Capitolo 8

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Scendo dalle forti braccia di Eric e lo guardo, fin'ora non l'avevo mai guardato veramente.
Un brivido mi passa lungo tutta la schiena e guardo i miei piedi nudi da quando ero scappata di casa.
«Andiamo a cercarti un paio di scarpe che dici Al?» disse Eric guardandomi i piedi.
Poi mi prende sulle spalle e ci incamminiamo verso il centro della città.
Lungo la strada vecchia e polverosa era pieno di bancarelle che vendevano ciarpame e negozietti di abili artigiani e sarti.
C'era chi faceva e vendeva i vasi, chi creava strumenti musicali, chi tesseva delle stoffe pregiate.
Era meraviglioso, sembrava di essere tornati al medioevo che tanto amavo e studiavo.
Trovato il negozio di scarpe, Eric mi mette giù ed entriamo. Attaccato alla porta c'era un simpatico campanellino che appena suonato attira l'attenzione del proprietario del negozio, che subito con la sua voce prorompente esclama.
«Benvenuti nel paradiso dei calzari!
Io sono il Re dei piedi»
Quest'uomo era alto pocomeno di un manico di scopa, con i suoi fianchi un po' ingombranti, fa un inchino facendo cadere uno scaffale di scarpe con la punta. Era buffo e divertente, un pochino maldestro, ma, con tutto questo mi ha fatto rallegrare.
Aveva dei lunghi baffi ben curati e arricciolati all'insù, un paio di occhialini tondi senza stanghette, incastrati nella piccola punta del naso.
I capelli castani pettinati con una linea in mezzo, pieni di lacca e unto.
Subito quello strano omino mi guarda i piedi.
«Oh povera cara, che cosa ti è successo? Ti sono scappate le scarpe!?» esclama divertito.
«Salve.. mi servirebbero un paio di scarpe stringate, magari un paio di converse» rispondo piegando leggermente le gambe e scandendo bene le parole.
«Cosa sono le converse?» mi guarda insospettito.
«Converse è un marchio di scarpe» rispondo scoppiando in una fragorosa risata.
«Qui nel mio negozio l'unico marchio sono io, le disegno e le creo io da solo»

MUTATION (in fase di revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora