6. Quello che non ti aspetti.

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"Tieni." - Lele è fuori dalla mia camera con in mano una busta piena di patatine fritte. Mi si illuminano gli occhi.
"Grazie grazie grazie grazie." - lo faccio entrare afferrando la busta.
Tra me e Lele è iniziata una piacevole convivenza da un po di tempo a questa parte, ormai siamo io, lui, Andreas e Chiara, passiamo la maggior parte del tempo insieme, anche con Gabriele ho instaurato un bel rapporto, lui però sta più per i fatti suoi in questo periodo, ma Lele non vuole dirmi perché.
"Non metterci la maionese però."
"Non esiste. Che patatine sono senza salse?"
"Eviti di farti ancora più male."
"Perché me le hai portate allora? Mi stai anche dicendo che sono grassa."
"Sono tre giorni che rompi le scatole che vuoi le patatine, non ti sopportavo più, ecco perché te lo ho portate, ma fanno male, sono fritte."
"Santo cielo, un sessantenne nel corpo di un diciannovenne."
"Un diciannovenne molto figo però." - fa un giro su se stesso per farsi ammirare, sono seduta sul letto e mi godo la sua piroette mentre continuo a mangiare le mie patatine. Non posso dire il contrario, è oggettivamente un bellissimo ragazzo, sa di piacere: sarà la barba del giorno dopo, il ciuffo, i jeans che li cadono sempre bene sui fianchi, la maglietta bianca... Poi perché porta sempre una maglia bianca non l'ho mai capito.
"Mangia piano Elodie, non te le ruba nessuno."
Lo vedo aprire la finestra e affacciarsi fuori. "Che hai Lè?"
"Mi manca mio fratello e prima di Natale non lo vedrò."
"Chiamalo."
"L'ho chiamato prima, sembra che mi stia perdendo tutto, sta crescendo." - rientra dentro e si allunga vicino a me. - "sono contento che finalmente abbiamo trovato un punto di incontro, sono felice di poterti parlare tranquillamente."

Mi sveglio quando sento la porta aprirsi e vedo entrare Chiara che ride. Mi giro e vedo che c'è Lele nel letto, ci siamo addormentati mentre guardavamo la TV. Mi sfilo dal letto e mi catapulto su quello di Chiara.
"Dove sei stata?"
"Con Andreas." - cerca di coprirsi con il cuscino - "mi ha baciata.."
"Non ci credo che lo ha fatto, finalmente!"
"Oddio Elo, è così bello..."
Dalla mia posizione vedevo perfettamente Lele disteso sul mio letto, siccome Chiara gli dava le spalle si gira, segue il mio sguardo e lo guarda anche lei - "che carino che è.."
"Si.."
"Elo?" - si muove leggermente aggiustandosi il cuscino sotto la testa  , sembra che sta per svegliarsi - "Elodie?"
"Dimmi!"
"Che succede?"
"Niente che deve succedere?" - torno a guardarla.
"Ti piace?"
"Chi Chià?"
"Quell'orsetto che dorme nel tuo letto." - Oddio ha ragione, sembra un orso con quella barba così lunga. - "Allora mi rispondi?"
"No non mi piace!"
"Chissà quanto tempo ci metterai!"

"Lele apri...veloce."
"Eccooo.." - non gli do neanche il tempo di aprire la porta che sono già in bagno.
"Ho comprato la tinta, adesso assisterai al prossimo colore."
"Certo che tu sei completamente fuori di testa."
"Lo so."- gli faccio una smorfia guardandolo dallo specchio. Si siede dietro di me e inizio a mettere la tinta, i capelli sono corti, ci metto poco.
"40 minuti, metti la sveglia."
"Agli ordini colonnello!" - si alza imitando un carabiniere portandosi anche la mano sulla testa.
"Lele ti prego accorciati la barba."
"Perché? Mi fa sembrare un uomo vissuto non credi?."
"No Lele, ti fa sembrare vecchio e trasandato, siediti in bagno che te la accorcio io, Andreas ha il regola barba, gliel'ho regalato io a Natale, adesso lo perdo."
"Dimmi che lo hai già fatto prima."
"Sono una professionista." - afferro il rasoio come se fosse una pistola e glielo punto.
"Maronn o carmn!"
"Fa poche storie e siediti!" - gli metto un asciugamano al collo stile bavaglino.
"Fammi levare la maglia, non voglio che me le sporchi!"
"Sei un esibizionista lo sai?" - so che lo fa apposta, gli piace.
"Assolutamente si!" - mi fa una smorfia e si siede.
Gli tiro leggermente i capelli per fargli alzare la testa ed emette un piccolo verso di sdegno ma lo ignoro.
Accendo il rasoio, mi posiziono tra le sue gambe - "Mi sento estremamente potente adesso!"
"Elodie per favore, davvero te lo dico, stai attenta."
Non l'ho mai visto avere così tanta paura, chiude persino gli occhi.
Inizio a tagliare, quando ho finito gli do due pacche sulla guancia. "Uomo di poca fede ho finito..." - mi allontano leggermente per godermi lo spettacolo - "e ho fatto un capolavoro."
Si alza velocemente per guardarsi allo specchio, si osserva per bene; si gira verso di me, si avvicina, mi prende per i fianchi e mi stampa un bacio sulla guancia molto rumoroso. "Sei stata bravissima tesoro."

Inizio a togliere via la tinta, è il momento della verità.
"Elo..... Elodie! I capelli... Elodie i capelli! Elodie i capelli sono rosa!"
Scoppio a ridere e mi guardo allo specchio. "Lo so che sono rosa, non ti piacciono?"
"Si, cioè boh.. Rosa?"
Si avvicina per osservarmi meglio, sembra perplesso - "Tranquillo che va via con una settimana."
"Perché l'hai fatto allora?"
"Non lo so.. Ma la tua faccia adesso è uno spettacolo bellissimo e ne valeva la pena." - scoppio a ridere, il rosa mi piace però, non mi sta male.
"Cretina vieni che te li asciugo."
Rimango in piedi e lo lascio fare.
Prende la spazzola. si avvicina al mio ciuffo e inizia a comportarsi come un vero parrucchiere.
Le mie labbra arrivano sul suo petto, niente l'altezza non è roba per me. Alzo la faccia di colpo e lo vedo tutto concentrato sui miei capelli, mi guarda a sua volta e rimane fermo.
"Lele brucia!"
"Scusami." - stacca l'asciugacapelli ma rimane con lo sguardo fisso su di me. Non voglio spostarmi, non siamo mai stati così vicini. Appoggio il mento sul suo petto e come di riflesso lui poggia le mani sui miei fianchi.

<È così bella.>

"Sai fare anche il parrucchiere?"
"No, sono solo un ottimo improvvisatore!" - da un'ultima occhiata ai miei capelli e sembra soddisfatto. Lo abbraccio.

<Non baciarla.>

Perché non fa niente? Perché non dice niente?

<Di qualcosa senza balbettare come un cretino possibilmente.>

"Guardati e dimmi se ti piace."
Mi accompagna allo specchio e devo dire che ha fatto un bel lavoro, i miei capelli sono corti, era impossibile sbagliare.
"Accompagnami a fumare dai."
"Dopo di lei dottoressa." Mi fa anche una riverenza il cretino.
Mi appoggio al balcone e accendo la mia sigaretta. Lo guardo appoggiato alla finestra con le braccia incrociate che mi fissa.
"Ti fa male fumare."
"Lele per favore.." - certe volte sembra un vecchio davvero.

<Adesso o mai più.>

È successo tutto troppo rapidamente. Che è stato?
"Lele.."
"Schh.." - tiene la sua fronte incollata alla mia e le sue labbra sono ancora sulle mie. Mi lascio coinvolgere. Più che un bacio sembra una liberazione, da parte di entrambi. Mi prende il viso tra le mani e mi sorride, uno di quei sorrisi bellissimi.  
Inizio a ridere come una scema.
"Ti faccio ridere?" - si stacca e mi guarda con una faccia imbronciata.
"No tu, la situazione si però, non dovevi farlo."
"Non ti sei tirata indietro mi pare."
"Hai 6 anni meno di me Lele."
"E quindi?" - ma effettivamente il problema non c'era, almeno per me e per lui, ma per gli altri?
Si avvicina di nuovo e riprende a baciarmi, ha delle labbra così belle.
"Sei arrogante, esibizionista, narcisista..
"Hai finito?"
"Si."
"Allora baciami." - mi arrampico letteralmente su di lui tipo scimmia. Rientriamo in camera e passiamo la solita serata sul letto a guardare la TV commentando i programmi, solo che adesso mi coccola e mi riempie di baci. 
Non ne abbiamo parlato molto di quello che era successo, ci sembrava una cosa così naturale ormai.

Sento squillare il telefono, è un messaggio di Chiara: <ci hai messo meno tempo del previsto!>
"Chi è?"
"Chiara." - mi affretto a risponderle: <dormo qui stasera.> - "penso ci abbiano visto.."
Scoppia a ridere e mi stringe ancora più forte a sé.

Non so se sto facendo la cosa giusta e non me lo sono neanche chiesta, so solo che mi fa stare bene.

"Sei di nuovo felice?"
"Sono molto più che felice."
"Me la presenti?"
"La felicità?"
"Si."
"È qui, disteso al mio fianco."

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