TRENTUNESIMO CAPITOLO...

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Qualche settimana dopo...

I giorni passavano come secondi. Veloci. Inspiegabilmente veloci. E, in quei secondi, nulla sembrava evolversi. Tutt'altro. Ogni loro gesto sembra retrocedere sempre di più.

I sentimenti erano sempre gli stessi, ma...
I momenti passati insieme, gli scambi di dolcezze, le parole... Tutto si stava come estinguendo. La paura, le frase fatte e dette di fretta, la freddezza. Quello... Quello si accentuava quando il tempo passava davvero.

Akira alzò lo sguardo dal divano su cui era disteso, guardò oltre l'arco che mostrava la cucina e si perse nel guardare il suo Shonen cucinare, osservando i movimenti dei fianchi che faceva a ritmo di una canzone canticchiata. Sorrise guardandolo, ricordando l'ultima volta che era riuscito a sfiorargli la pelle con le dita. Iniziò a guardarlo con malinconia, come se tutto fosse un triste e lontano ricordo.

Nate si voltò verso di lui, smise di caticchiare e muovere i fianchi mentre, con sguardo freddo, gli disse: -la cena è quasi pronta-.

Akira alzò subito lo sguardo dal suo magnifico sedere, anche perché l'espressione di Nate lo blocco quasi all'istante, e scansò lo sguardo, non sapendo cosa guardare in verità ma al castano non sembrava importare. -D'accordo- sussurrò mentre l'altro tornò a cucinare e sospirò subito dopo spegnendo il fuoco.

Mi dispiace... Nate ripensò a quello sguardo quasi perso quando lo beccò nel fissarlo. Sapeva di esser stato molto freddo nelle ultime settimane. Nella sua testa, ricominciò a riecheggiare nella sua testa. -All I need is love...- iniziò a cantare a bassa voce. Non sapeva perché, ma quella canzone aveva invaso la sua testa.

-Shonen...- Nate voltò la testa verso quella voce, Akira era poggiato al muro di fianco a lui, il suo sguardo gli fece venire i brividi al castano insieme al senso di colpa che in quei giorni aumentava come la distanza che si stava creando.

Riabbassò lo sguardo nel tentativo di non guardare quegli occhi. Di non incrociare quel rosso perso e triste a causa sua.
Diventava sempre più grigiastro e cupo.

-La scuola è finita, noi due potremmo passare tutto il tempo possibile insieme, e invece...- lentamente quella voce rauca scendeva sempre più nell'oscura dimenticanza d'affetto. -Tutto è così... Cambiato- sussurrò addolorato -... Shonen...- si bloccò socchiudendo le labbra nel tentativo di trovare le parole adatte -Nate...- lo chiamò mentre l'altro si sentì male. L'aveva chiamato per nome, non per intero, ma era pur sempre il suo nome. No, chiamami Shonen... Chiamami Shonen ti prego...

Silenziose lacrime iniziarono a rigargli il viso. Evitò di singhiozzare come una ragazzina, mentre scansò il viso nel tentativo di non far notare quelle lacrime.
-Cosa c'è che non va? Cosa non ti basta? Io?- la voce era tremante, per un probabile pianto trattenuto.
No tu sei troppo... Pensò l'altro tristemente mentre il cuore si stringeva lentamente nel petto. Faceva male, tutto faceva male.
La sua voce erano dei proiettili che infrangevano la sua pelle, la cane, gli organi. Facendo fuori uscire il sangue che accarezzava la sua pelle proprio come quelle lacrime.

Una piccola goccia cadde sulla sua mano, l'asciugò in fretta, senza farsi notare. -Non puoi capire...- sussurrò il castano cercando di avere un tono fermo e meno tremante.

"Akira..." il suo nome. Il suo nome pronunciato da quel ragazzo... Sì, faceva decisamente male.

-Parlami... Prova. Prova a spiegarmi- disse l'altro nel tentativo di ricevere spiegazioni.
Nate rise amaramente alla sua richiesta -davvero me lo stai chiedendo?- cosa c'è da spiegare? Dovrei trovare una scusa come: il college, la distanza, il fatto che non vivrò più con te, in questo appartamento? Cosa vuoi che ti dica che non sia ovviamente falso? Quanto ancora dovrò mentire?
Ma se non l'hai capito, se stai chiudendo gli occhi di fronte all'ovvio. Proprio come sto provando a fare io. Significa che non vuoi vedere. Non è così? Non vuoi vedere l'enorme verità che ci divide Akira...
L'unica cosa che mi rimane è mentire. Se proprio lo vuoi.

-Io non...- devo mentire. Strinse le mani a pugno strizzando gli occhi cercando di far terminare quelle lacrime nascoste.
-Qualsiasi sia il problema, posso aiutarti. Posso cambiare...- sussurrò l'altro cercando una soluzione, ad un problema che non conosceva.

Nate si voltò, mostrando il suo viso.
Mostrando le lacrime.
Mostrando il dolore.
-Avevi detto che avresti fatto qualunque cosa. Che mi amavi...- disse cercando ancora una volta di tenere la voce ferma, -è quello che...- Akira venne interrotto subito. -Qualsiasi cosa io ti chieda.- disse tenendo uno sguardo fermo. O almeno provandoci.
-Ti prego- sussurrò il falso albino, abbassando il viso non riuscendo a reggere quel suo sguardo e le parole insieme. -Ti chiedo di lasciarmi andare...- biascicò mentre nuove lacrime scendevano lentamente.

Akira alzò lo sguardo una volta pronunciate quelle parole -come puoi chiedermi questo...?-.

Spazio autrice:

Nyaaah~
Siamo quasi arrivati alla fine, sorry
Anyway, passereste a leggere "Baka no senpai"? È una storia che ho pubblicato da poco, grazie se andrete a dargli un'occhiata e a commentare con un parere

Sayo ^^

𝙻𝚘𝚜𝚝 𝚆𝚒𝚝𝚑𝚘𝚞𝚝 𝚈𝚘𝚞 - YAOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora