CAPITOLO 2

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Una volta, mentre Mika era nascosto su un albero e aspettava che un qualche tipo di selvaggina passasse da quelle parti, si addormentò e cadde da un'altezza di tre metri, atterrando sulla schiena. La botta sembrò svuotargli i polmoni e lui rimase lì sdraiato, faticando a respirare, a cercare di sopravvivere.

E' così che il ragazzo si sente ora. Cerca di ricordare come si fa a respirare, a parlare e a muoversi. Il nome del fratellino gli rimbomba in testa.
La buona sorte era dalla parte di Fortunè.
Ma non è bastato.

In lontananza il riccio può sentire il pubblico brontolare scontento, come fa sempre quando viene scelto qualcuno di così giovane, perché tutti pensano che sia sleale.
Il suo sguardo si posa finalmente sul fratellino e lo vede, sbiancato in volto, le mani strette in pugni, che si avvia verso il palco. Alcuni ricci gli ricadono sulla fronte e gli coprono gli occhi.
Il ragazzino passa accanto a Mika e il giovane sembra ridestarsi solo allora.
-Fortunè!- Il grido soffocato gli esce dalla gola e i suoi muscoli ricominciano a muoversi.
-Fortunè!- urla ancora e non ha bisogno di sgomitare tra la folla: gli altri ragazzi gli creano un varco e lui corre verso il fratello, verso il palco.
Lo afferra per una manica della camicia proprio quando sta per salire i gradini.
-Mi offro volontario!- ansima Mika, disperato. -Mi offro volontario come tributo!-

C'è un po' di trambusto sul palco. Il distretto 12 non ha un volontario da decenni e il protocollo si è arrugginito. La regola vuole che, quando il nome di un tributo è stato estratto dalla boccia, un altro ragazzo o un'altra ragazza che corrispondono ai requisiti possono farsi avanti e prendere il posto della persona di cui è stato letto il nome. In certi distretti, nei quali vincere la mietitura è considerato un grandissimo onore e la gente è impaziente di mettere a rischio la propria vita, offrirsi volontari è complicato. Ma nel Distretto 12, dove il termine tributo è quasi sinonimo di cadavere, i volontari sono praticamente inesistenti.

-Splendido!- Sorride Tiger Lily, con il solito entusiasmo. Inizia a parlare di una qualche procedura ma il sindaco la interrompe.
-A che serve?- brontola. Sposta lo sguardo su Mika e lo fissa con aria addolorata. Nono lo conosce bene ma ha una vaga idea di chi sia. Anni fa, dopo la morte del padre, era stato proprio quell'uomo a consegnare a lui e ai suoi fratelli una medaglia al valore.
-A che serve? Lasciate che venga.- ripete e sospira profondamente.

Fortunè è scoppiato in lacrime, si stringe con tutte le sue forze al fratello.
-No, Mika, non puoi!- Gli urla, in preda al panico.
Zuleika deve essere svenuta subito dopo le parole del fratello maggiore.
-Fortunè, lasciami andare.- gli dice Mika in tono duro, perché è sconvolto e non vuole piangere anche lui.
La sera trasmetteranno la replica della mietitura, non può mostrarsi debole perché sarebbe considerato un bersaglio facile, come se la sua altezza già non giocasse a proprio sfavore.

Ad intervenire è Katy, che stringe a sé il ragazzino e cerca di farlo stare fermo.
-Va su, MIk...-dice, sforzandosi di abbozzargli un sorriso poi si allontana e porta Fortunè dalla madre che, in lacrime, stringe a sé Zuleika, priva di sensi.
Mika si fa forza e sale lentamente i gradini. La testa gli gira vorticosamente e spera di non cadere anche se sente le gambe troppo leggere.
-Bene, bravo!- Si esalta Lily. -Questo è lo spirito del programma!- è entusiasta di avere finalmente un po' di azione nel distretto. -Come ti chiami?- Chiede, lasciando scivolare dolcemente i capelli azzurri da un lato mentre inclina il capo.
Mika deglutisce a fatica. -Mika.. Michael Holbrook Penniman Junior.- Risponde.
-Ah! Me lo sentivo che quello doveva essere tuo fratello! Vi somigliate così tanto! Non vuoi che ti rubi tutta la gloria, vero? Coraggio, allora! Facciamo un bell'applauso al nostro nuovo tributo!- Trilla con una vocina fastidiosamente acuta Lily. Michael sta cercando di non vomitare.

Nessuno batte le mani. Il Distretto 12 piomba nel silenzio, che è la massima forma di disapprovazione di cui gli abitanti possano disporre.
Quasi tutti conoscono Mika per un motivo o per l'altro o conoscono la sua famiglia. Sanno che tutto questo è profondamente sbagliato e sono rimasti colpiti dal suo coraggio nel prendere il posto del fratellino.
Il riccio è grato di quel silenzio, poi accade una cosa che assolutamente non si sarebbe mai aspettato: prima uno, poi un altro, poi tutti i componenti del pubblico portano tre dita di mezzo della mano sinistra alle labbra e la tendono verso di lui.

E' un antico gesto del loro distretto, un gesto che si usa di rado e si vede qualche volta ai funerali. Significa Grazie, significa ammirazione, significa dire addio a una persona a cui vuoi bene.

Mika sente gli occhi pizzicare e teme di non riuscire più a trattenere le lacrime quando Elio gli si avvicina ridendo. -Guardatelo. Guardate questo qui!- Urla, mettendogli un braccio attorno alle spalle. -Mi piace! Ha un gran fegato! Molto più di voi!- Osserva per un attimo gli occhi impauriti di Mika e abbozza un lieve sorriso al ragazzo prima di allontanarsi. -Più di voi!- ripete, rivolto direttamente alla telecamera.
Elio è l'unico così folle da potersi permettere di insultare Capitol City senza avere paura delle conseguenze.

Il ragazzo riccio ora ha smesso di ascoltarlo, il suo sguardo è puntato sulle colline in cui solo poche ore prima era stato con Andy. Per un attimo pensa che avrebbe davvero potuto scappare con lui, ma poi si rende conto che nessuno avrebbe preso il posto di Fortunè o forse lo avrebbe fatto Zuleika e quel pensiero lo fa rabbrividire.
No, non avrebbe comunque potuto fuggire.
-Che giornata eccitante!- Lily fa un lieve saltello e si riavvicina all'urna. -Ma altre emozioni ci attendono! E' giunto il momento del nostro secondo tributo!- Afferra la prima strisciolina di carta che le capita e Michael non fa nemmeno in tempo a sperare che non si tratti di Zuleika o di Andy che la donna dai capelli turchini sta già leggendo il nome. - Federico Lucia!-

Mika sbianca ancora di più se possibile. Conosce quel ragazzo anche se non ci ha mai parlato.
Federico raggiunge il palco con una finta sicurezza e quasi inciampa sui gradini, segno che è molto agitato in realtà.
Non ci sono volontari a prendere il suo posto ma è comprensibile: non ha fratelli e di certo i cugini non hanno intenzione di prendere il suo posto.

E' normale. Per la maggior parte delle persone nel giorno della mietitura i legami di famiglia non sono più tanto forti. Il gesto di Mika è molto raro.
Come ogni anno, a questo punto, il sindaco inizia a leggere il Trattato del Tradimento, ma il riccio non ascolta nemmeno una parola.

Mika e Fedez, il soprannome di Federico, non sono amici. Nemmeno vicini. Non si parlano. La loro sola interazione risale ad anni fa. E' probabile che Fedez nemmeno se lo ricordi, pensa Mika, che invece sa che lui non potrà mai dimenticare...

E' successo nel periodo peggiore, il signor Penniman era rimasto ucciso tre mesi prima e Joanie stava cercando di fare il possibile per i suoi bambini. Ma Mika era difficile da gestire.
Aveva sempre avuto strani gusti, alla mamma non importava molto ma si preoccupava tantissimo quando vedeva il ragazzino tornare a casa con dei lividi e i vestiti stracciati.
Mika aveva sempre avuto una certa preferenza per i ragazzi e i suoi compagni di scuola lo avevano preso come bersaglio preferito.
Quel giorno era stato accerchiato da cinque coetanei decisamente più robusti di lui. Sentiva le ossa fratturarsi e non riusciva a gridare aiuto. La vista iniziava a vacillare e aveva smesso anche di cercare di ripararsi dai calci.
Credeva che sarebbe morto lì, in quel vicoletto dietro la scuola.
Poi era arrivato Fedez: molto più basso di lui ma con molti più muscoli e uno sguardo iniettato di sangue.
Mika non ricordava bene cosa fosse successo, sapeva solo che quel ragazzino era corso in suo aiuto ed era riuscito a salvarlo. Aveva ben impressi nella mente quegli occhi scuri che lo fissavano e quella voce che gli sussurrava che era tutto passato.
Lo aveva visto qualche giorno dopo a scuola e aveva subito notato il labbro spaccato e il livido violaceo sotto ad un occhio ma quando si era avvicinato per parlargli, Federico lo aveva ignorato come se non fosse successo nulla.
Il riccio si era scoraggiato e, temendo perfino di poter essere picchiato da lui, lo aveva lasciato stare e se ne era tenuto alla larga perché non voleva altri guai.
Da quell'episodio, i bulli avevano smesso di dargli fastidio. Qualche volta lo insultavano ma nessuno lo aveva più toccato.

Forse, se lo avesse ringraziato, ora Mika si sentirebbe meno combattuto. Sta per essere gettato in un'arena con l'unico ragazzo che lo abbia mai aiutato, per combattere all'ultimo sangue. Non sembrerebbe un ringraziamento molto sincero ormai.

Il sindaco conclude il monotono Trattato e fa cenno a Mika e Fedez di stringersi la mano.
Federico guarda dritto negli occhi il riccio nonostante la differenza di altezza e lì il Michael capisce che anche lui ricorda.
Si girano all'unisono verso il pubblico mentre suonano l'inno di Panem.
Nella mente di Mika si crea un pensiero a cui non darebbe mai voce: sono in ventiquattro, ci sono buone probabilità che qualcun altro uccida Federico prima che debba farlo lui.

Di certo le probabilità non sono state molto benevole, ultimamente.

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Come promesso, appena tornata mi sono messa all'opera con questo capitolo ;) spero vi piaccia!
#KeepMidezAlive

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