Twenty-one

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Dylan's pov.

Non potevo. Non potevo lasciare Tiffany e non volevo tornare nella gang. Ormai ero a metà strada, perché mollare? La gang mi aveva portato solo problemi in passato, perché tornarci? Dovevo rimanere il più lontano possibile da Trevor e gli altri se volevo evitare di mettermi nei casini ancora.

Chiamai Tiffany. Volevo vederla. Non riuscivo ancora ad ammetterlo a me stesso, ma forse mi stavo affezionando a lei.

Appena rispose il mio cuore accelerò i battiti. Che mi stava succedendo?

«Pronto Dylan, che succede?» mi chiese con un tono di voce leggermente preoccupato.

«Nulla Tif, volevo chiederti se sabato usciamo?»

«Certo!» rispose allegra.

Dopo la chiamata non riuscivo a togliermi quello stupido sorriso dalla faccia. Andai in bagno e mi guardai allo specchio. Con Tiffany mi trovavo bene, questo non significava per forza che lei mi piacesse.

Mi lavai il viso sperando che l'acqua fredda mi facesse tornare in me.

Non mi potevo innamorare di una come lei, no. Io ero Dylan Gold, il ragazzo più desiderato della scuola, il più temuto, il più...

Veramente, pensandoci, ora che ero uscito dalla gang non ero più nessuno. Ero un ragazzo come tanti e presto tutti si sarebbero dimenticati che una volta io facevo parte di quel gruppetto di ragazzi pericolosi e coraggiosi, temuti e invidiati. Non solo avevo perso la popolarità, ma anche un gruppo di amici, una squadra, la mia squadra.

A volte mi sentivo solo. A volte facevo il numero di Brian, ma non chiamavo. Guardavo il cellulare e basta. Poi lo chiudevo, lo lanciavo contro il muro, mi tiravo i capelli, stringevo i denti.

Era così difficile fare una scelta. Da una parte c'erano il pericolo, le cattive compagnie, la polizia, le risse, le bugie ai genitori, i piccoli crimini, la paura di essere scoperti, ma anche l'adrenalina, il divertimento, gli amici, la squadra. Dall'altra parte invece c'era una vita tranquilla, senza problemi, ma terribilmente noiosa e senza amici. Però c'era Tiffany.

Ero combattuto. Non sarei assolutamente tornato in quella gang, ma come potevo sopportare una vita così? Uscivo solo con Tiffany ormai e a scuola Trevor non mi guardava neppure. Mi mancava far parte di un gruppo.

Ma che potevo fare?

Io non sono uno che chiede aiuto agli altri, che su mostra debole. Non lo sono e mai lo sarò. Ho solo bisogno di un gruppo, una squadra, degli amici. Ho solo bisogno di essere qualcuno.

Pensai all'unica persona che mi era sempre stata accanto.

Tiffany's pov.

Mi arrivò un'altra chiamata da Dylan. Che cosa voleva ancora? Forse l'appuntamento era annullato? Forse si era stufato di me? Mille dubbi mi frullavano nella mente mentre rispondevo di nuovo.

«Pronto?» dissi.

«Ehm... no, niente ho sbagliato, scusa» disse lui e riattaccò.

Dylan's pov.

Chiamai Tiffany. Tiffany. Per un momento mi è sembrata la persona giusta, ma subito dopo ho capito che non era lei la persona più adatta.

Stavo per dirle tutto, ma lei non avrebbe capito. Nessuno avrebbe capito.

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S/A

Scusate, sono anni che non aggiorno e questo capitolo non è un granché.

/mc

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