XXXIII

945 36 54
                                    

*~_André_~*

Sono passati quasi otto mesi dal matrimonio e tutto è cambiato.
Soprattutto il mondo che mi circonda.
La vista è peggiorata ancora, tutto è incolore ed è tutto sfumato.
Il dottore mi ha prescritto alcuni impacchi e devo ammettere che stanno funzionando.
La vista non tornerà più quella di una volta ma almeno non diventerò cieco, per ora.
Vorrei vedere mia figlia crescere, ormai manca solo un mese al suo primo compleanno.
I suoi capelli sono un po' più lunghi, toccano a malapena le spalle.
Oscar mi ha detto che i suoi occhi sono di un verde brillante e che le ricorda molto quello che miei occhi erano prima di diventare quasi vitrei.
Ha provato anche a camminare, anche se molte volte è caduta ha continuato a provarci.
Mi ricorda molto una persona.
Oggi è il 26 agosto, il mio compleanno.
È il primo anno che non c'è mio padre, la mattina, ad augurarmi una buona giornata e un anno di assoluta felicità.
È difficile digerire ciò, nonostante tutto quello che mi ha fatto, che ci ha fatto.
Stiamo facendo colazione, Oscar mi sta accanto con Adèle tra le braccia.
Sono così belle insieme, anche se non le vedo bene sono sicuro che sia così.
Infondo, ho sposato la donna più bella che io conosca, sua figlia non può essere da meno.
La sento balbettare dolcemente, tenendo in mano forse un cucchiaio e me lo porge.

///@///

«Papà!»
André si girò velocemente verso di lei, quasi attratto da quella voce.
«Papà...!»
Oscar sorrise dolcemente, girandosi a guardarlo.
«Papà... La tua piccolina ti vuole...»
André la continuava a guardare incantanto.
L'aveva chiamato papà.
La bambina continuava a porgli il cucchiaio, guardandolo quasi preoccupata.
«Pa... Pà?»
Adèle si voltò verso la madre chiamandola.
«Mamma....»
«Amore mio...»
André le accarezzò lentamente il viso, prendendo la posata.
«Papà!»
La bambina sorrise, applaudendo e ridendo.
I due si guardarono in faccia, gli occhi di Oscar erano lucidi, stentava a trattenere le lacrime di gioia.
«Oscar...»
«Oh...»
André le asciugò una lacrima con la mano, sorridendole dolcemente.
«Sta crescendo... La nostra bambina...»
Oscar l'abbracciò fortemente a se, ricevendo un buffo abbraccio dalla piccola.
André le strinse entrambe, sentendosi l'uomo più felice e fortunato del mondo.

///@///

«Oscar...»
L'uomo si voltò a guardarla preoccupato, era da un paio di settimane che non stava bene ed era preoccupato.
«... Va tutto bene?»
«Si, non devi preoccuparti»
Oscar gli sorrise, accarezzandogli la guancia lentamente.
«Devo far chiamare un dottore?»
«Non ce n'è bisogno... Mi ha già visitata»
«Cosa ti ha detto?»
«Io...»
«Tu...»
Oscar era rimasta in silenzio, guardandolo intensamente.
«Oscar così mi fai preoccupare»
«Sono malata André e...»
«E...?!»
André sgranò gli occhi, terrorizzato dall'idea di una possibile malattia.
«Oscar ti prego parla!!»
La prese per le spalle, avvicinandola al suo viso.
«Ed è tutta colpa tua»
Sbiancò letteralmente, fermandosi a fissarla stupito.
«C-Cosa...?»
«André dovevi stare più attento...»
Oscar si tratteneva dal ridere, la sua espressione era veramente molto buffa.
«N-No...n capisco... Cosa stai...»
Oscar poggiò le mani sul suo volto, avvicinandolo ancora di più a se, fino a sfiorare il suo naso.
«Mi ami André?»
«Certo Oscar... Ti amo con una forza che tu non puoi neanche immaginare...»
«Allora vedi? I conti tornano. È solo colpa tua»
«I-Io...»
«André se non mi avessi amato con tutto questo trasporto... Adèle non sarebbe qui...»
Oscar sospirò profondamente, cercando di calmarsi.
«Oscar... Tu...»
«Ti piacerebbe avere un altro figlio?»
«Certamente Oscar... È la cosa ce desidero di più al mondo... Non che Adèle non mi basti...»
«Allora preparati a farti chiamare papà da un'altra persona.... André aspetto tuo figlio!»

///@///

*~_André_~*

Quanti anni sono passati da quel lontano 5 maggio? Da quanto ho scoperto quale bellissima donna si nascondeva dietro la maschera di Oscar?
Dieci anni.
Dieci anni pieni di felicità e dolore, pura gioia e puro dolore.
Stai giocando con Adèle e Adrien nel giardino della nostra villa londinese, seduta sulla sedia ad insegnare ai bambini un nuovo gioco.
Siamo scappati dalla Francia non appena è iniziata la caccia ai nobili. Nonostante il popolo sapesse del nostro matrimonio, del primo matrimonio post-rivoluzionario tra un nobile ed un plebeo, non eravamo certi che nessuno mi denunciasse, o meglio ci denunciasse.
Siamo partiti la notte l'anniversario della presa della Bastiglia, nonostante le tue condizioni hai preferito partire per salvarmi.
Dopo molti giorni di viaggio, appena arrivati a Londra un uomo ci avvisò della morte di tua nonna e di mia madre.
Avevano preferito rimanere a Parigi, consapevoli delle conseguenze.
Fabien e Marie invece ci hanno seguito, abitano nella casa accanto alla nostra.
Sei stata malissimo, così tanto che per alcuni giorni pensammo che avessi abortito inconsapevolmente.
Invece il bambino si era salvato miracolosamente, sia da quel aborto che dal parto.
Stavi morendo, tutto per dare alla luce quel bambino che tanto volevamo, che Adèle voleva.
Un bambino miracolato, dice sempre il dottore quando lo vede.
Oscar non poteva avere più figli, era già tanto se è ancora con noi.
Ora Adèle ha nove anni, mentre Adrien otto.
Ormai quella piccola principessina è scomparsa, al suo posto c'è invece una bellissima bambina dai lunghi capelli biondi e dagli occhi profondi come due smeraldi.
Adrien invece, è identico a me, salvo gli occhi. Sono dello stesso azzurro della madre.
«Papà! Papà! Sei tornato!»
Adèle ed Adrien mi abbracciano calorosamente, ora lavoro come generale della guardia londinese e sono via per la maggior parte della giornata.
«Adèle... Adrien...»
Li stringo forte tra le braccia.
Ormai loro sono l'unica cosa che mi stai lasciando.
Un giorno sei svenuta mentre correvi insieme a loro.
Il dottore non è riuscito a capire bene cosa fosse successo nel tuo corpo ma ha lasciato intendere che di certo non era nulla di buono.
Il tuo cuore sta rallentando sempre di più, ormai manca poco.
«André... »
«Come stai?»
La mia vista è migliorata, ma ammetto che avrei preferito diventare cieco al posto di vederti morire.
«Sto bene, non preoccuparti. Oggi è venuto il dottore, ha detto che il cuore sta riprendendo il ritmo di prima»
In effetti, sei migliorata, e anche di molto.
Il tuo viso è più roseo, e la mano è più calda. Sento il battito cuore sotto la mano.
Forse... Puoi guarire

///@///

*~_Oscar_~*

Ho avuto due attacchi di cuore nel corso della mia vita, ed eccomi qui, viva, con i miei adorati bambini e mio marito.
Io e André abbiamo ormai superato la soglia dei cinquant'anni, mi sembra ieri avere quattordici anni e di recarmi con te a Versailles per accompagnarti in un'altra giornata lavorativa.
Ora invece sono qui, vicino a te, legati da un legame più forte dell'amicizia.
Quest'anello che porto al dito ne è la conferma.
Adèle e Adrien sono cresciuti, ora hanno diciannove e diciotto anni.
Sono ancora nel fiore degli anni, ed Adèle si è innamorata di un ragazzo di campagna, l'attendente di Adrien.
«Io credo che Xavier ricambi i sentimenti di Adèle»
«Anch'io lo penso... Credi che li fermerai?»
«Non sono mio padre, per me può sposare chiunque, basta che sia felice»
Ti sorrido girandomi a guardare fuori dalla finestra dove, in un angolo appartato del giardino, Adèle e Xavier si scambiano un tenero bacio.

Nessuna certezza, l'amore accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora