28. Inconsapevole realtà

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Albus Silente non avrebbe mai pensato che James e Lily Potter potessero aver fatto un viaggio nel tempo per condannare il loro unico figlio.
Era ancora incredulo, sospeso in uno stato di agonia e soddisfazione per aver trovato finalmente una risposta alle teorie che da anni si affollavano nella sua testa. In particolare, quest'ultimo sentimento, stava sgretolando il suo orgoglio, facendolo sentire il più infimo uomo sulla faccia dell'universo. Le parole di James, lo sguardo carico di aspettative di Lily... quei due non sapevano il reale significato di ciò che avevano deciso di confessare. E mentre mettevano sul patibolo Harry Potter, Albus non riuscì a dir loro la verità, poiché era talmente appagato da quella spiegazione da riuscire a dimenticare la drammaticità del momento. Non era poi così diverso dal ragazzo che secoli prima stava per perdere ogni briciola del suo onore.
Silente era immobile davanti al portone di Quercia nell'atrio, intento nell'osservare l'inesistente riflesso di se stesso. Un rumore di passi alle sue spalle si rivelò essere il suo intrepido compagno di viaggio, con i capelli arruffati e il fiatone.
-Per favore, indossa il Mantello-.
Harry se lo gettò addosso, continuando a respirare rumorosamente. -Molto bene, andiamo?- domandò al vuoto. Iniziare quell'impresa con un Harry Potter invisibile era molto più semplice di quanto si aspettasse.
-Ma che cosa diranno vedendola partire, professore?- esclamò.
-Che vado a prendere qualcosa da Rosmerta. È un modo come un altro per coprire la mia vera destinazione-.
Ancora una volta si domandò se fosse il caso di coinvolgere il ragazzo nella ricerca. Soprattutto dopo ciò che aveva saputo.
-Professore, ci Materializzeremo?-
-Si. Ormai sei capace di materializzarti, suppongo-.
-Si ma non ho ancora fatto l'esame-.
-Non importa, posso accompagnarti di nuovo-.
La via per Hogsmeade appariva semibuia, ma le luci dei negozi riuscivano a creare un barlume in fondo ad High Street. Raggiunsero la Testa di Porco prima che i pensieri di Silente trovassero il giusto ordine.
-Non sarà necessario entrare, purché nessuno ci veda partire-.
Si guardò intorno, attento, ma non vide nessuno.
-Ora posa la mano sul mio braccio, Harry. Senza stringere troppo, mi limiterò a guidarti. Al mio tre: uno.. due.. tre..-.
Sentì Harry trattenere il fiato, ancora insofferente alle materializzazioni, cosa che gli ricordò quanto fosse giovane. La sensazione dovuta al Salto sparì immediatamente, ancor prima di arrivare, e Silente respirò una bella boccata di aria salmastra.
Il mare lo aveva da sempre incuriosito, eppure quella distesa di onde di fronte a se non gli diede affatto la sensazione che si sarebbe aspettato. Si trovavano su una scogliera brulla e buia, priva anche della luce della luna che, invece, si rifletteva sul mare.
-Che cosa ne pensi?-
-È qui che hanno portato i bambini dell'orfanotrofio?-
-Non proprio. Devono essere stati solo Tom Riddle e le sue vittime. Immagino che si sia calato giu; la magia sarà stata più utile delle funi. E ha portato con se due bambini, probabilmente per il piacere di terrorizzarli. Penso che sia bastato il viaggio, non ti pare?-
Nell'espressione di Harry affiorò, per un attimo, la paura. La voce di Lily Evans lo ferì, senza pietà.

-Professore, è arrivato il momento di dirle la verità-.
-Lily..-
-Noi ci fidiamo di lei! Siamo sicuri che grazie a questa informazione finalmente potremo sconfiggere Lei-sa-chi!-

-Non ti dispiace bagnarti un po?- domandò, spingendo fuori Lily.
-No- rispose Harry.
-Allora togliti il Mantello e tuffiamoci-.
L'acqua gelida fu una benedizione per il suo corpo, intorpidendolo al punto da non riuscire a sentire il costante dolore che provava al centro del petto. Avanzò, guidato da una sensazione sconosciuta, o meglio dimenticata.
-Il posto è questo- disse, indicando la parete che emanava pura magia. -Dobbiamo entrare nella sala interna, superando gli ostacoli di Voldemort-.
Puntò la bacchetta contro la parete, che si aprì per alcuni istanti. Troppo semplice e troppo poco da Tom Riddle.
Poi un'idea attraversò la sua mente.
-Oh! Che cattivo gusto! Temo che ci venga richiesto di pagare un pedaggio-.
-Un pedaggio?-
-Con il sangue, se non mi sbaglio-.
-Sangue?-
-Ancora una volta Voldemort non riesce ad afferrare che vi sono cose ben più terribili delle ferite fisiche-.
Estrasse un corto pugnale d'argento. Tom Riddle conosceva cosi poco il genere umano che il fatto che fosse riuscito a crescere tra essi per un breve periodo continuava a stupirlo. Avvicinò la lama alla mano, poi sentì le proteste di Harry.
-Lo faccio io, io sono..-

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