14.

1.2K 45 3
                                    





Erano passati giorni da quella nostra prima volta, erano passati giorni da quella volta in cui facemmo l'amore nel mio studio.
Erano passati giorni e noi non avevamo avuto più modo di stare insieme.
Io per via del mio lavoro, lui per il suo.
David si spostava di paese in paese per le sfilate o per dei provini.
Era stato preso come testimonial di un profumo per una famosa casa di moda e sarebbe dovuto partire per l'Italia a breve, anche se non sapeva di preciso quando.
L'avevo sentito euforico e su di giri quando mi aveva parlato di questo lavoro, ma oltre alla felicità che provavo per lui ero anche un po' abbattuta e triste. Vedere che lui non aveva accennato ad invitarmi o a chiedermi di andare con lui mi aveva fatta rimanere perplessa. Non che volessi essere una di quelle compagne assillanti e appiccicose ma dato che i nostri lavori non ci permettevano di passare molto tempo insieme avrei fatto di tutto per partire con lui, anche solo per un paio di giorni. Per godermi lui ed entrare in pieno nel suo mondo, ma forse non voleva proprio questo.
Forse non voleva che stessi con lui quando lavorava.
Sbuffai mentre cucinavo l'ennesima cena che avrei mangiato sola.
Ero diventata paranoica e acida con chiunque e sentire David solo per telefono non mi aiutava affatto, non quando lo avrei voluto con me.
E poi non avevamo neanche avuto modo di parlare della nostra relazione! Io non ero abituata alle relazioni a distanza, non ero in grado di gestire una cosa simile e la paura di essere di nuovo abbandonata accentuava ogni mia paranoia. Scolai la pasta nel lavello quando il mio telefono prese a squillare. Lasciai le presine sul tavolo e, incastrando il telefono tra la guancia e la spalla, risposi.
«David»
«Buona sera»
«Ciao» dissi dolcemente, cercando di allontanare tutte le mie seghe mentali.
«Cosa fai?»
«Preparo la cena» dissi e rigettai la pasta nella padella.
«Sei andata a lavoro oggi?» mi chiese, ma io non avevo intenzione di continuare una conversazione quando mi premeva sapere una cosa, subito.
«Ti manco?»
«Cosa?»
«Sì, insomma... senti la mia mancanza?»
«Sempre» cercai di lasciarmi andare in un profondo sospiro di sollievo ma sapevo che c'era qualcosa che non andava ancora.
Perché non mi chiedeva se lui mi mancasse?
«Anche tu mi manchi» dissi, dopo essermi fatta coraggio.
Dopo aver ripassato la pasta nella padella ne misi un po' nel piatto e riprendendo il telefono in mano me ne andai a sedere.
«Emy ora devo lasciarti. Il party sembra aver bisogno della mia presenza per iniziare»
Deglutii rumorosamente e annuii come se lui potesse vedermi.
«Emy?»
«Oh... sì, scusa. Certo vai, divertiti»
«Grazie e buona notte» e attaccò.
Niente piccola combina guai, niente O'Connor.
Allontanai il piatto e mi alzai dalla sedia per lasciare la cucina. La fame mi era passata e quello che sentivo alla bocca dello stomaco non era bisogno di cibo ma nervosismo, irritazione. Andai in salone e mi lasciai cadere sul divano, dove presi a fantasticare e ricordare quella sera a casa sua. Quella volta che dopo la cena, dopo il casino combinato in cucina, ci eravamo spostati sul divano per coccolarci.
David... sempre e solo David.
Ormai prendeva parte nei miei pensieri ogni secondo, ogni minuto, ogni ora del giorno. E forse era giusto così, no?
Lanciai un urlo e mi coprii il viso con il cuscino.
«Ok, basta Emy!» mi dissi e, dopo aver acceso la tv ed aver chiamato Golia per farmi compagnia, cercai di dimenticare e di ripensarci il giorno seguente.

Ma i giorni seguenti non furono molto differenti.
Lui chiamava, si scusava per il lavoro e attaccava. Il suo comportamento non accennava a cambiare e questo mi faceva male.
Io ogni tanto mandavo qualche messaggio carino e dolce, sperando che qualcosa lo riportasse verso di me, che mi riportasse quel David che non smetteva di chiamarmi, di mandarmi messaggi e di coccolarmi.
Cassie mi aveva chiesto cosa realmente mi mancasse. Lui o le sue attenzioni?
Io mi ero infuriata a quella sua supposizione, la risposta era una sola e anche ovvia.
Mi mancava lui, ma Cassie insisteva nel dire che forse a lui questo non era arrivato, forse a lui sembrava che io dessi più importanza alle attenzioni che a lui come persona e che il fatto di non avergli dato un risposta riguardo i miei sentimenti aveva accentuato questa sua insicurezza.
Ma questi erano i pensieri di Cassie, perciò qual'era la verità?
Cosa stava provando David?

Senza RiservaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora