VENTITRESIMO CAPITOLO...

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Arrivato a casa notò solo un profondo silenzio e, quando sorpassò il salone, vide un ammasso di capelli castani. Sorrise, avvicinandosi ad essi. Le sue dita sfiorarono quelle ciocche -buongiorno Shonen- sussurrò. Lo sentì mugugnare contro la sua mano -ho sonno- bofonchiò con ancora gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta.

Akira sorrise di nuovo a quell'immagine, l'amarezza che provava era scomparsa nel momento in cui aveva incrociato quel viso tranquillo e rilassato mentre dormiva.

Gli aprì le gambe, sistemandosi fra esse. Mise le se braccia attorno al suo collo, afferrò le sue cosce e lo tirò su.

-Akira...- mormorò il castano accocolandosi di più a lui. La presa a Koala resse e, Akira, camminò verso la sua stanza. -Sono qui- sussurrò il ragazzo dai capelli bianchi, accarezzandogli una coscia. L'altro strinse di più le braccia intorno al suo collo, avvolgendolo meglio.

Si stava per svegliare, il suo respiro non era più profondo come poco prima -scusa- sussurrò come se non volesse farsi sentire. Ma Akira sejtntì e, capendo subito a cosa si riferisse, si bloccò nel bel mezzo del corridoio -lo so...- disse un po' incerto.

La porta della sua camera era aperta, per sua fortuna. Sistemò Nate sul letto e notò i suoi occhi socchiusi. -Lo sai?- chiese il castano senza lasciar andare quel rosso che in quel momento era intenso come la fiamma stessa. Akira si distese al suo fianco, senza sfiorarlo o toccarlo. Nate non ebbe il coraggio di incrociare ancora i suoi occhi, ma atteneva una sua risposta.

-Vi ho visti...- rispose il ragazzo dai capelli bianchi -tu e Yoko...- specificò, in quel momento la sua voce sembrava che stesse per crollare. Debole e impaurite, il ricordo di quei secondi passati a vederli insieme lo rendeva triste.

Quella discussione divenne tutto un sussurro, una cosa intima in cui c'erano solo loro.

-Mi dispiace...- sussurrò il castano. Era tutto? No, non era tutto. C'era così tanto da dire. Quelle parole silenziose comunicate solo attraverso gli sguardi indiretti. Nate aveva timore nel farle uscire, nel sussurrarle dolcemente come faceva Akira. Non sapeva se ci sarebbe riuscito. Non sapeva se era il momento giusto per parlare e confessare.

-Non sapevo cosa fare... Lei è la mia migliore amica e... Scoprire in quel modo che...- si bloccò le parole non erano capaci di uscire fuori -mi ha sorpreso...- disse soltanto. Akira lo guardava, osservando i lineamenti del suo viso e le sue caratteristiche. Le guance pronte per arrossire, ma non ancora.

-Ho vomitato tutta la notte. Ho bevuto cercando di dimenticare quell'immagine. Di cancellarla dalla mia testa. Eliminarla del tutto- sussurrò con la voce rauca. -Tutta la notte?- domandò il ragazzo alzando lo sguardo sorpreso e preoccupato, ma anche sollevato. Akira annuì in risposta, ora che poteva vedere i suoi occhi. -Ne sono felice- ridacchiò sorridendo -pensavo che tu e Yui..- si fermò, bloccato dall'amarezza. Akira sorrise addolcito, lo avvolse con un braccio attirandolo e sistemando la testa sull'incavo del suo collo -non farlo più...- Nate prese una sua mano, stringendola il più forte che poteva. Facendola sua, richiamando la sua proprietà.

-Ha ragione Yui su una cosa- sussurrò Akira accocolandosi a lui. -Su cosa?- chiese amaramente sentendo quel nome pronunciato dalle sue labbra, la sua voce. Akira ridacchiò notandolo, e capendo anche il perché -mi sto rammollendo- sussurrò con un sorriso sul viso -sono felice che sia a causa tua e non per quelle scemenze come la vecchiaia, la depressione o...- si accocolò ancora, con gli occhi chiusi. -O...?- chiese il castano curioso, -nulla, scemenze come queste- sviò l'albino.

-Ti sto cambiando- constatò l'altro, con una punta di preoccupazione nella voce, -solo in meglio- lo rassicurò l'altro -tu rendi tutto migliore- sussurrò con la voce sempre più bassa.

Akira... credo che ti stia sbagliando... Non sono io a rendere le cose migliori, sei tu che le rendi magnifiche... sotto i tuoi occhi credi che sia io a migliorare tutto. Ma sei tu... Sei tu che migliori me...

-Ich liebe dich- sussurrò il Nate, senza pensarci due volte. Senza pentirsene.

Ma Akira era già profondamente addormentato, il suo respiro pesante ne era la prova. Dormiva già, quando Nate pronunciò quelle parole. Se il ragazzo le avesse pronunciate prima, forse, sarebbe stato in grado di udire.

Ma il tempismo non era a favore dei due.

Se Nate le avesse pronunciate prima.

Se Akira si fosse addormentato dopo.

Si sarebbero scambiati il loro amore, i loro sguardi, i loro baci.

Ma fu Morfeo ad avere la meglio sui due. Che si addormentarono uno dopo l'altro.

Nate sentì di nuovo il profumo della vaniglia, unito a quella che gli sembrava pittura. Immaginò i colori che caratterizzano, il cielo azzurro mentre il tramonto faceva la sua comparsa. Il colore di Akira.

𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora