-Tre secondi di differenza, James. Sono solo tre miseri secondi-.
-Non guardarmi con quella faccia! Hai perso, assumiti le tue responsabilità-.
-Ma tu sei partito in anticipo, hai barato!-
-Non hai specificato le regole-.
-Ma, James! Tu giochi a Quidditch! Conosci benissimo le regole-.
James liquidó la protesta con un brusco movimento della mano.
-Se avete intenzione di continuare a fare chiasso, potete spiegarci il motivo della discussione, di grazia?- intervenne una voce, stizzita. Hermione, appollaiata sul tappeto del Dormitorio dei Capiscuola, aveva chiuso riluttante il libro che stringeva tra le mani (Guida pratica ai Calderoni) e, con le sopracciglia alzate, aspettava una risposta.
-Abbiamo fatto una scommessa- disse James.
-Tu hai fatto una scommessa, io non ero nemmeno d'accordo- borbottò Harry.
-Non sembravi così riluttante quando ho lasciato andare il Boccino d'Oro-.
-Che cosa?- strillò una quarta voce, appartenente a Lily, che, fino a quel momento, era rimasta in silenzio, immersa in chissà quali pensieri.
La sfrontatezza di James vacillò. -Non è così grave, Evans! I giocatori hanno il permesso di allenarsi..-
-In quest'epoca non puoi!-
-Ma non c'era nessuno- insistette James.
Lily fu irremovibile. James sospettò che non mollasse perché si sentiva lusingata da Hermione, che annuiva convinta alle sue parole.
-Harry! Mi meraviglio del tuo scarso buon senso!-
-Aspetta di sentire il resto- mormorò, sbuffando subito dopo.
-Di che parli?-
Harry non rispose, ma incurvò le labbra in una smorfia seccata. Lily si voltò verso James, che aveva il volto disteso in un ghigno. -Ho preso il Boccino più rapidamente di Harry, di ben tre secondi. Dunque, come concordato, giocherò alla prossima partita al suo posto-.
Le reazioni dei presenti furono totalmente opposte. Ron, alzando il naso dal compito di Pozioni che stava ultimando, scoppiò in una risata. Harry divenne vittima degli sguardi duri di Hermione. E Lily si buttò sulla sua bacchetta, deposta sul comodino. James, che aveva previsto quest'ultima reazione, la intercettò in volo, bloccandole le mani e costringendola a sedere.
-Mentirei se dicessi che non apprezzo la tua indole violenta e vendicativa, ma non credi di esagerare?-
Gli occhi di Lily erano furenti. -Come puoi... idiota... arrogante... dove hai il cervello?!-
-Che c'è di pericoloso? Io e Harry siamo praticamente uguali, nessuno vedrà i suoi occhi in volo-.
-Con tutto quello che stanno facendo per noi..?! Come puoi anche solo pensare a queste idee folli?-
-Non lo so, Evans. Mi vengono così, dal nulla!-
-Sei un...-
Ma nessuno di loro seppe mai cos'era James, poiché la porta della Camera si aprì. Ginny entrò, con la bacchetta in mano e un'espressione trionfante.
Aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo, il viso ricoperto da lentiggini e la punta del naso sbucciata, sintomo di chi sta troppo tempo sotto il sole o, probabilmente, gioca a Quidditch. James ebbe una fugace ispirazione. Se avesse dovuto associare la ragazza ad una stagione, Ginny sarebbe stata senza dubbio l'estate. Era un piccolo sole ribelle, abituato a dover splendere il piu possibile per non essere oscurato da altri sei soli.
Gli occhi, di un caldo color cioccolato, allegri e orgogliosi, si soffermarono per un attimo su Harry.
-Ho appena Confuso Katie Bell e qualche altro ragazzo del settimo anno-.
Hermione alzò un sopracciglio, contrariata. -Non è una cosa di cui vantarsi-.
-Non parlarle così, Hermione! Devo forse ricordarti di quando hai schiaffeggiato Malfoy?- intervenne Ron. Hermione gli scoccò uno sguardo torvo, alzando poi il viso con aria di superiorità.
-Non dovresti incoraggiare tua sorella a compiere certi atti-.
-Non la incoraggio mica! Quello è il compito di Fred e George!-
Ginny sorrise, radiosa. Si sedette vicino a Ron, dandogli un colpetto affettuoso con la spalla.
-Dovrebbe andare tutto bene, adesso. Ecco- diede a James e Lily due fogli -questo è l'orario delle vostre lezioni. Non fatevi notare e...beh...buona fortuna!-Quando Lily arrivó davanti all'aula di Pozioni, si rese conto che Ginny non le aveva riferito il nome del professore. Si bloccò, qualche passo avanti a James, che le sbattè contro.
-Evans!?- si lamentò.
-Maggie, mi chiamo Maggie!-
-Si, come vuoi!-
Lily era concentrata sulla porta che li separava da una nuova minaccia. La guardava così intensamente che, quando essa si spalancò, arretrò velocemente. Un ometto dai capelli disordinati si ergeva sulla soglia, con uno sguardo sospettoso. La familiarità di quel volto la spinse quasi alle lacrime.
-Professor Lumacorno!? Lei insegna ancora qui?-
Horace aggrottò la fronte, confuso.
-Non ci vediamo solamente da qualche giorno, signorina Johnson!-
-Oh..-
-Coraggio, entrate. Non statevene lì impalati!-
James le diede una breve spinta con la mano, superandola subito dopo. Prese posto davanti ad un calderone vuoto, nella sezione più lontana da Lumacorno. Lei lo imitò, stringendo le mani sul bancone di pietra. Nonostante il panico che ormai provava da quando quell'assurda storia era iniziata, si sentiva stranamente rilassata. Quasi appagata. In fondo, quella era la sua abilità. Pozioni. Sentì un familiare fremito nelle dita, da sempre presente durante quelle lezioni. Osservò rapita il calderone in peltro, la serie ordinata di ingredienti riposti al suo fianco e si sentì incredibilmente potente. Aveva di nuovo la situazione in mano. Quasi non sentì Lumacorno fornire rapide istruzioni, quasi non notò il suono delle sue piccole mani che sbattevano entusiaste, dando il via alla solita gara. Dovevano creare il Distillato della Morte Vivente. Tipico. L'aveva già fatto. Ma l'eccitazione che la riempiva ogni volta era ancora la stessa. Era una pozione complicata. Forse una delle più complicate. Radici di asfodelo e infuso di artemisia, amalgamati con una cura quasi eccessiva. Se ce la facevi veniva fuori un liquido color avorio, in grado di causare un sonno simile alla morte. In pochi sapevano che il vero colore che il Distillato della Morte Vivente avrebbe dovuto assumere era un rosa pallido, ma c'erano delle piccole sostituzioni da fare al normale procedimento. Correzioni che quasi nessuno conosceva, poiché gente troppo superficiale o stufa di libri. Solamente una volta lei era riuscita a raggiungere quella perfezione, guadagnandosi le lodi di Lumacorno. Soltanto un'altra persona del suo anno ne era stata capace. Pensare a Severus le provocò di nuovo quella malinconia che odiava. Non riusciva ancora a dare una spiegazione alle parole che lui aveva detto a Silente, il giorno prima. Stava tagliando la radice di valeriana, provocando una lieve ferita sul dorso della pianta, estraendone così il succo trasparente. Quello non doveva andare nel calderone. Era un dettaglio apparentemente insignificante, tuttavia la prima volta che aveva distillato quella pozione, aveva fatto involontariamente la stessa cosa. Convinta di aver combinato un disastro, scoprì, con un tuffo al cuore, che il liquido diventava di un pallido rosa.
-Strabiliante- aveva commentato allora Lumacorno.
Così, un po perché convinta di aver trovato una nuova correzione, un po per scaramanzia, cominciò a praticare quell'incisione ogni volta.
Anche in quel momento, noncurante del fatto che fosse Maggie Johnson e non Lily Evans.
-Cosa vedono i miei occhi?- mormorò una vocina sopra al suo orecchio. Lumacorno la fissava, come quella volta, ma con una buona dose di panico. Lily si rese conto di aver fatto un errore banale, stupido forse, dettato da un ancora più stupida arroganza. Doveva stare attenta alle prossime parole.
-Non vedevo quello...non...chi ti ha detto di farlo?- domandò, indicando il succo che sgorgava tranquillo dalla sottile ferita.
-È stato un incidente, Signore-.
Lumacorno studiò con attenzione il suo volto. Lily mantenne un'espressione neutra.
-L'ultima ragazza che ha avuto tanto buon senso di dirmi la stessa cosa, fu la mia alunna migliore. E sono passati più di vent'anni da allora-.
Il cuore di Lily si scaldò, ma lei si costrinse a non mostrare emozioni. Una mossa falsa e sarebbe saltato tutto.
-Signorina Johnson, mi aspetto grandi cose da lei, adesso-.
Bene. Tanti saluti al non fatevi notare.
La campanella fu una salvezza. Sgusciò fuori dallo sguardo affascinato di Lumacorno e si precipitò fuori. Una mano si chiuse sul suo braccio. Si voltò di scatto e vide un ragazzo con i capelli riccioluti e lo sguardo accusatore.
-Ehm..- mormorò.
Chi diamine era? Che avrebbe dovuto dire? Che si aspettava?
Lo sguardo del ragazzo mutò, trasformandosi in un misto di divertimento e compassione.
-Sono io, Evans!-
Lily imprecò, lasciando andare il fiato.
-Maledizione!-
-Stavi per scappare!- sogghignò James.
-Non avevo idea di cosa dire! Che piano folle!-
L'espressione di James tornò ad essere truce.
-Che diamine hai fatto? Sembrava che Lumacorno avesse visto un fantasma!-
-Mi sono lasciata trasportare e ho fatto delle cose che... solo Lily avrebbe fatto-.
Lui sbuffò. -Non riesci nemmeno ad essere seconda per finta?-
L'osservazione pungente ando a segno: aveva ragione.
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You swore
Fanfiction《Non si sarebbe arreso così facilmente. Non con tutto quello che c'era in gioco. Osservò l'ufficio, cercando di mantenere la calma. Era un salto nel vuoto, lo sapeva benissimo. Ma si sarebbe gettato mille volte ad occhi chiusi, senza rimorsi. Aveva...