«Ora ricordo, tu sei la Stacy del Canada! Sei sua cugina giusto?» la ragazza che mi ha 'assistito' ieri al bar entra nella mia stanza, senza bussare, e si avvicina alla sedia accanto al mio letto.
«Quindi ti ha parlato di me... Bè posso dire che non ha fatto altro che parlare di te per una settimana intera quando è venuto a trovarci in Canada» Ora che la guardò meglio è bellissima. Ha gli occhi verdi come quelli di Harry e i capelli ricci castani che gli arrivano a mezza schiena con qualche mèches bionde.
«E cosa ci fai nella mia stanza?» alzo le sopracciglia incrociando le braccia al petto.
«Non devi essere arrabbiata... Harry voleva assicurarsi che stessi bene. Lui non lo ha fatto apposta, anzi si, ma non voleva. Era in preda alla rabbia ed ha agito senza pensare...» mi alzo, anche se con difficoltà, dirigendomi verso la porta a piedi nudi ignorando le domande inutili di Stacy.
«Signorina, dove sta andando? Deve riposare» un'infermiera bionda mi prende per le spalle bloccandomi, provocandomi non so come un forte dolore alla schiena.
«La stanza di Alexander Matthews.» Le lancio uno sguardo feroce del tipo 'non farmelo ripetere un'altra volta' e lei toglie le sue mani spostandosi per lasciarmi passare.
«La 203, al piano di sopra» la ringrazio velocemente ignorando Stacy dietro di me che mi dice di restare nella mia stanza e altre stronzate varie.
Mentre siamo in tragitto verso casa ripenso alle parole di Alex quando gli ho detto che mi dispiaceva:
"Lo rifarei altre cento volte per te, Federica. Il dolore fisico che provo ora non è niente in confronto al dolore emotivo che provo quando penso al fatto che non ricambi i miei sentimenti."
Mi si appanna la vista a causa delle lacrime che minacciano di uscire dai miei occhi. Mi giro dall'atra parte verso il finestrino per far sì che Harry non se ne accorga.
«Non volevo che succedesse una cosa del genere, ho perso il controllo.» Mette la mano sopra la mia guardandomi un istante per poi concentrarsi sulla strada.
«Ti prego dì qualcosa... Non startene lì in silenzio, per favore» dice mentre mi stringe leggermente la mano.
Ora scoppio.
«Si, lo so che ti dispiace! Dispiace anche a me. Ma cosa dovrei fare? Perdonarti come faccio sempre? Ogni volta ti dispiace e ogni volta sono io quella che sta male. Ogni volta mi chiedi scusa e ogni volta ti perdono. Perché? Perché sono una cogliona che non può fare a meno di te, che ha bisogno della tua presenza ovunque più di quanto mi costi ammetterlo.»
Parcheggia la macchina ed usciamo tutti e due lasciando dietro Stacy che ci guarda con gli occhi sbarrati. Apro la prima porta d'ingresso e salgo le scale il più velocemente che posso senza aspettare Harry. Mentre cerco di aprire la porta del mio appartamento Harry mi raggiunge cercando di dirmi qualcosa, ma lo ignoro correndo verso camera mia lasciando la porta di casa aperta.
Prendo un borsone in un angolo della mia camera mettendoci dentro più vestisti che posso.
«Che cosa stai facendo?» Harry mi trattiene per il posso costringendomi a girarmi verso di lui. Mi libero violentemente dalla sua presa per continuare quello che sto facendo per poi rispondergli:
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Paura D'Amare. - IN REVISIONE
Fanfiction«Ti amo» «Ce ne hai messo di tempo... per confessare quello che già sapevi il primo giorno che hai posato lo sguardo su di me» «No, quello che sapevo è che avrei voluto strangolarti e ucciderti senza pietà! Ma mi sonno innam... p...perché mi guard...