DICIOTTESIMO CAPITOLO...

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Fuori l'aria era fresca e la giornata illuminata dal bagliore del sole che non smetteva di splendere. Anche se le nuvole, poco distanti, minacciavano quel ben' essere.
Quella luce, comunque sia, non riusciva ad entrare nella cupa classe in cui Nate era rinchiuso.
Sbuffò quando passarono si e no dieci minuti, tutti passati ad aspettare la professoressa in classe. Dopo solo venti minuti dall'inizio della lezione, finalmente arrivò il supplente: un uomo di mezz'età, abbastanza basso, con la pancia appena visibile e una piccola calvizia proprio al centro della testa mentre dei capelli ricci e rossastri gli facevano da contorno.
Iniziò a presentarsi rimanendo in piedi accanto alla cattedra. Nate notò subito la sua arroganza e antipatia, non che glie ne fregasse qualcosa. Infondo era un semplice e arrogante supplente, con chissà quali pretese.
Il braccio di Nate venne colpito da una piccola pallina di carta gialla. Yoko era solita trovare molti metodi per comunicare, ovviamente il telefono era escluso per lei.
Nate aprì il foglietto stropicciato leggendo ciò che c'era scritto sopra: "Gli diamo una mano?" Nate alzò lo sguardo incrociando quello di Yoko che lo supplicava con lo sguardo. Dare una mano e quel grassone con la testa montata? Ma è impazzita?
Alzò lo sguardo notando un evidente carenza di esperienza nei panni del supplente da quell'uomo. L'arroganza e la sicurezza erano completamente sparite. Se l'è cercata lui...

Il suo sguardo cadde su quello di Yoko, sospirò arrendendosi a quello sguardo da cucciolo supplichevole. Alzò gli occhi al cielo, per poi alzare il braccio. Guardava l'uomo con poca voglia e molta noia, e la cosa faceva tutt'altro che aiutare.

-S-Sì?- balbettò l'uomo mentre torturava le dita fra di loro, attorcigliandole, evidentemente preso dall'ansia, visibile anche nella sua espressione.
-Vorrei sapere...- in realtà non aveva la minima idea di cosa chiedere -volevo chiederle cosa insegna...- fu la prima cosa che gli venne in mente. L'unica adir il vero.
-Oh...- sussurrò lui sorpreso da una semplice domanda -beh... io sono un semplice supplente... ma solitamente supplisco gli insegnati di letteratura- disse il tutto gesticolando in modo maniacale mentre, allo stesso tempo e di tanto in tanto, si sistemava gli occhiali posti sul naso.
Nate annuì, una volta finito il discorso. Guardò Yoko, che ricambiò lo sguardo, alzò le sopracciglia aspettandosi di più, il castano alzò le spalle, mentre lei lo guardava insistente.
Cos'altro vedo fare? Chiedergli di sposarmi? Così l'imbarazzo magari sparisce... Non credo che Akira ne sarebbe felice. Tenterebbe di uccidere me, lei e magari anche il supplente...

Fu Yoko ad alzare gli occhi al cielo, scuotendo leggermente la testa.
L'ora di supplenza passò. O almeno quella mezz'ora rimasta.

Nate camminava solitario nel corridoio, fu fermato da una voce già sentita, una voce leggera e timida, collegabile solo ad una ragazza.
Nate si voltò lentamente, osservando dei capelli rossi e dei grandi occhi marroni circondati da degli occhiali neri -hey, Nathan...- lo salutò la ragazza, il castano rimase sorpreso da quel sorriso e la dolcezza nella sua voce. -Y-Yuma...?- balbettò lui confuso.

-Ti è stato utile il mio aiuto?- domandò iniziando a camminare affianco a lui.

I-Il suo aiuto? Ci pensò prima di capire a cosa si riferisse -Oh ehm...- non sapeva se ciò che gli aveva svelato fosse stato utile o meno, non era poi così essenziale. Akira me lo avrebbe detto comunque... Giusto? Nel dubbio, cercò di esser gentile, in ogni caso l'aveva aiutato senza esitare -Sì, è stato utile... Grazie- sussurrò insicuro. La ragazza rise nervosamente -scommetto che t'interessava per una ragazza- guardò in basso, la sua voce divenne ancor più timida e si poteva notare un accenno di tristezza.
Akira una ragazza? Beh, se dico di no non è mentire... -Addir il vero no...- sussurrò il ragazzo poco certo. Immaginò Akira vestito da ragazza, trattenne una piccola risata anche se lo trovava abbastanza esilarante. Yuma alzò lo sguardo con gli occhi che brillavano speranzosi -D-Davvero?- sussurrò incredula. Ma Nate non sentì quel suo sussurro speranzoso.

-Nathan... Che ne dici di pranzare insieme?- le gote di lei si tinsero di un leggero rossore -p-per... per sdebitarti per il mio aiuto- balbettò timidamente.
Nate la guardò con la coda dell'occhio. Un pranzo? -Yuma... Eco... Ti sono grato dell'aiuto ma... vedi...- non sapeva cosa dire. Se Akira avesse scoperto che una ragazza ci stesse provando con lui? Cosa avrebbe fatto? Sarebbe diventato geloso? Avrebbe riso? Probabilmente ci avrebbe scherzato su, deridendo Yuma nel suo futile intento, e ripetendo in continuazione che Nate, ora mai, apparteneva a lui. Solo ed unicamente a lui... Suo. Suo. Suo.

-Amo una persona...- disse con sincerità, sorridendo imbarazzato. Lo sguardo dei lei si spense -oh...- capì -Capisco... Effettivamente state sempre insieme...- constatò lei, mentre Nate rimase confuso da quelle parole. -Cosa..?- chiese inclinando leggermente la testa. -Ti piace Yoko... Dovevo immaginarlo, si vede da come la guardi...- sorrise amaramente, annuendo con gli occhi rivolti verso il basso.  Nate spalancò gli occhi -non è...- non riuscì a terminare la frase, il suo braccio venne trascinato da un'altra parte. Yoko lo stringeva a se guardando in modo strano Yuma. -Yoko...- sussurrò il castano, mentre lei continuava a guardare male l'altra.

La bionda lasciò uno dei suoi soliti foglietti alla rossa, che lo prese confusa.
Nate non aveva avuto il tempo di capire ciò che stava accadendo attorno a se. La biondina lo aveva già trascinato via, senza neanche salutare Yuma.

𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora