Pov. Harry
I nostri corpi sono vicini, quasi a contatto. Le mie mani scendono sulla sua vita e la stringo più forte e lei non può fare a meno di guardarmi stranamente. In questo momento non importa di nessuno, anche se nella stanza si è creato uno strano silenzio e sento gli occhi dei ragazzi su di me, ma non ha importanza. In questo momento siamo solo io e lei, nient'altro. Sembra un po' disorientata e mi guarda senza aprire bocca. Guardo prima i suoi occhi verdi e poi il mio sguardo si focalizza sulle sue labbra, che sono appena socchiuse... come se stessero aspettando le mie.
«Se vuoi baciarla entro domani per favore!» implora la voce di Linda. Dio, non può stare zitta?
Vedo che Fede non oppone resistenza quindi faccio avvicinare le nostre labbra lentamente fino a farle combaciare. Dopo tre secondi sento che ricambia il bacio con le sue labbra morbide sovvraposte alle mie. Mi godo questa sensazione piacevole dato che è da stamattina che non sento il sapore delle sue labbra.
«Sarebbe un bene se tu aprissi la bocca Fede!» Zayn incoraggia Fede, che non segue il consiglio e mette fine al nostro bacio.
«Non sei affatto divertente» protesta lei portandosi i pugni ai fianchi «Perché invece di parlare troppo, non ci fai una dimostrazione con Linda visto che non fate altro che pomiciare...» lo sguardo di fuoco di Linda la fa subito tacere. «Okay, scherzavo.» sorride gesticolando con le mani.
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«Allora, mi sono fatto perdonare?» le chiedo mentre chiudo la porta di camera sua. Fa finta di pensarci mentre picchietta l'indice sulle sue labbra perfette che vorrei baciare all'istante.
«Fammi pensare... No! Non basta un semplice bacio per farti perdonare, stavolta dovrai sudare. Molto.» dice prolungando il suono della prima o più a lungo. Mi incammino verso il letto e mi siedo accanto a lei mentre si alza per andare a sedersi dall'altra parte del letto.
«Non vuoi venire tra le mie braccia?» chiedo assumendo uno sguardo interrogativo.
«No, mi piace vederti soffrire» Mi fa l'occhiolino, «Ti dispiacerebbe uscire? Devo cambiarmi.»
«Si mi dispiacerbbe. Molto» metto su un finto broncio che non mi riesce affatto.
«Allora girati, non penso di avere la forza di trascinarti fuori. Sono troppo stanca» la vedo andare verso l'armadio e prendere una maglietta grigia a maniche corte e dei pantaloni da tuta neri. «Perché non metti il pigiama che a me piace tanto? Quella maglia largha che ti arriva sotto il... sedere» le chiedo ripensando a un paio di mesi fa quando l'ho vista con quel piagiama che mostrava le sue gambe leggermente abbronzate.
«Se ti dicessi chi me l'ha regalato, non ti piacerebbe poi così tanto» apre l'anta dell'armadio per non farsi vedere, tentativo inutile dato che dietro di lei c'è uno specchio.
«Sentiamo... chi te l'ha regalato?» chiesi comunque anche se avevo la vaga idea di chi potesse essere.
«Alex» sputa tutto d'un colpo. Si sporge un po' per vedere la mia reazione che non è affatto positiva. Vedendo la mia faccia scoppia ridere «Dio mio, stavo scherzando!» alza gli occhi al cielo mentre si nasconde di nuovo dietro l'anta dell'armadio. La vedo sfilarsi i jeans, attraverso lo specchio, dandomi vista alle sue gambe.
«Belle mutandine bianche! Percaso le hai abbinate al reggiseno?» rido di gusto mentre lei si gira incrociando il mio sguardo attraverso lo specchio.
«Ugh, sei sempre il solito!»
Pov. Fede
Mi sveglio un'altra volta per prima e decido di lasciare Linda riposarsi ancora un po'. Mi alzo e vado verso il bagno per lavarmi i denti e mentre mi guardo allo specchio mi accorgo del livido violaceo sul collo. Harry. Ricordo quando ieri non volevo baciarlo e lui mi prese di forza e mi fece sbattere la schiena contro il muro tenendomi le mani per non farmi muovere, prima di avventarsi sul mio collo. "Bel modo di farsi perdonare" penso subito. Sfioro la parte del collo, in cui è presente il livido, con l'indice sorridendo. Sciolgo i capelli per evitare che gli altri se ne accorgano e scendo giù per prepararmi la colazione come ogni mattina, da sola.
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Paura D'Amare. - IN REVISIONE
Fanfic«Ti amo» «Ce ne hai messo di tempo... per confessare quello che già sapevi il primo giorno che hai posato lo sguardo su di me» «No, quello che sapevo è che avrei voluto strangolarti e ucciderti senza pietà! Ma mi sonno innam... p...perché mi guard...