13. Sii prudente

3.4K 318 68
                                    

-Harry!-
-James?-
Harry si bloccò a mezz'aria, restando in bilico sul vento. La firebolt fremeva, in attesa di ferire il cielo, come una cometa, ma la presenza di suo padre era più importante.
-Che ci fai qui?- domandò, evitando di sottolineare il fatto che non aveva preso la Pozione Polisucco, non mostrava un aspetto diverso e non cervava nemmeno di nascondersi.
James alzò le spalle. -Abitudine, suppongo-.
Harry lo guardò in silenzio, in attesa che aggiungesse qualcosa.
-Che scopa è, quella?-
-Una firebolt, me l'ha regalata..- esitò per un momento. Nominare Sirius era decisamente una mossa sbagliata. Prima o poi James avrebbe chiesto informazioni sul suo migliore amico. Harry preferiva il poi. -Me l'hanno regalata qualche anno fa-.
James annuì. -Giochi a Quidditch?-
-Sì- rispose Harry. -Cercatore- aggiunse, prima che James glielo chiedesse.
-Cercatore, certo-. Poi sorrise. -Sono io il miglior Cercatore di Hogwarts, Harry-.
-Forse ai tuoi tempi. Sono stato il membro più giovane ad essere ammesso nella squadra- gongolò.
-Voglio proprio vedere-.
-Cosa?-
James sorrise, aprendo la mano che teneva stretta a pugno e lasciando vedere un balenio dorato. -Li tenete sempre allo stesso posto. La fantasia dei maghi mi stupisce-.
-Avrei potuto essere un Portiere. O un Cacciatore. In quel caso che ne avresti fatto del boccino?-
-In quel caso saremmo finiti in molti guai, Harry-.
-Soprattutto per il fatto che tu non dovresti essere qui-.
-Intendi nel Campo?-
-Intendo in quest'epoca-.
James trasformò il sorriso in un ghigno. -La fortuna ci assiste, allora. Ringraziami per l'ottima deduzione-.
-Non ho intenzione di farlo-.
-Sapevo che l'avresti detto. Sarebbe la tipica risposta di Lily Evans-.
Harry aggrottò la fronte, planando sul prato.
-Metti le mani più avanti e stringi le spalle quando prendi quota-.
-Cosa..?-
-Fallo, Harry- disse James. Il suo ghigno venne oscurato da una scintilla dorata. Aveva lasciato andare il Boccino. Con un frenetico sbattere di ali, questo si allontanò da James, librando nel cielo notturno. Harry non ebbe il tempo né la voglia di protestare.
Il Quidditch lo stava chiamando.
E suo padre era lì a vederlo giocare.

Le parole di James risuonavano chiare nella mente di Lily, benché lui avesse lasciato la stanza ore prima per andare ad infilarsi in qualche guaio. Lily era stretta in un pigiama di Hermione. Lei e Ginny le avevano proposto di venire nel loro dormitorio, tuttavia aveva rifiutato. Non c'era un motivo particolare. Voleva stare sola, voleva pensare, voleva aspettare il ritorno di James, voleva sperare nel ritorno di James. Quando il freddo divenne insopportabile, si distese in uno dei letti della stanza, coprendosi con la morbida coperta di lana. Il soffitto divenne presto una macchia sfocata. Si lasciò cullare dal torpore che aleggiava nel Dormitorio e ben presto divenne una delle prede di Morfeo.
Il sogno che la rapì non era molto nitido, infatti non riuscì a comprendere immediatamente dove si trovava. Era buio e il vento si abbatteva su di lei. Alzò le mani per proteggersi dalle folate violente. Un rumore improvviso, appena udibile a causa del vento, le fece fare parecchi passi indietro. Appena in tempo. Un'esile figura su una scopa sfrecciò esattamente nel luogo in cui lei si trovava un attimo prima. Chi diamine poteva essere così stupido da volare con quel tempo? Le ci vollero alcuni secondi per comprendere che l'individuo stava raggiungendo qualcun altro, sospeso a mezz'aria in quello che finalmente riconobbe come il Campo di Quidditch.
La seconda persona si reggeva appena sulla scopa. Lily stava per urlare aiuto, quando il primo individuo la aiutò a risalire in sella.
-Che vuoi, Potter?- strillò l'altra. Lily sobbalzò. Quella era chiaramente la sua voce. Strinse gli occhi per vedere meglio. I capelli rossi della ragazza sulla scopa erano un caos disordinato, ma li riconobbe.
-Che stai facendo qui?- domandò quello che doveva essere James, con una nota di panico nella voce.
La Lily sulla scopa e quella sul Campo si guardaroni intorno.
-Un giro- mormorò. Non riusciva a vedere la faccia di James da quella posizione. Ma se lo immaginò con la fronte aggrottata. Poi, improvvisamente, afferrò la scopa della ragazza e la portò a terra. Lily cercò di nascondersi, ma i due non diedero segni di averla vista, pur essendo atterrati a pochi metri da lei.
-Che c'è? Lasciami stare!- protestò Lily del sogno. Riusciva e vederli entrambi, lei con il viso coperto da sottili lacrime e lui con un'espressione arrabbiata e al contempo triste. I capelli di Lily erano lunghi, indisciplinati e assurdamente vividi. James la guardava in ansia, poi le prese le spalle e la fece montare sulla sua scopa senza difficoltà. Lily si ribellò, ma James, astuto, decollò in tempo.
-Riportami giù, James!-
-No!-
Lily vide le sue gambe avvolgersi attorno alla vita del ragazzo, le mani tremanti sul suo petto.
-Così ci ammazziamo!- gli disse. Si erano alzati di parecchi metri. James le passò un lungo dito sulle guance, probabilmente per asciugarle le lacrime.
-Portami giù.- sussurrò lei, con evidente difficoltà. Lily sentì nel suo petto una sensazione di angoscia. C'era qualcosa di doloroso in quella situazione. E di maledettamente familiare. Anche i due individui sospesi tra le stelle sembravano presi dalla disperazione. Non era giusto.
-Dimmi che quello che hai detto ad Alice non è vero- disse James.
-Dimmi che non l'hai baciata.- rispose lei. James non parlò. Lily vide le sue spalle fremere. Si portò le mani sul petto, confusa da quella visione. Sentiva un dolore acuto al cuore. Strinse con forza i pugni, come se volesse impedire al suo cuore di balzare fuori.
-Lily..-
-No, va bene così. Deve andare così, lo sai!-
James fece di nuovo per aprire bocca, ma Lily gli afferrò il viso.
Lily, sul campo, respirò a fatica.
Che diamine...?
Vedeva le dita della ragazza del sogno, le sue dita, vagare silenziose sul viso di James.
-Portami giù-.
Lui obbedì, planando. Lasciò che Lily scendesse dalla scopa.
-Ti prego, non metterti in mezzo a questa guerra.- la implorò. Entrambe le ragazze lo guardarono, allo stesso identico modo.
-Questa non è la tua guerra.- rispose lei, dopo qualche secondo. James sorrise, le mise una mano sul viso e sussurrò due parole che ebbero un effetto devastante solo sulla Lily che aveva assistito inerme alla conversazione. Riprese fiato e cadde a terra, in ginocchio. Le due fugure davanti a lei non smisero di guardarsi. Una serie di immagini che, probabilmente, vedeva solo lei, la risucchiarono via, prepotenti. La spinsero, la colpirono, la ferirono emotivamente. Poi, così come erano arrivate, scivolarono via e Lily si svegliò con la fronte imperlata di sudore. Cercò di ricordare, ma era come tenere tra le mani acqua. I ricordi sfuggirono dalla sua mente, veloci.
Quando la mattina dopo si svegliò, non le era rimasto altro che un'orribile angoscia nello stomaco. E la voce di James che, con estrema serietà, le chiedeva di essere prudente.

You sworeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora