CAPITOLO 12

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-Va' pure a perdere tempo, ti aspettiamo qui.- dice Roshelle.

Federico adesso intravede appena Mika, illuminato da una fiaccola, mentre torna dal ragazzino accanto al fuoco. Il riccio ha il viso livido, un braccio fasciato e zoppica un po'. Devono averlo trovato comunque nel bosco. Ma nessuno del distretto 12 si sarebbe mai unito a quel branco di lupi dei favoriti solo per vivere un altro po'! Forse, pensa Fedez, Mika sarebbe stato davvero un perfetto Capitolino. Si sente il sangue ribollire nelle vene nonostante il freddo pungente. Lo ha tradito nel più meschino dei modi. Chissà cosa staranno dicendo a casa di lui. Chissà cosa inizieranno a dire della sua famiglia. Tutto ad un tratto vedere il suo volto proiettato in cielo diventa un desiderio pulsante. Gli altri tributi attendono che Mika sia abbastanza lontano per iniziare a parlare tra di loro.

-Perché non lo uccidiamo subito e la facciamo finita?-

-Lascia che ci venga dietro. E' utile con quell'arco.-

Federico trattiene una smorfia di disgusto.

-E poi, con lui abbiamo molte più possibilità di trovare l'altro- Federico impiega mezzo secondo a capire che stanno parlando di lui.

-Perché, credi che ne sia davvero innamorato?-

-Potrebbe. Anche se non so come ci si possa innamorare di uno così... Ogni volta che me lo rivedo a fare piroette con quel vestito mi viene da vomitare-

-Però ha preso un undici... Dobbiamo stare molto attenti-

-Comunque, sai la figata a vederli ammazzarsi uno contro l'altro? Speriamo che non crepi prima!- il rumore di Mika che ritorna li zittisce.

-Era morto?- chiede con un sorrisetto Giò.

-No, ma adesso lo è- risponde Mika. Fede stenta a riconoscergli quel tono di voce. In quel preciso momento il cannone spara.

-Pronti a muoverci?- Il branco dei favoriti parte di corsa mentre l'alba comincia a spuntare.

Federico resta ancora sull'albero, bisognoso di digerire quello che ha sentito. Non solo Mika sta con i Favoriti, ma li aiuta anche a cercarlo. Il ragazzo scemo che ha confessato il suo amore prima di essere mandato al massacro. E' una vendetta per avergli rovinato la reputazione?

Intanto il corpo di Alex viene portato via da un hovercraft. Federico deicide che è il momento di andarsene da lì. Raccoglie le sue cose e scende dall'albero. Mentre era nascosto le telecamere non hanno potuto di sicuro riprenderlo per bene ma adesso gli stanno facendo un bel primo piano per la tv. Il ragazzo mantiene uno sguardo calmo, deciso. Non ha intenzione di farsi vedere confuso. Fa un sorrisetto strafottente e poi riprende a camminare. Si ricorda delle trappole piazzate e, nonostante non sia molto prudente, va a controllarle perché la speranza di poter mangiare un po' di carne fresca è troppo forte. Ha preso un coniglio. Torna all'accampamento del ragazzino morto, pulisce il coniglio, ci fa uno spiedo e lo mette sulla brace ancora calda. Accendere un altro fuoco sarebbe da stupidi. Spera che sia stato ripreso dalle telecamere perché questo agli occhi degli sponsor lo rende più interessante. E' capace di cacciare e quindi non morirà di fame tanto facilmente. Una volta cotto, Federico prende lo spiedo e se ne va in fretta nella direzione opposta presa dai favoriti. Mangia un po' di carne e mette il resto da parte. Ora il problema è la sete.

Non può fare a meno di pensare agli sponsor. Ce li hanno ancora? O il tradimento da parte di Mika ha distrutto tutto?

La giornata trascorre lentamente e dell'acqua nemmeno l'ombra. E' ormai tardo pomeriggio quando Federico scorge una macchia di cespugli di bacche. Si precipita a staccare i frutti per succhiarne il succo ma proprio mentre li sta portando alle labbra si rende conto che non si tratta di mirtilli. Hanno la forma un po' diversa e, quando ne spacca uno, nota che dentro è rosso sangue. Decide di lasciare stare quelle bacche perché non è sicuro che siano commestibili. La sera si arrampica nuovamente su un albero. E' sfinito e non ha neanche più appetito. Risuona l'inno e compare la foto di Alex.

Il mattino per Fedez è quasi impossibile resistere. Cade dall'albero più che scendere. E' lento, ha la testa che gli scoppia e la vista annebbiata. Pensa ad Elio, che potrebbe mandargli dell'acqua tramite gli sponsor ma non lo fa. Si sente tradito e abbandonato. Si accascia a terra e porta le mani sul viso. Elio è un tipo un po' strano ma lo farebbe davvero morire di sete...? Perché non lo sta aiutando? Forse perché sa che non ce n'è bisogno. Fedez viene quasi folgorato da questa prospettiva. Stringe i denti e si tira su. Deve essere vicino all'acqua. Prende un ramo rotto e lo utilizza come bastone per andare avanti. Il sole picchia ancor più dei primi due giorni. Gli occhi gli bruciano e le labbra sono secche e ferite.

Nel pomeriggio sente di essere vicino alla fine. Scivola a terra e lì rimane, con gli occhi chiusi. Elio non ha intenzione di aiutarlo. La sua morte significherebbe guai per Mika, magari vogliono vedere cosa succederà quando i favoriti scopriranno che lui è morto.

Va tutto bene, pensa. C'è un profumo leggero che gli ricorda quello dei gigli, il terreno è soffice, l'aria è meno calda. Almeno non sono stato ammazzato da nessuno, riflette mentre traccia piccole spirali nel fango.

Fango. Fango. Fango! Gli occhi del ragazzo si spalancano. Fango, ninfee! Si trascina in direzione del profumo e a cinque metri da dove è caduto si ritrova in uno stagno. Con le mani tremanti, recupera la bottiglia e la immerge nell'acqua. Aggiunge un po' di tintura di iodio per disinfettarla ed attende una mezz'ora che l'acqua sia pronta. E' un'agonia ma almeno può stare al fresco intanto. Lentamente, beve a piccoli sorsi. Riempie altre due volte la bottiglia prima di nascondersi di nuovo su un albero. Non è morto nessuno durante la giornata. Federico pianifica la giornata successiva: se ne starà lì a riposare, bere e mangiare per rimettersi in forze. Tanto è lontano da tutto e tutti. Qualche ora dopo, il rumore di una fuga disordinata lo sveglia. Si guarda attorno, confuso. Non è ancora l'alba ma i suoi occhi arrossati e provati dal sole del giorno prima riescono a vederlo lo stesso. Sarebbe difficile non accorgersi del muro di fuoco che gli sta piombando addosso.

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