Capitolo 12

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«Paulo, non verrà» disse Stefano.
«Non lo so. Io spero che venga, magari lei è la soluzione per far tornare a ridere Simone» disse Paulo.
L'arbitro fischiò, e la partita cominciò.
Monica non aveva voglia di stare a casa. Salì in camera sua e prese una felpa della Juve che aveva precedentemente comprato, anche se era convinta di non andare allo stadio la mise comunque perché faceva freddo in quel periodo. Uscì di casa, mise le cuffie e cominciò a camminare a vuoto.
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«non c'è » disse Paulo rivolgendosi a Simone, mente l'arbitro sistemava i ragazzi per un calcio d'angolo.
«L'ho conosciuta abbastanza in poco tempo, non verrà» rispose lui grattandosi la barba. (Si! amo simo con la barba *-*)
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«Signorina dove sta andando? La partita è già cominciata da venti minuti» la rimproverò uan tizia da dietro il bancone.
«si lo so, mi dispiace ho fatto tardi!»
«chi è lei che controllo sulla lista»
«Mi chiamo Monica, ed ho un posto in tribuna» disse.
«Monica, Monica, Monica. Ah si, perfetto, può andare, e buona visione»
«Grazie, ma non conosco il posto»
«non si preoccupi, lungo i corridoi troverà le giuste indicazioni» disse rivolgendole un sorriso.
Monica s'incamminò, ma non riusciva a trovare la strada. Era negata, ed era passato anche molto tempo. Ritornò al bancone.
«scusi, mi sono persa»
«non si preoccupi, le chiamo qualcuno»
«Grazie»
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«la lascio qui signorina»
«si grazie, mi scusi per il disturbo»
Adesso doveva solo cercare il suo posto.
Eh si.. Pensò.
S'intristì. Quel posto le evocava davvero troppi ricordi. Le ricordava soprattutto suò papà che esultava. Che l'abbracciava quando la sua squadra del cuore vinceva.
Scese qualche gradino. Osservava la partita dall'alto.
Voleva voltarsi ed andare via. C'era gente che urlava i nomi dei ragazzi. Anche lei lo aveva fatto molti anni fa. Si voltò per andare via, ma ritornò di nuovo su i suoi passi. Non si poteva tirare indietro adesso. Avrebbe potuto affrontare la paura di entrare in uno stadio. Scese qualche altro gradino. Trovò la tribuna, ma ancora titubante. Vide le ragazze dei ragazzi. Osservò il campo e lo vide, bello come lo aveva conosciuto. Si convinse e prese posto.
«Monica!» la salutarono le ragazze.
«Ragazze» ricambio gli abbracci.
Dopo essersi scambiata i saluti si sedette al suo posto.
Forse per una volta era riuscita ad affrontare la paura con la forza. E quello gliel'ho aveva insegnato Simone. E per amore avrebbe fatto di tutto... Era innamorata della persona che aveva odiato. In fin dei conti si sa che dall'odio nasce l'amore.
Primo tempo terminato. I ragazzi si stavano dirigendo negli spoiatoi.
«Paulo sono qui!» attirò l'attenzione Jade.
Simone resto immobile, aveva davvero affrontato la paura di entrare in uno stadio solo per vederli. Sorrise e lei ricambiò. Paulo le fece segno di raggiungerli, come di consueto facevano le loro ragazze.
«Monica!» l'abbracciò Simone nello spoiatoio.
«alla fine sei riuscita a combattere una delle tue più grandi paure!» disse mentre Monica ricambiò l'abbraccio.
«si, e per questo devo ringraziare te Simo» rispose lei felice di averlo rivisto.
«chi è lei?» interruppe una ragazza magra. I due sciolsero l'abbraccio.
«Simone rispondi chi è questa ragazza con cui ti stavi abbracciando fino ad un attimo fa?»
Monica restò a fissare Simone cercando di capire chi fosse quella ragazza saltata fuori dal nulla.

→ eh eh! Si continua domani! Intanto per oggi ho fatto un doppio aggiornamento per farmi perdonare se in questi giorni non ho aggiornato. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, scusate sempre per eventuali errori e Buon proseguimento di serata♥←

Mi Sonrisa▽Simone ZazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora