Tutto quello che riuscivo a pensare era: per favore smettila, così mi aggiusti il cuore. Volevo che mi liberasse da quell'abbraccio così confortevole, che la smettesse di togliermi con delicatezza i capelli dal viso, di accarezzarmi e sopratutto volevo smettere di respirare il suo profumo così buono. Continuavo a pensare di volerlo fuori da quella macchina, lontano da me. Ma, non mi sono mossa. Non ho fiatato. Mi sono lasciata cullare dalle sue braccia. Era quasi bello. Poi, mi è venuto in mente lui e ho cercato le sue mani in quelle carezze. Questo mi ha fatto sentire cattiva. Ho cercato di spingerlo via dai miei pensieri per poter godere un altro po' di quel momento. Ci sono quasi riuscita e mi sono impanicata. Non posso farmi trasportare di nuovo in un altro mondo che non è il mio. Voglio rimanere con i piedi saldamente attaccati alla terra reale. Ho iniziato a cercare modi e scuse per cacciare l'ennesima cosa bella dalla mia vita per paura che il mio strambo equilibrio venisse alterato. La paura dei cambiamenti, dell'ennesimo rischio, della prossima crepa sul mio muro, del dolore, quello forte, si attanaglia dentro di me tutte le volte e mi spinge a fare passi indietro. Ho sempre definito gli altri come animali selvatici proprio perché quando cerchi di avvicinarti loro scappano; quando l'animale più selvatico per trovarlo mi basta guardare dentro uno specchio. Ed eccomi lì con il mio carattere strano che mi spinge a scappare ogni singola volta che credo di stare bene, così bene da soffrirci poi. Se non ti sai avvicinare lentamente e con pazienza, scappo. Se non sai come prendermi, me ne vado. Credimi, poi mi pento. Rimpiango la mia decisione. Odio la solitudine ed odio me.
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Self-destruction
DragosteEra lui che con i suoi occhi chiari e la sua dolcezza ogni giorno mi salvava da quell'altro con gli occhi così scuri che facevano paura solo a guardarli. Ma si sa che le cose belle finiscono e quegli occhi chiari sono diventati la mia Self-destructi...