8. Un tale peso

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Albus Silente aveva paura. Provava un dolore sordo al centro dello stomaco, non del tutto piacevole. Avrebbe dovuto rivelare al ragazzo che aveva contribuito a rendere orfano, che i suoi genitori erano tornati, per un tempo imprecisato, dal passato, senza alcun ricordo di lui. Senza aggiungere che quel ragazzo aveva un contatto diretto con Voldemort, pronto a distruggere ogni forma vivente in grado di costituire una minaccia. E Lily e James Potter erano la minaccia per eccellenza. Avrebbe potuto mentire, nascondere i due con un incantesimo, evitare un incontro con Harry e spedirli a casa il più velocemente possibile. Ma non l'avrebbe fatto. Doveva qualcosa ad Harry. Molto. Anche quel tempo con i suoi genitori. L'avrebbe protetto dal suo legame con il Signore Oscuro. Il ragazzo meritava la sua famiglia. Anche se James e Lily diciassettenni erano tutt'altro che una famiglia: quei due si odiavano ancora. Ricordava bene che si sarebbero messi insieme proprio al loro settimo anno. Tuttavia non riusciva a comprendere in che modo lei avesse finalmente ceduto. Sorrise al ricordo dei giovani Potter, sempre a battibeccare per la scuola. La loro presenza era un dono per tutti, non solo per Harry. Peccato che nessuno di loro avrebbe potuto rivelare la verità. Quando sentì bussare, seppe che era arrivato il momento.

-Sì, avanti-.

Harry entrò, leggermente confuso. Dopo aver rivisto James, la loro somiglianza era più forte che mai. Avevano gli stessi capelli corvini ribelli, la stessa forma del viso, anche la stessa altezza.

-Siediti, Harry-.

Lui lo fece, stringendo i braccioli della sedia.

-Va tutto bene?-

-Questa domanda rispecchia un po tutto, sai?-

Harry lo guardò accigliato.

-Va tutto bene? Non lo so. Non so se è un regalo o una maledizione-.

-Di che sta parlando?-

Silente lo guardò. -Giurami, Harry. Giurami che non farai niente di avventato. Che non interferirai in alcun modo. Che lascerai che le cose vadano come devono andare, anche se questo ti farà del male-.

Harry strinse con più forza il legno. -Professore, di che sta parlando?-

-Stamattina, James Potter e Lily Evans si sono presentati nel mio ufficio-.

Harry scattò in piedi. -Cosa?! No...non è divertente, professore. Non può essere vero-.

-Invece è la verità, Harry-.

-No, non è possibile! Se ci fosse stato un modo per rivederli lei me l'avrebbe detto. Giusto?-

Gli occhi di Harry erano colmi di aspettativa. Silente sospirò.

-Io non avrei potuto fare nulla, per farteli rivedere. Sono arrivati dal passato-.

-No..no..no!-

-Si! Harry..- Silente si alzò, con le mani tese verso di lui.

-Stia lontano da me! Non è vero! Sta mentendo!-

-Sono nel tuo dormitorio, in questo momento. Se non mi credi, vai tu stesso a vedere-.

Harry vacillò. Aveva inconsciamente detto addio ai suoi genitori anni prima, e adesso gli veniva offerta la possibilità di vederli. Era un ragazzo furbo, sapeva quanto potesse essere temporanea la situazione. Silente capì perfettamente il suo tentennamento. Si stava chiedendo se fosse capace di riaffrontare la loro perdita. Negare la verità, sarebbe stato più facile di ammettere la sua paura.

-Com'è successo?-

-Non lo so, Harry. Sto cercando di capirlo-.

-È stato lei, vero? A mandarli qui-.

-Non ne ho memoria. Ma è probabile. Deve esserci un motivo, tuttavia-.

-Loro, insomma, quanti anni hanno?-

-Diciassette. Sono all'ultimo anno di Hogwarts. Non hanno ancora ammesso il loro reciproco amore, per cui devi stare molto attento alle parole che userai-.

-Loro non mi conoscono..-

-Sei uguale a tuo padre, Harry. Lo capiranno. Dubito che riusciranno ad ammetterlo, ma lo capiranno immediatamente-.

-Ma come faccio? Come posso nascondergli tutto? Io..-

-Harry! Ascoltami. È fondamentale che loro non sappiamo che sono morti sedici anni fa-.

-Ma se glielo dicessimo... Non si fiderebbero di Minus, sceglierebbero Sirius e sarebbero ancora tutti vivi-.

-E tu non avresti avuto la protezione di tua madre-.

-Ma sarebbero vivi! Avrei una famiglia!-

-Vuoi renderli carichi di un tale peso? James, tornando indietro, non riuscirebbe a mentire a Sirius che, a sua volta, per proteggere il suo migliore amico, ucciderebbe Peter Minus e macchierebbe per sempre la sua anima. Remus perderebbe i suoi amici e sarebbe solo contro il mostro che si annida dentro di lui. Lily, Lily non lo sopporterebbe. Potrebbero decidere di stare lontani. Harry, non puoi!-

-Maledizione!-

-Non possono sapere della profezia, della loro morte, di Peter o della morte di Sirius Black. Chiaro?-

-Devo mentire ai miei genitori?-

-No, devi evitare chi ti pongano delle domande-.

-Io non...non posso..-

Harry si sentiva lacerato. Una parte di lui voleva correre da Lily e James, per abbracciarli. L'altra voleva nascondersi. Non era pronto. Non poteva guardarli negli occhi e mentire.

-Harry, é un dono. Passa del tempo con i tuoi genitori. Vai. Non far scorrere altri minuti preziosi-.

E così fece. Corse via dall'ufficio di Silente, dritto verso il ritratto della Signora Grassa. Lo sorpassò velocemente, inciampando e cadendo rovinosamente sul tappeto rosso. Hermione, seduta vicino al caminetto, saltò in aria, svegliando Ron.

-Harry? Harry! Che fai?-

Harry li ingorò, si alzò, respirando a fatica. Per un attimo, solo per un istante, mentre spalancava la porta del dormitorio, si domandò se avesse preso la decisione giusta.

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