tutti i professori. Il sogno oltre che una forma inizia anche ad avere un colore, bisognava solo dargli vita.
Afferra quella maglia verde, aveva messo tutto in gioco per avere quella maglia e finalmente era sua.
Ha uno strano modo di scaricare la tensione: butta fuori tutta l'aria e accompagna il respiro strofinandosi le mani sul petto tenendo gli occhi chiusi.
Si avvicina al suo banco per poggiare la felpa nera e infilarsi frettolosamente quella verde. Vedo che sussurra qualcosa ad Elodie, ma sono troppo lontano per sentire.
"Lele scendi che i direttori artistici vogliono sentirti cantare."

Quest'anno i direttori sono quattro: Ax e Nek per i blu e Emma ed Elisa per i bianchi.

Iniziano a farlo cantare, piano, voce, chitarra. Canta in modo diverso adesso, si sente libero da tutto, conosco quegli occhi e quel sorriso, non li ha spesso, solo quando è tranquillo davvero.
"Lele noi ti vorremo molto nei blu, il tuo modo di suonare mi incuriosisce."
"Anche io saremo molto contente di averti nei bianchi, hai un modo di scrivere così intimo, ho in mente tante cose."
So già quale sarà la sua scelta, me ne ha parlato ieri, parte la musica e guarda tutti negli occhi aspettando il suo momento.
"Vorrei dire una cosa, con Ax ho già avuto modo di lavorare, lo ringrazio, ma vado da Elisa ed Emma."
Inclina la testa verso Ax per ringraziarlo.
Corre verso i bianchi, Elisa è in piedi felicissima, si abbracciano.
Me lo aveva detto: <Sceglierei Elisa se ne avessi l'opportunità, sono sicuro che è l'unica che potrebbe davvero capirmi, sempre, in ogni momento.>

Lo vedo sorridere, sorridere davvero di cuore. Si siede sullo scalino e fissa Elodie, è il loro momento di comunicazione, si capiscono sempre senza parlare, anche quando li guardo che sono in sala relax stanno in silenzio e lontani, ma si fissano e si capiscono.


"Elodie sei al serale."
Ecco lei ha delle reazione completamente diverse, è più pacata, piange però, e ride anche nel frattempo.
Le chiedono di cantare, è tesa, anche se sa di essere già al serale, non riesce a stare calma, si regge all'asta come se avesse paura di cadere da un momento all'altro.
"Elodie io ti voglio nei bianchi, sento quello che hai dentro quando canti, mi arriva."
"Io tuo timbro è raro, anche noi vorremo averti nei blu."
<Sceglierei sempre Emma se avessi la fortuna di essere scelta da lei. L'ho scelta anni fa quando la sentii cantare per la prima volta dal vivo e la continuerei a scegliere tutti i giorni. La sento vicina.>
Finisce la musica e saltellando va verso i bianchi, li abbraccia tutti molto timidamente e si siede vicino a loro in silenzio.


"Siamo al serale."
"Siamo insieme."
"Siamo al serale insieme" - La abbraccio più forte che posso, tanto che sento il suo cuore battere forte.
"Ti amo."
"Eh?"
"Hai capito, non fare la scema."
"No non ho capito." - mi guarda diritto negli occhi con il suo solito sguardo, quello che mi ha regalato la prima volta che siamo stati da soli, quando ci siamo baciati, quando abbiamo fatto l'amore la prima volta e quando ha conosciuto i miei genitori.
"Ho detto che Ti Amo." - cerco anche di scandire bene ogni lettera questa volta.
Mi fissa e non mi risponde, ride, continua a guardarmi, adesso piange, perché piange?
"Ti Amo anche io Lele, dal primo giorno." - cerca di darmi un bacio ma mi allontano.
"Ti ho amata io per primo."
"Non è vero."
"Si invece, eravamo al centro commerciale con gli altri, comminavi davanti a me e parlavi con Andreas, era la prima settimana di scuola e io lo già ti amavo."
"Ti ricordi cosa ho fatto quel giorno?"
"Non mi hai rivolto la parola veramente."
"Però ti ho fatto portare le mie buste, quale miglior dichiarazione d'amore potevo farti?"
La bacio, con tutto l'amore che posso.



Si amavano davvero. Non avevano bisogno di dirselo di continuo, a loro bastava guardarsi negli occhi.
A Lui bastava il silenzio, si sentiva a suo agio, riusciva a parlare nel silenzio e Lei lo sentiva.
A Lei servivano piccoli gesti, strani si, ma aveva imparato a dimostrarlo così l'amore e a Lui stava bene.
Si erano capiti dal primo giorno, si erano amati da quel giorno. Hanno affrontato tante sfide insieme, hanno cambiato tanti lati del loro carattere e si sono trovati bene in altri. Si erano presi.
Adesso iniziava un nuovo capitolo, insieme anche stavolta. Dovevano concentrarsi sulla musica, sulla loro carriera e sul loro futuro.
Non avevano bisogno di passare ore insieme, avevano solo bisogno di ritrovarsi negli occhi dell'altro a fine giornata.

Amare vuol dire costruire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora