CAPITOLO 2

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L'indomani Gwen si recò al parco all'ora stabilita.

Notò subito Nat seduta su una panchina che la aspettava; ma, con sua grande sorpresa si accorse che non era sola: c'era anche Will con lei.

Sentì subito le farfalle nello stomaco e si bloccò sul posto, incapace di andare avanti.

Quando i due fratelli si accorsero di lei, però, si fece forza e li raggiunse.

- Buongiorno Gwen. Tutto a posto? Spero non ti dispiaccia se è venuto anche Will. - disse Nat tutta pimpante.

- Se volete io me ne vado. Non vorrei disturbarvi - aggiunse Will

- Oh no. Resta pure. A me non dà fastidio - disse piano Gwen e poi aggiunse: - Vi va di fare una passeggiata?

I due fratelli annuirono e si avviarono insieme a Gwen per il parco.

Non aveva fatto questa proposta tanto perché aveva voglia di camminare, ma perché aveva visto che nei dintorni non c'era nessun fantasma e pensava che addentrandosi di più nel parco avrebbero avuto più possibilità di incontrarne uno.

Nei giorni precedenti ne aveva visti altri tre o quattro e aveva capito che le loro apparizioni non erano eventi isolati. Qualcosa era cambiato e lei era intenzionata a scoprirlo.

Mentre era assorta nei suoi pensieri sentì Nat sussurrare e chiamare Will.

Lui guardò nel punto che la sorella gli aveva indicato con un cenno e anche Gwen seguì i loro sguardi.

Notò una cosa che prima le era sfuggita: in fondo, vicino ad un albero, c'erano due sagome indistinte che continuavano a rincorrersi e a girare intorno all'albero: sembravano impazzite.

- È meglio se torniamo indietro. - disse Will che nel frattempo era sbiancato.

Quel pallore faceva risaltare ancora di più i suoi occhi azzurri e per un attimo Gwen si perse in quello sguardo magnetico.

Si riscosse solo quando lui e Nat si girarono e fecero per tornare indietro.

- Aspettate. - li chiamò Gwen; loro si girarono di scatto e lei continuò. - Vi devo dire una cosa importante che ieri non ho avuto il coraggio di dirvi.

- Che cosa? - dissero all'unisono i due fratelli

- La prima volta che vi ho visti qui al parco mi sono accorta che lo avete visto...

- Abbiamo visto chi? - disse Nat

- Sì, insomma...il fantasma - fece Gwen tremante

- Noi li chiamiamo spettri o spiriti. Ma davvero tu riesci a vederli? - le disse Will sbalordito.

- Sì, ci riesco da quando ero piccola e fino a pochi giorni fa pensavo di essere l'unica ad avere questo dono; ma poi vi ho visto e la mia speranza di è riaccesa.

- Anche noi pensavamo di essere gli unici. Ma almeno non eravamo soli; eravamo insieme. Tu invece eri proprio sola. Chissà come deve essere stata dura per te tutti questi anni? - disse Nat preoccupata.

- Beh, non ho mai dato molta importanza al mio dono perché mi capitava raramente di incontrare uno "spettro", come lo chiamate voi, visto che non si facevano mai vedere in città. Ma ora...sembra che qualcosa sia cambiato.

- Hai ragione. Anche noi non ne avevamo mai visti in posti così affollati. Per questo motivo in questi giorni siamo stati tutto il tempo in biblioteca, a cercare informazioni, ma non abbiamo ancora trovato niente. - affermò Will

- Se vuoi puoi venire a casa nostra ad aiutarci a cercare qualcosa di utile.- aggiunse Nat.

- Va bene. Vi aiuterò.

Così tutti e tre si avviarono verso casa Gallagher. Abitavano in una grande palazzina, vicino alle rive del Tamigi, a circa un isolato di distanza dalla casa di Gwen.

All'interno della casa c'era anche una grande biblioteca, Gwen ne rimase molto colpita perché amava molto leggere e le avrebbe fatto molto piacere averne una così nel suo palazzo, ma tutti gli appartamenti erano occupati; fortunatamente, però, vicino a casa sua si trovava una delle principali biblioteche della città e così non doveva andare lontano per trovare i suoi amati libri.

I tre ragazzi passarono tutti il pomeriggio a fare ricerche, ma non riuscirono a trovare niente.

Quando si fece buio, Gwen disse che era ora che tornasse a casa e propose di incontrarsi il giorno seguente nella biblioteca vicino a casa sua, dove forse avrebbero scoperto di più .

- Va bene. Ora ti accompagno a casa. Si è fatto tardi ed è troppo buio perché tu esca da sola. - disse Will

Insieme uscirono di casa e si incamminarono lungo il Tamigi. C'era una forte brezza e Gwen rabbrividì, ma non sapeva se fosse per il vento o per essere rimasta da sola con Will.

Lui vedendola rabbrividire le prese la mano e si avvicinò per scaldarla; per quasi tutto il tragitto non aprirono bocca, entrambi imbarazzati.

Poi all'improvviso Will ruppe il silenzio: - Tu vivi da sempre qui a Londra?

- Sì, da quando sono nata. La mia famiglia vive in questa città da sempre. E voi? Dove abitavate prima?

- In una cittadina vicino a Cardiff, in Galles. - poi le raccontò qualcosa della loro vita prima di trasferirsi , ma presto arrivarono a casa di Gwen e si salutarono.

- A domani Will. Ci vediamo in biblioteca. - disse lei dandogli un leggero bacio sulla guancia.

- A domani. - rispose il ragazzo con un leggero rossore sulle guance.

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