ⅩⅢ

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Entrò in sala tremando e quasi le cadde il vassoio dalle mani.
André.
Il suo André.
Stava chiedendo alla contessina Girodelle di sposarlo.
Vide il generale voltarsi per guardarla.
«S-Scusate il d-disturbo....»
André si voltò di scatto sentendo la sua voce e Oscar vide i suoi occhi inumidirsi.
"Non puoi avermi fatto questo André!"
"Oscar... Perché sei scesa?!Ti avevo chiesto di rimanere in camera!"
Oscar poggiò il vassoio sul tavolo e si allontanò in fretta dalla sala.
André fece per seguirla ma la voce del Generale lo fermò.
«Di cosa stavamo parlando? Ah si! Continua André»
"Padre..."

///@///

Oscar corse in camera sua piangendo disperata.
Come aveva potuto usarla in quel modo?
"Bastardo... Bastardo... Bastardo!"
Oscar si lasciò scivolare a terra attaccata ancora alla porta.
"Non può essere... È solo un brutto sogno... No non può essere..."
Si alzò lentamente e rimase ferma davanti la porta per un po'.
Poi iniziò a buttare tutto per aria.
Lo sgabello, il piccolo tavolino, le carte sulla scrivania...tutto.
E gridava.
Gridava con tutto il fiato che aveva in corpo.
Disperatamente, continuando a piangere, si accasciò al suolo per lo sforzo.
Sentì qualcuno bussare alla porta e il vociare di tutti.
Oscar continuo a gridar, senza fermarsi.
«Oscar!»
La voce di André le entrò dentro, provocandole un pianto più violento.

///@///

«Oscar fammi entrare!»
André continuava a sbattere i pugni contro la porta ma, oltre le sue grida e il suo pianto, non accadeva nulla.
Cercò di aprire ancora la porta ma era chiusa a chiave.
Fece forza contro essa e dopo vari tentativi ci riuscì.
Entrò come una furia e rimase sconvolto dal caos che regnava nella stanza.
Oscar era quasi stesa sul suolo e non lo sentì entrare.
Si abbassò per guardarla e poggiò una mano sulla sua spalla.
«Oscar...»
«SEI UN BASTARDO ANDRÉ! UN BASTARDO!»
«O-Oscar...»
La ragazza si allontanò da lui cercando di alzarsi in piedi.
«Perché mi hai raccontato tutte quelle bugie?! Perché mi hai detto che mi amavi? Che volevi sposarmi, avere una famiglia?! Perché?!»
«Oscar fammi spiegare...»
«No! Cosa c'è da spiegare? Nulla! È tutto fin troppo chiaro! Tu ami la contessina! L'hai sempre amata! Ed io? La tua amante! No André, io non sono un giocattolo! Tu non sai che  ogni gesto ed ogni parola cela una cosegueza... Mi fai schifo André... Come ho fatto ad innamorarmi di te?! Sei un mostro!»
André non riuscì a dire nulla, le lacrime gli offuscavano la vista.
«Oscar aspetta... No-n non è come cre-credi...»
«André smettila! Smettila! Smettila di dire bugie... Smettila...»
Oscar  cadde di nuovo inginocchio.
«Basta...»
André era rimasto inginocchio tutto il tempo, non riusciva a trattenere le lacrime.
«Tutti quei "ti amo"...»
La voce di Oscar  era sottilissima, tutta la voce era sparita all'improvviso.
«Quei baci...»
Erano rimasti solo loro nella stanza, tutti gli altri erano spariti, neanche sentivano la loro presenza.
«Tutte quelle volte che...»
Oscar  sospirò, strinse le braccia al ventre.
«Io ti amo Oscar...»
«No André, tu non mi ami...»
«Ascoltami Oscar io...»
«Non voglio ascoltarti... Generale avete le mie dimissioni, sia come servo, che come "abitante" di questa casa»
Si alzò e prese i suoi vestiti.
André si avvicinò a lei da dietro e le baciò le spalle.
«Non ti stavo mentendo... Ti amo veramente...»
Oscar si girò a guardarlo.
«Non voglio i tuoi baci... Sono quelli di Giuda...»
André le accarezzò la guancia dolcemente.
Oscar  gli diede un piccolo bacio sulle labbra.
André la strinse forte a se approfondendo il bacio.
Era un bacio d'addio.
Nonostante tutto Oscar lo amava, e l'avrebbe amato per sempre.
Ma ora non poteva rimanergli accanto.
Si allontanò lentamente da lui, lasciando il calore delle sue labbra.
«Addio»

Nessuna certezza, l'amore accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora