Lily era perfettamente incastrata in quel momento, con le mani di James sulla schiena, in uno spazio che poteva definire casa durante qualsiasi epoca.
-È ridicolo- mormorò.
-Cosa?-
-Quando si è in punto di morte ci si rende conto di quanto poco si abbia vissuto-.
-Non siamo in punto di morte. Non ancora-.
Lily sospirò, riempiendosi del profumo di James.
-Puoi ancora tornare indietro- continuò il ragazzo, con voce calma.
-Sono certa che se l'avessi fatto sette anni fa, quando ti vidi per la prima volta sull'Espresso, ci saremmo trovati comunque in questa situazione-.
-Mi stai dicendo che credi nel destino?-
-Ti sto dicendo che non credo nelle circostanze-.
James sorrise, passando le dita tra quei ciuffi ramati di cui ormai conosceva ogni sfumatura. Il vento tiepido li sfiorava, trasformandoli in morbide onde di un mare infuocato. Erano due corpi intricati nel bel mezzo del nulla; si sostenevano a vicenda, dividendosi coraggio e paura, stringendosi nell'abbraccio dell'altro per evitare di cadere a pezzi, in una moltitudine di briciole incapaci di formare una sagoma distinta senza quel groviglio di braccia e cuori. Riconosceva la pressione di ogni parte del corpo di lei contro il suo, il calore della sua pelle e la pesantezza dei suoi pensieri: se ognuno di essi avesse avuto un colore, la mente di Lily sarebbe stata un meraviglioso quadro astratto. Lei gli procurava il desiderio di prendere delle tempere e buttarle su una tela, solo per cercare di creare lo stesso effetto del quadro che ormai riusciva a scorgere sotto quella chioma rossa. Era la sua musa, la sua ragione. Lily era James. Era tutti i suoi gesti, i suoi respiri. Era lui. Gli accadeva, infatti, di vedere se stesso ogni qual volta si fermasse a guardarla in silenzio. E faceva paura perché gli ricordava costantemente la necessità di essere una persona migliore, per lei e con lei. I loro pensieri, così come i loro corpi, si stavano già perdendo l'uno nell'altra, con l'ineluttabilità di un'onda che si infrange sugli scogli una, due, mille volte. Non aveva mai sentito la necessità di dare un nome al sentimento che li univa, ma quella notte, sugli spalti del Campo di Quidditch, le disse che l'amava, e fu talmente facile e naturale che rimproverò se stesso per non averlo fatto nei tempi precedenti. Lo sussurrò contro il suo collo, più per se stesso che per lei. Aveva bisogno di dichiarare ad ogni parte di se il desiderio fatale di voler trascorrere tutti gli attimi del resto della sua vita con Lily Evans. Aveva le labbra premute su quella porzione di pelle, mentre il resto di se era totalmente perso in lei. Lily trattenne il fiato e James non seppe dire per cosa, ma quando vide i suoi grandi occhi verdi pieni di luce e lacrime capí che lo aveva sentito e quando cercò la sua bocca capì che ne era felice.
Quello che accadde dopo fu talmente inaspettato che James perse qualche secondo prima di reagire. Alzò, forse per caso, gli occhi sul castello e lo vide: il Marchio Nero. Si ergeva, immobile, sulla Torre di Astronomia.
-Lily-.
-Cosa?- lo sguardo di Lily si spostò, seguendo il suo. -Oh! Non è possibile...-
-Dobbiamo andare-.
-Quello... vuol dire che sono ad Hogwarts? Vuol dire che hanno ucciso qualcuno?-
James non rispose, ma si rimise in piedi, cercando la sua bacchetta a tentoni sugli spalti.
Lily si alzò, stringendo la sua arma.
-Corri verso il cancello, non fermarti. Appena sei fuori dal confine, Materializzati..- cominciò James.
-Cosa stai..?-
-..cerca Remus, o qualsiasi altro membro dell'Ordine..-
-James..-
-..avvisali..-
-Non farò niente del genere, James!-
James afferrò la sua bacchetta.
-Non ti permetterò di entrare in quella scuola pullulante di Mangiamorte-.
Lily rise. -Allora dovrai mettermi fuorigioco, buona fortuna!-
James le puntò contro l'arma e lei fece lo stesso.
-Non essere ridicolo, Potter!-
-È troppo pericoloso!-
-Fatti da parte, James! Non permetterò a questi stupidi idioti con convinzioni alquanto discutibili di avvicinarsi a mio figlio! E certamente non permetterò a Severus Piton di avvicinarsi a Silente!-
-Non posso perderti oggi, Lily-.
-Allora permettimi di venire con te!-
James la guardò per qualche secondo, poi annuí e entrambi abbassarono le bacchette. Si incamminarono, fianco a fianco, verso il castello, che sembrava stranamente silenzioso. Durante il tragitto Lily pensò a tutto ciò che sarebbe potuto andare storto in quella battaglia, partendo dal rischio di essere riconosciuti dai mangiamorte e arrivando alla morte di uno di loro due, con conseguenza la scomparsa di Harry. Il Salone di Ingresso era sgombro, ma in lontananza, probabilmente dai piani superiori, cominciarono ad udirsi i primi segni di una colluttazione.
-Dobbiamo dividerci- mormorò James.
-Fa' attenzione-.
-Ci vediamo sotto la torre di Astronomia-.
Lily annuí, guardando un'ultima volta gli occhi nocciola di James, e si girò, dando le spalle ad ogni precauzione e gettandosi nella battaglia. James la vide allontanarsi, e lui si incamminò nel verso opposto. Salì velocemente le scale, con la bacchetta tesa davanti a se, e si ritrovò davanti ad Hermione e ad una ragazza bionda.
-Che sta succedendo?-
-James Potter..?- esclamò la ragazza.
-Sì, in carne ed ossa-.
-Sorprendente! Il mio nome è Luna Lovegood, signor Potter..James!-
-Dobbiamo sorvegliare la stanza di Piton, Harry ha detto..- intervenne Hermione.
-Harry è qui?-
-Non lo so, non abbiamo avuto il tempo..-
James agitò la mano. -Devo entrare!-
Un rumore di passi li fece voltare.
-Severus! SEVERUS!-
-È il professor Vitious, devi nasconderti, James!-
-No, devo parlare con Piton..-
-James Potter devi ascoltarmi! Vitious ti conosce! Il professor Silente è stato chiaro! Fuori dai piedi!- esclamò Hermione. James borbottò qualcosa, attraversando il corridoio di corsa e nascondendosi dietro un arazzo.
Filius Vitius raggiunse la porta qualche istante dopo, spalancandola e urlando qualcosa. Ma dalla stanza uscì solamente Severus, avvolto nel suo mantello scuro, mormorando qualcosa alle ragazze, che si precipitarono dentro.
James si liberò dal suo nascondiglio.
-Mocciosus-.
Severus non si degnò nemmeno si voltarsi, continuando a camminare.
-Piton!-
-Sparisci, Potter-.
-Non posso permetterti di farlo!-
-Permettermi? Ti ritieni davvero il freno tra me e la morte di Albus Silente? La questione è molto più vasta, lasciami fare il mio lavoro e torna a rincorrere boccini in un Campo, la battaglia non ti appartiene-.
-Appartiene a te, invece? Sappiamo entrambi da che parte hai scelto di stare, Piton-.
Severus rise, una risata amara. -Tu non sai nulla! Vattene, Potter, non puoi fare nulla!-
-Expelliarmus!-
Piton deviò l'incantesimo agitando pigramente un braccio e, per la prima volta, si girò.
-Non pensarci nemmeno, idiota! Hai diciassette anni, ricordalo! Ho più esperienza di te. Forse in futuro sarai in grado di fermarmi, forse eri in grado di fermarmi quando avevamo la stessa età, ma non oggi. Non è il tuo giorno fortunato, Potter! Oggi la gloria appartiene a me-.
-Reducto!- urlò James.
Piton lo schivò, continuando la sua corsa verso le scale.
-Glisseo!- la scalinata si trasformò in uno scivolo.
Piton ristabilì la normale forma delle scale, correndo su di esse, legando prima James con delle corde, tramite un Incantesimo di Incarcerazione.
James si ribellò alle funi, ma non riuscì a muoversi, perdendo di vista Severus.
Mocciosus lo aveva battuto...
-Non ti muovere!- mormorò una voce alle sue spalle. James si voltò e vide Luna, con la bacchetta tesa.
-Finite Incantatem!-
Le corde lo lasciarono andare, permettendogli di muoversi.
-Grazie-.
Lei lo guardò, con gli occhi sgranati.
-James Potter..?-
-Cosa..? Sì, sono io. Ci siamo visti poco fa..-
Un urlo proveniente dal piano superiore attirò la loro attenzione.
James abbandonò la sua salvatrice, percorrendo velocemente la scalinata di marmo.
Un ragazzo con i capelli rossi era disteso a terra, con il volto ricoperto di sangue, affiancato da Ginny Weasley. Lily stava correndo verso di loro, con i capelli arruffati e lo sguardo deciso, seguita da Remus e da una ragazza con i capelli grigi dal volto familiare.
-Cos'è successo?- domandò James.
-Che ci fate voi qua? Non potete farvi vedere..-
-Va tutto bene, Ginny-.
Lily si abbassò su quello che probabilmente era un altro Weasley.
-È stato ferito da un Mangiamorte, credo. Ma non ha usato la bacchetta...- spiegò Ginny.
-Fenrir Greyback?- domandò James.
-È possibile- rispose Remus.
-Posso bloccare momentaneamente la fuoriuscita di sangue, ma deve essere portato da Madama Chips-.
Ginny annuí.
Un tonfo, seguito da un corpo che veniva schiantato contro una parete, precedette Ron.
-Che diamine..? Bill!-
-Sta bene- lo informò la ragazza con i capelli grigi.
-Tonks, Neville è ferito! Mi serve una mano..-
-Ninfadora Tonks! Oh Merlino non posso crederci! L'ultima volta che ti ho vista eri una bambina..-
Tonks si voltò, con un sopracciglio alzato.
-James..? Lily! Che ci fate voi qua?-
-Ti ho già spiegato tutto, Dora. Dobbiamo dare una mano a Neville-.
Bill, con il viso ancora squarciato, ma decisamente più lucido, cercò di alzarsi.
-Dobbiamo salire su quella torre!- disse.
-C'è una barriera, Neville ci ha già provato!- rispose Ron.
-Piton è riuscito a passare!-
Quel nome catturò l'attenzione di James e Lily.
-Piton?- esclamarono all'unisono.
-Che c'è, James?- intervenne Remus.
-Bill ha ragione, dobbiamo salire. Ci servono delle scope, romperemo le vetrate..-
Un brusio di voci interruppe la loro cospirazione: qualcuno stava scendendo dalla torre.
-Non potete farvi vedere!- ripeté Ginny, con più convinzione.
-Ha ragione- continuò Remus.
James annuí, prendendo Lily per un braccio e trascinandola lontano, svoltando l'angolo e trovandosi davanti ad un Neville semi svenuto.
-Reinnerva!-
Neville aprì gli occhi, osservandoli sorpreso e impaurito.
-Va tutto bene, Neville!- gli disse Lily.
Neville trattenne il fiato e si allontanò, appiattendosi contro il muro.
-Che ti prende, ragazzo?- domandò James.
-Prendi quella!- urlò una voce.
Lily afferrò James, lanciando su entrambi un incantesimo di disillusione.
Piton e un ragazzo biondo sfrecciarono davanti a loro. Lily e James li inseguirono. Una maledizione li sfiorò, distruggendo la scala davanti a loro e bloccando l'inseguimento.
-Da questa parte, Lily!- le disse James, indicando una seconda scala qualche metro avanti. Videro Harry correre nel Salone di Ingresso.
-Harry!- urlò Lily, ma il ragazzo non si fermò.
Lo seguirono nel parco, mantenendosi a distanza per paura di essere visti dai Mangiamorte.
Harry urlava maledizioni contro Piton, che le schivava tutte.
-Reagisci! Reagisci, vigliacco!-
-Mi hai chiamato vigliacco, Potter? Tuo padre non mi attaccava mai se non erano quattro contro uno: mi chiedo come lo definiresti..- gridò Piton di rimando.
-Stupe..-
-Bloccato ancora, e ancora e ancora, finché non imparerai a tenere la bocca sigillata e la mente chiusa!-
-Impedi..-
Un mangiamorte biondo colpì Harry alle spalle con la Maledizione Cruciatus. Harry si accasciò a terra. Lily urlò, scattando in avanti, ma fu bloccata da James che le mise una mano sulla bocca.
-Non puoi.. dobbiamo fidarci.. dobbiamo..-
-Ti prego.. ti prego!- implorò Lily. James ebbe il dubbio che si stesse riferendo a Severus.
-No! Hai dimenticato gli ordini? Dobbiamo lasciarlo stare!- urlò Piton, come se l'avesse sentita.
-Sectum..-
-No, Potter! Tu hai il coraggio di usare i miei incantesimi contro di me? Io sono il Principe Mezzosangue..io..-
Un enorme ippogrifo planò contro Piton, costringendolo a scappare.
Harry fu attirato dalle urla di Hagrid, rinunciando all'inseguimento. Si voltò un attimo verso di loro, spalancando gli occhi, come se avesse visto un fantasma. Poi si voltò.
-Non possiamo lasciarlo andare. Silente..- mormorò James.
-Ma Harry ha bisogno di noi- disse Lily.
-Harry se la caverà-.
E mentre Harry correva verso la capanna in fiamme di Hagrid, loro andarono nel verso opposto.
Piton li aspettava sulla soglia del cancello.
-Stai scappando?- gli domandò Lily.
-Ho firmato la mia condanna a morte, devo scappare-.
-Tu l'hai.. hai ucciso Albus Silente?- domandò ancora Lily. James rimase qualche passo indietro, incredulo.
Piton non rispose.
-Come hai potuto?!-
-Non avevo scelta! L'avrebbero ucciso loro e allora sarebbe stato tutto inutile!-
Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime.
-Hai ucciso il mago più forte di tutti i tempi.. la nostra unica speranza..-
-Non avevo scelta!-
-Si ha sempre una scelta!-
-No! Non potevo oppormi! Non dovete accettarlo e nemmeno provare a capire. Dovete tornare a casa, e dimenticare tutto-.
-Hai ucciso la persona che doveva mandarci a casa!- esclamò Lily.
Piton fece un sorriso mesto, estraendo una boccetta colma di liquido.
-No, aspetta! Dobbiamo salutare Harry.. dobbiamo..-
-Non l'avevate capito?- ridacchiò Piton.
-Cosa?-
-Prima di partire, Silente ha cominciato a rubare i ricordi di tutti. Lentamente hanno cominciato a scordarsi di voi e a rimuovere ad uno ad uno tutto ciò che hanno visto e sentito di voi dopo questa esperienza. Si dimenticavano della vostra presenza un istante dopo avervi visti. Ovviamente Harry sarà l'ultimo, poiché ha più ricordi con voi. Ma ritengo che a quest'ora siete stati cancellati anche dalla sua povera mente-.
Improvvisamente tutto acquistò senso, dalle domande di Luna, alla paura di Neville e, infine, allo sguardo di Harry.
Lily si sentiva vuota, ferita e tradita. Non riusciva a formulare una risposta, un pensiero, se non quello di aver perso di nuovo suo figlio. James le passò un braccio sulle spalle.
-Fallo, ora- disse a Piton, il quale annuí e lasciò cadere la pozione.
Il fumo li avvolse di nuovo, in una sensazione familiare.
Poco prima di sparire, videro gli occhi di Piton riempirsi di lacrime e le sue labbra articolare un'unica parola.
-Perdonatemi-.

STAI LEGGENDO
You swore
Fanfiction《Non si sarebbe arreso così facilmente. Non con tutto quello che c'era in gioco. Osservò l'ufficio, cercando di mantenere la calma. Era un salto nel vuoto, lo sapeva benissimo. Ma si sarebbe gettato mille volte ad occhi chiusi, senza rimorsi. Aveva...