Faceva freddo e passeggiare in quella piazza era l'unico modo per riscaldarsi. Giravo con lo sguardo basso e parlavo come se il discorso non mi interessasse. Ma una voce come tuono mi fece trasalire. Alzo di scatto lo guardo e lo vedo vestito di scuro. All'improvviso non so più dove andare, non ricordo il discorso. Solo un pensiero "devo andare a salutarlo?". Decido di farlo come se lo facessi solo per educazione, niente di speciale. Poco più tardi ci troviamo l'uno di fianco all'altra. Lui come una montagna accanto a me con quelle spalle larghe, quelle braccia grosse mi fanno sentire minuta e indifesa. Alzo lo sguardo e mentre parla lo guardo. Poi si zittisce e senza muovere la testa di scatto muove gli occhi neri e mi guarda. Il respiro mi si blocca, resto immobile. Come se una bestia selvaggia mi si fosse parata davanti e l'unica via di salvezza fosse quella di far finta di essere morta. Sono così scuri privi di emozione. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma da quegl'occhi non trapela niente. Non si capisce mai cosa stia pensando. Uno sguardo duro che mette in soggezione e fa tremare ogni minuscolo muscolo del corpo. Ma non riesco a tenere testa a quello sguardo impassibile e di scatto guardo altrove. Ho paura ma sono ipotizzata da quella strana sensazione. Sono incantata. Mi cinge il braccio intorno alla vita e mi stringe a lui. Non mi sento più in pericolo ma anzi protetta da quello che prima mi faceva paura. Ma perché mi stringe così forte? Il suo allontanarsi e avvicinarsi a me di continuo mi confonde sempre di più e non so più quale sia di preciso il nostro rapporto. E più io cerco di scappare da questa "relazione" più lui mi intrappola, come a non volermi lasciare libera. Poi scompare di nuovo e io non so più dov'è, con chi, che fa... non so se sentirmi al sicuro adesso che lui non c'è o sentirmi in pericolo proprio perché non è qui. Passa qualche ora e contemporaneamente mi arrivano due messaggi. Il primo è suo "un giro?" Niente di più, come lui, apparentemente senza sentimenti.
L'altro è più gentile, ma non suo, mi ricorda che dovevamo vederci per fumare insieme una sigaretta e parlare un po', mi avverte che sta arrivando. Mi trovo indecisa: lui o l'altro? Occhi neri o occhi belli? Ho avuto abbastanza paura per stasera. Rifiuto il primo e corro dal secondo. Lui ci rimane male e rimango sorpresa. Voleva veramente passare del tempo con me. Ma poco importa quando incrocio quegl'occhi chiari. Chiari come l'acqua cristallina del mare in un giorno d'estate. Mi ci perdo e mi sento rilassata. Esce un sorriso spontaneo e un saluto amichevole. Qualche risata e improvvisamente il parlare del più e del meno non sembra affatto noioso. Mi sento seduta su una nuvola, come se non fosse così tardi da dover correre a casa, come se avessi tutto il tempo del mondo e non fosse mai abbastanza. Mi sento bene, in pace. E non ho paura di guardarlo negli occhi ed è bello parlare con delle pupille così espressive che sorridono come sorride la bocca. Nessuna lotta di orgoglio, nessun "nascondersi". Nessuna finta. Sorrisi veri. Discorsi fatti di parole e non di occhi che fuggono. Risate vere. Ed emozioni che si possono quasi toccare. Ho fatto bene a scegliere. Un amico sincero è meglio di una "relazione" che non si sa nemmeno cos'è.
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Self-destruction
Roman d'amourEra lui che con i suoi occhi chiari e la sua dolcezza ogni giorno mi salvava da quell'altro con gli occhi così scuri che facevano paura solo a guardarli. Ma si sa che le cose belle finiscono e quegli occhi chiari sono diventati la mia Self-destructi...