Spalancai il grande portone al pianterreno e mi fermai ammirando le stradine intricate di paese e il confine naturale offerto dal lago.
"Si comincia!"borbottai tra me e me.
Richiusi il portone alle mie spalle e cominciai a camminare per la via principale che partiva proprio davanti al castello.
Le persone, o meglio, i lupi mannari che mi incontravano, sebbene non si inchinassero, mi rivolgevano grandi saluti, chi più spigliatamente e chi mostrando un certo imbarazzo.
"Buon giorno, signora Jordan! Porti i miei più grandi e sinceri saluti all'Alpha!"
"Oh, signorin..cioè volevo dire signora! Come siete bella oggi! Ma no che sciocca, voi siete sempre splendida! Avete dormito bene? Ma questi n-non sono affari miei, comunque s-sono certa che si troverà benissimo qui! A presto.. ah, io l'ammiro tanto! Sa, lei è riuscita a conquistare il cuore di tutti..n-non che l'Alpha non l'avesse già fatto, non mi fraintenda.."
I saluti non smisero nemmeno quando raggiunsi l'esteso prato in cui mi ero risvegliata il giorno precedente.
I fiori luccicavano al sole e danzavano al vento. Nessuno di questi era appassito, nemmeno il più piccolo. Sembravano trattati con cura, molta cura, più di quanta un giardiniere non avrebbe mai messo in tutta la sua vita. C'erano papaveri, tulipani, calle, orchidee, rose e tutti i loro odori si univano nel vento formando un profumo delizioso, che mandava tutti i sensi in estasi.
Dalla parte opposta alla mia si vedevano dei grandi alberi, le cui fronde si agitavano producendo un suono strascicato, rilassante e familiare. Tra due grandi alberi intravidi delle fate, così mi avvicinai a loro, sperando in un caldo benvenuto come quello dimostrato dai lupi mannari.
"Buon giorno! Voi siete delle fate, non è vero? E..tu sei Destiny!"dissi guardando verso una fata dai lunghi capelli bianchi e dagli occhi verde acceso.
"Ricambio il vostro saluto e acconsento nel dirvi che siamo fate. E si, il mio nome è Destiny. Loro sono Talia, Iridessa, Argentea e Vidia." la sua voce era candida e melliflua, sembrava disperdersi nel vento per poi ricomporsi vicino al tuo orecchio giungendo attutita, come un dolce sussurro. Mi indicò in ordine e fate. Talia aveva lunghi capelli biondi e indossava un vestito rosa che sembrava fatto di petali di boccioli in fiore. Iridessa aveva lunghi capelli castani e un vestito di un caldo giallo. Argentea aveva capelli neri e occhi azzurri e portava un abito azzurro e blu, come il colore dell'acqua. Infine, Vidia aveva capelli bianchi, più bianchi di Destiny, aveva occhi scuri e portava un vestito chiarissimo, a più strati, che ondeggiava nella brezza. Tutte le fate erano di una bellezza inaudita, avevano la pelle candida, i vestiti che lasciavano scoperti solo i piedi e delle ali trasparenti che gli permettevano di volare.
"Ho molto piacere nel fare la vostra conoscenza! Speravo poteste darmi qualche informazione riguardo al vostro popolo, non so assolutamente niente e vorrei capire."
"Certamente. Io sono la regina delle fate, il mio nome, Destiny, è insolito tra le fate e proprio questo nome, Destino, mi ha portato ad essere quello che sono. Ma noi tutte, ora, facciamo parte del branco di Alpha Kyle e quindi ci consideriamo pari, solo che io dirigo l'andamento. Le mie fidate sono queste quattro fate che mantengono il clima come quello che vedi, caldo, soleggiato, con una lieve brezza e adornato di fiori. Talia è la fata della fioritura, i boccioli che vedi sono frutto del suo lavoro e di quello delle sue allieve che producono e spargono polvere fatata e utilizzano i loro poteri. Iridessa è la fata della luce, tutto risplende al suo tocco e a quello delle sue allieve. Argentea è la fata dell'acqua, senza la sua magia e quella delle sue allieve i fiori appassirebbero. Vidia è la fata del vento, senza di lei e le sue allieve il caldo sarebbe insopportabile, anche per i fiori. Noi tutte contribuiamo alla fioritura di questo campo e al benessere dei lupi mannari e insieme siamo coalizzati contro il male."
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SHELTER |MAKING my own JUSTICE|
Werewolf"Che dire..hai imparato molto da Kyle in questi giorni. Mi chiedo solamente: anche tu come lui non mantieni mai le promesse?" Era identico al dipinto, con quel ghigno sempre stampato in faccia. Era addossato alla parete sinistra, parzialmente in omb...