Un morto che cammina, sono un morto che cammina. Non ho chiuso occhio e tra meno di quattro ore devo andare in studio per prepararmi, ci hanno detto di arrivare prima delle 14, hanno delle cose da spiegarci.Continuo a fare avanti e dietro tra la camera e la sala, ovviamente quando mi serve qualcosa non la trovo mai.
"Elo per favore calmati, non ti sopporto più."
"Papà per favore stai zitto." - Sa sempre come rassicurarmi, ma adesso non può, vedo che ci è rimasto male alla mia risposta, gli stampo un bacio sulla guancia - "Dai vestiti che mi accompagni tu." - Ecco un sorriso riapparire sulle sue labbra.
Ore 12:00, tutti molto puntuali questi ragazzi d'oggi devo dire.
Sono già pronti ed eccitati come i bambini al loro primo Natale che aspettano il trenino. Sono in sala relax, li spio dalla regia, sono vestiti di tutto punto e truccati. I ballerini si scaldano, saltellano qua e la, marcano coreografie,provano prese e trovano anche il tempo per smorzare la tensione divertendosi un po' con l'improvvisazione. I cantanti invece sono molto più pacati ovviamente, sono seduti ai tavolini e leggono i testi delle canzoni. Ad alcuni è stata assegnata una corale su 'We are the world' e la provano a cappella. Ci sono dei tipi molto sigolari in questo gruppo: tipo Sergio, è altro più di due metri, di certo non passa inosservato, anche perché lo vedo in piedi vicino ad una ragazzina davvero minuta e sono molto buffi. La ragazza dai capelli fucsia, quella dalla chioma rossa, sono molto eccentrici tutti quanti. Tanti piccoli gruppi e tanta commedia in sala. Due ragazzi a parlare sul divano, i ballerini di latino che volteggiano senza mai fermarsi, chi accorda la chitarra da un lato e chi preme finti tasti di piano sul tavolo.
"Ragazzi uscite in corridoio che tra poco si inizia." - Appena mi vedono apparire alla porta sono già tutti sull'attenti e magicamente cala il silenzio. "Agitati eh?" - Nessuno fiata, annuiscono però.
Eccoli qui, tra di loro ci saranno i 21 nuovi allievi della scuola di Amici. Passo in mezzo a loro, voglio assaporare ogni emozione e ogni movimento.
"Sei agitato?"
"Molto."
"Come ti chiami?"
"Lele."
"Buona fortuna Lele"
"Grazie"
TUTTI IN STUDIO.
Maria inizia facendo questo logorante giochetto del "Maglia si, maglia no", ho l'ansia io per loro e sono qui fuori ad osservarli.
Sergio entra ed anche la ragazzina bassina, Chiara. La ragazza dai capelli fucsia ce l'ha fatta, anche perché ha una voce strepitosa. Anche Lele entra, un folle di nome Cristiano, Nick. Andreas, Gabriele, Alessio. Imparerò tutti i loro nomi da domani, adesso ne ricordo solo un paio, la classe e formata e sono tutti una bomba.
"Elodie sai che nel teatro il viola portava sfortuna?... Però a noi non ci importa, maglia!"
Non ci credo, non può essere, io ammessa?
"Te lo avevo detto che ce l'avresti fatta piccola mia, ho sempre creduto in te." - Inizio a piangere al suono della sua voce.
"Ti voglio bene Pà" - Vedo Sergio avvicinarsi, saluto mio padre e corro verso di lui.
"Hai visto? Sei stata bravissima" - Inizio a ridere e ridere e ancora ridere, non ho mai riso così tanto.
Siamo già in hotel per le camere, sono con Sergio, Chiara e Gessica, entriamo nella hall e nel mezzo c'è Lele, il ragazzino che ha cantato con la chitarra. Non avrà neanche vent'anni. Sta parlando al telefono mentre si tocca il ciuffo guardando allo specchio: "Narciso ci è caduto dentro al pozzo per specchiarsi." - Penso tra me e me, è veramente irritante e vanitoso.
La ragazza della reception inizia a consegnare le chiavi:
"Elodie, Chiara e Gessica stanza 234"
"Gabriele, Lele e Andreas stanza 236"
"Amore siamo vicini di stanza." - Corro ad abbracciare Andreas, si perché è entrato anche lui, non poteva non entrare, è un talento unico nel suo genere.
Sembriamo una scolaresca in gita, non riusciamo a fare silenzio, gente che urla, porte che sbattono, valige che cadono e gente che corre da una stanza all'altra.
"Il letto vicino al balcone è il mio, così esco a fumare." - Esco già a prende una boccata d'aria, ne ho bisogno.
Accendo la prima sigaretta della giornata, non ho mai fumato così poco come oggi. Mi rilasso finalmente e riesco ad assaporare ogni singono evento accaduto oggi, perché ne sono successe davvero tante. Ogni singolo tiro di sigaretta è un'emozione diversa.
Per fortuna che sono tornata a cantare, come ho fatto a rinunciare al mio sogno per così tanti anni? Adesso so per certo che io voglio vivere di questo e voglio farlo per un tempo infinito. Mi ero dimenticata di tutte queste emozioni.
"Quali emozioni Elo?"
"La passione, l'amore, la musica, l'emozione più bella è la musica."
Stasera il cielo è serenissimo, ci sono tantissime stelle e la luna si vede benissimo.
"Che ti ridi?"
Mi giro di scatto e vedo che sull'altro balcone c'è Andreas. "Sono felice."
"Lo sono anche io. Siamo tutti felici. Chissà cosa succederà da lunedì."
"Inizierà il nostro sogno."
Si stava iniziando il mio sogno, ho ripreso in mano la mia vita e voglio farne qualcosa di meraviglioso.
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Amare vuol dire costruire.
Fanfic"Tu hai mai amato?" - Si. "Come ci si sente?" - Bene. "E che volto ha l'amore?" - Guardati allo specchio, ha i tuoi occhi.