Capitolo Quaranta

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Quando Eric entrò nel vialetto, Trevor mi stava già aspettando.

Si avvicinò all'auto, aprì la portiera e mi aiutò a scendere.

«Il capo dei Centauri è qui. Desidera parlare con te» mi sussurrò all'orecchio.

«Grazie, Trevor» gli risposi.

Sceso, Eric si avvicinò a me e prese la mano che aveva Trevor, entrando.

Sentii il rumore degli zoccoli prima ancora di vedere il centauro.

Tiron si avvicinò a me, inchinandosi.

«Bentrovato, Tiron. In cosa posso aiutarti?»

«Carissima Kayla, sono venuto a conoscenza della vostra sparizione e sono qui giunto per poter offrire il mio aiuto. Sono felice di poter vedere che non è servito» mi rispose.

Eric divenne teso come un bastone, mentre Tiron mi stringeva la mano.

«Eric, non avete nulla di cui preoccuparvi con me. Il mio desiderio è quello di proteggere Kayla» disse Tiron rivolto ad Eric.

Eric sospirò, mentre Tiron piegava leggermente la testa, confuso.

«Come posso sapere se è la verità?» chiese Eric a Tiron «Lei è una Fae, e voi siete in guerra con i Fae»

«Se vi concentrate meglio sulla vostra amata, sapreste che non è, in verità, una Fae» disse Tiron «E mi è giunta voce che è stato vostro fratello adottivo a rapirvi» diss Tiron voltandosi verso di me «E' rinchiuso?»

«No. Lo stiamo ancora cercando» disse Eric.

«Allora, la ia armata sarà a vostra disposizione. Vi aiuteremo a trovare il rapitore» disse Tiron.

Il suo sguardo si concentrò su Eric, che lo fece ridacchiaro.

«Ora, credo che il mio tempo qui sia finito. La vostra amata è più spaventata di un elefante che vede un topolino» disse Tiron voltandosi ed andandosene.

«Quindi... che succede, Eric? Tiron non intende farci del male o esserci nemico» dissi.

«Lo so. Ma al momento... non mi fido molto della gente nuova che hai attorno» disse un po' imbarazzato.

«Non preoccuparti, ti capisco» gli dissi, dandogli un bacio sulla guancia.

Mi aiutò, poi, a tornare nella mia stanza, e notai che Savage era in essa.

«Ah, vieni qua, ragazzone!» gli dissi, nell'esatto istante in cui si alzava e, trotterellando, posizionava la sua immensa mole davanti a me.

"Avete bisogno di qualcosa, Master?" mi chiese.

«Umh... sì, in effetti. Quando potrò incontrare i miei genitori biologici?» chiesi.

Savage inchinò la testa e Eric mi aiutò ad arrivare al letto.

"Master, desidero molto portarvici, ma loro hanno detto che prima dovrete riprendere le forze. Potreste subire molta pressione e, di conseguenza, aggravare le vostre ferite" mi spiegò lui.

Eric, nel mentre, si era steso accanto a me ed aveva acceso la TV.

«Ah. Beh, non fa nulla, grazie lo stesso Savage» dissi.

Sentii, poi, qualcosa muoversi e capii che Eric si stava alzando.

«Dove vai?» chiesi.

«Al bagno» mi rispose lui.

Io annuii e poi mi addormentai.

Mi svegliai di soprassalto al grido acuto di qualcuno.

Qualcuno stava urlando, seriamente, e non erano gridolini di gioia.

Capii di essere sola, nella stanza, e questo mi fece paura.

«Eric?!» urlai.

Nessuno mi rispose e questo mi rese ancora più spaventata.

«Trevor!» urlai più forte.

Trevo entrò due secondi dopo, spalancando la porta.

Il suo viso era pieno di graffi.

«Trevor, che cos'è successo?»

«Non ora, Kayla. Ora dobbiamo solo muoverci» disse, allungando le braccia.

Mi ci aggrappai e lui mi prese in braccio.

Corse fuori dalla stanza e giù per le scale.

Sul muro, vidi tracce di sangue, ma anche sul pavimento, e anche qualche traccia sui mobili.

Nascosi il volto nel petto di Trevor, mi rifiutavo di vedere di nuovo quell'orrore.

Fuori, vidi tutti i miei amici radunati vicino ad un capanno, poco lontano dalla casa padronale.

Trevor vi si avvicinò e mi appoggiò vicino a Willow.

«Dov'è Eric?» chiesi, e tutti guardarono, tristi, un punto indefinito sul terreno.

«Io devo tornare dentro. Manca Abigail» disse Trevor, correndo via.

«Dov'è Eric?» chiesi di nuovo. Sentii Abigail urlare e poi, un feroce ringhio si spanse nell'aria.

Mi alzai, usando il muro come supporto.

Sentii Abigail piangere, mentre Trevor la portava da noi fra le braccia.

«Che cos'è successo ad Eric?» chiese Abigail a Trevor. Di nuovo il ringhio, ma questa volta ancora più feroce.

Tentai di camminare verso Trevor, ma il dolore alle gambe era allucinante.

«Abigail, che cosa intendi con "che cos'è successo ad Eric"?» chiesi.

Abigail stette in silenzio, ma con lo sguardo si rivolse alla casa.

Sentii abbaiare e istintivamente seppi che Savage era in pericolo.

Corsi dentro, ignorando le urla dei miei amici e il dolore che proveniva dalle gambe.

Fece così male che per poco non svenni sul pavimento.

Continuai a camminare e sentii di nuovo abbaiare.

Salii le scale reggendomi al corrimano per darmi un sostegno.

Qualcuno mi fermò abbracciandomi, ed incominciando a portarmi indietro.

Calciai chiiunque egli fosse per poi scoprire essere Trevor.

«Mi dispiace Trevor, ma devo andare da Eric» gli dissi e corsi - per modo di dire - lungo le scale prima che Trevor potesse riacciuffarmi.

Raggiungere la stanza di Abigail fu più difficile del previsto.

Lentamente, aprii la porta della stanza, e vidi Eric coperto di sangue con un Savage poco distante che aveva tutta l'aria di stare per svenire.

"Master...! Non avvicinatevi! Eric è fuori controllo!" mi pregò Savage mentalmente.

Scossi la testa ed entrai.

«Eric... stai bene?» dissi.

Lentamente, si voltò verso di me.

Un sorriso diabolico sul suo volto.

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