Capitolo 10.

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Dopo due giorni Monica fu dimessa dall'ospedale.
Rientrò a casa dove ad aspettarla c'era Simone.
《Dovrei parlarti》disse Simone.
《Prima che lo faccia tu, lo faccio io》rispose Monica.
Simone si sedette, pronto per ascoltare.
《È una decisione affrettata dato che ho perso il bambino da due giorni. E non ti sto dicendo questo perché non vedevo l'ora che succedesse. No assolutamente》disse sospirando. 《Anche se avevo paura ero pronta ad accoglierlo nei migliori dei modi. Questi mesi di convivenza mi hanno fatto capire molte cose. Ma adesso Simo... non serve più stare insieme. Quindi, ho deciso di ritornare a casa. Noi non ci amiamo, ed è giusto così. Certo è strano, intendo ritornare ad essere ciò che eravamo prima, cioè estranei. Ma adesso non abbiamo più nessun motivo per stare insieme》sospirò Monica.
《Non era proprio ciò che volevo dirti ma, appoggio la tua scelta》rispose Simone alzandosi. 《Si. È senza dubbio la cosa migliore》 disse di nuovo lui.
Monica si alzò dalla sedia ed andò nella sua stanza.
Non poteva negare di essere triste. Ma dovevano tornare ognuno per le loro strade.
Aveva visto facce nuove, incontrato persone importanti, fatto delle nuove esperienze e provato dei sentimenti diversi.
Simone bussò alla porta.
《Si?》disse Monica.
《Posso entrare?》 Chiese Simone.
《Certo》
《Stai già facendo le valigie》disse aprendo la porta.
Monica annuì.
《Dopo passo anche a fare le tue se mi dai il permesso》
《Mi farebbe comodo, sono negato. Comunque sono venuto qui per darti questo. È il tuo regalo di compleanno》disse porgendogli la busta.
《È un piccolo pensiero. So quanto tuo padre ci teneva e tu continui a tenerci, anche se non lo ammetti per la tua promessa. Ci vediamo dopo》 disse andando via.
Monica restò sola, e si sedette sul letto con la busta in mano.
L'aprì, e vi uscì una maglia.
L'allargò e la osservò per qualche secondo.
La maglia della Juve con il nome di suo padre "Daniele" ed il numero 1 sotto. Nonostante tutto stava facendo di tutto per essere un bravo genitore, e provando anche ad essere un bravo ragazzo, anche se non erano fidanzati.
Strinse la maglia a se. L'aveva resa veramente felice con quel gesto. La conservò bene e finì le sue valigie.
Entrò nella stanza di Simone. Prese anche le sue valigie da sotto il letto e cominciò a prepararle.
Simone entrò nella sua camera.
《Posso chiederti un favore?》disse Monica mentre continuava a mettere delle maglie dentro le valigie.
《Certo》rispose Simone.
《Questa posso tenerla io?》disse prendendo la maglia da gioco di Simone. Il sette, un numero che l'era sempre piaciuto.
《Se ti fa piacere averla puoi tenerla》le rivolse un sorriso lui.
《Grazie》le disse lei.
《Ma di nulla. Adesso ti lascio continuare》disse andando via ed aspettando che anche le sue valigie furono terminate.
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«le valigie sono terminate» gli disse Monica.
«si, ed Alvaro è qui fuori ad aspettarci» rispose Simone, grattandosi la nuca.
«dove sono le chiavi?» chiese Simone.
«li» gli indicò Monica.
Simone prese le chiavi e gliele porse, e poi andò a prendere le valigie.
«ti aspetto giù » disse Simone, e Monica Annui.
Andò in ogni stanza per controllare che tutto sia apposto. Spense qualche luce.
Dopo che la casa fu completamente buia restò sulla soglia della porta ad osservare quella che per qualche mese fu la sua casa.
«mi mancherà tutto questo» disse chiudendosi la porta alle spalle e lasciando li i ricordi dei due mesi di convivenza con Simone.
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Arrivarono sotto casa di Monica, Alvaro la salutò e tornò in macchina, mentre Simone era ancora fuori.
«Ti volevo solamente ringraziare per quello che hai fatto per me. Soprattutto grazie a te ho capito molte cose e credo di essere cambiata» Lo ringraziò Monica.
«Ma che stai dicendo. Io non ho fatto nulla» disse grattandosi la nuca per l'ennesima volta.
« See you later » Le disse Simone ritornando in macchina e salutandola con un sorriso.
«già, si ci vede... Ma non credo proprio» disse Monica entrando a casa sua.

→ragazziiii è giusto così! Ogniuno per la propria strada 😩←

Mi Sonrisa▽Simone ZazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora