«Si, ma quel See you later?» Disse Monica al cellulare con l'amica Cristina.
«Monica, Calma! Vi rivedrete, te lo ha detto!» disse cercando di calmare l'amica.
«io non credo proprio!»
Era passato un mese da quell'ultima telefonata e di Simone nessun messaggio.
«Buongiorno tesoro» disse la madre salutandola.
«Ciao mamma» ricambiò con un bacio in guancia, mentre il cellulare le squillava.
Numero privato, o meglio che lei non conosceva.
«pronto?» chiese.
«Pronto, Monica?» disse un ragazzo dall'altra parte del cellulare.
«si, ma con chi parlo?».
«sul serio non mi riconosci?» disse stupito.
«hai qualcosa di familiare, ma in questo momento non mi viene nulla in mente, scusa»
«tranquilla, sono Paulo»
«Paulo! Oh Madonna la tua voce cambia al cellulare, non riuscivo a capire» disse ridendo. «è successo qualcosa?» chiese ancora Monica.
«no assolutamente, volevo chiederti una cosa. Tra due settimane ci sarà una delle tante partite, ma abbiamo deciso che dopo andremo a mangiare fuori, mi chiedevo se volessi venire con noi»
Monica restò in silenzio.
«non so Paulo, devo pensarci. Però avrai una risposta tranquillo»
«sarebbe una bella cosa, sia per te che per Simo, che ancora ci sta un po male per la storia del bambino. Era un modo per divertirci, e stare tutti insieme. Allora aspetto una tua risposta, eh?!»
«tranquillo, ti chiamerò il prima possibile. Un bacio, ciao!» si salutarono.
Dall'altra parte.
«che ha detto?» chiese curioso Álvaro.
«era un po titubante. Deve ancora darmi una risposta. Temo sia più sul no che sul si»
«pff!» sbuffò Simone. «è per via della promessa» continuò Simone.
«quale promessa?» chiese Paulo.
«Suo padre non c'è più. Era un tifoso di questa squadra» disse guardando lo stemma sulla sua maglia. «ogni volta che si avvicina ad uno stadio le vengono in mente tanti ricordi. Forse è per questo che era così acida con me» disse sempre non distogliendo lo sguardo sullo stemma.
«quindi non verrà.. » disse Paulo con lo sguardo basso.
«dai Paulo avrà anche le sue buone ragioni se non verrà » disse Álvaro.
Da Monica.
«non so se Andrò, mamma» disse giocando con la sua tazza.
«ma è un opportunità di poterti liberare di quella storia. Non è una cosa bella lo so, ma neanche potrai vivere non entrando più in uno stadio» disse la madre.
«no, mamma non andrò» rispose Monica alzandosi dal tavolo.
Mancava un giorno a quella famosissima partita, o meglio ore dato che erano ormai le 23:30.
«Paulo?» lo chiamò al cellulare.
«Monica!»
«Scusami se mi sto facendo viva solo adesso. Ma ci ho pensato molto, quindi mi sono ridotta alle ultime ore, ti prego di scusarmi per questo, ma credo proprio che non verrò»
«mmm, capisco. Non insisto ma non cancello il tuo posto in tribunale, nel caso cambi idea» disse Paulo.
«ti ringrazio per quello che stai facendo» dissero scambiandosi la buona notte.
Durante la notte non aveva chiuso occhio, ma dopo esserci riuscita si svegliò tardissimo, le 15:00. È tardissimo, pensò alzandosi.
«oggi ci sarà la partita!» disse ad alta voce. «ma cosa dico io non ci andrò» disse scendendo in cucina.
Prese un biglietto sul tavolo.
"Tesoro oggi non ci sarò tutto il giorno, ho un importante impegno di lavoro. Mi raccomando mangia qualcosa per pranzo. Dimenticavo, vai a quella partita. devi uscire e divertiti! Baci Mamma!"
Sorrise e posò nuovamente il biglietto sul tavolo.
Andò di sopra dato che non aveva fame. Riempì la vasca, e si fece un bagno.
Si vestì con un jeans strappato, anche tanto. Mise anche una canotta bianca, e le air force bianche (si, mi piacciono *-*).
Lisciò i capelli e mise un filo di trucco, anche se non aveva voglia di andare da nessuna parte, ma di rimanere a casa. Guardò l'orario, e si passò in fretta, le 18.
L'ansia cominciava a salire. Prese il cellulare per chiamare Paulo, ma ci ripensò. Non poteva andare. Anche se avrebbe rivisto Simone. Eh si, solo meno di due ore all'inizio della partita.→ eh eh!!! Sto correndo con il tempo lo so. Ma siccome la storia non deve durare in eterno, lo faccio solo per non fare capitoli stupidi che durino 200 parole ←
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Mi Sonrisa▽Simone Zaza
Romansa❝Tanto lo sai che sul quel muro alzato dall'orgoglio, prima o poi ci faremo l'amore.❞