Capitolo 24 Sophie

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La serata è uno schifo. O meglio..Non lo so. Sono in un albergo davvero carino, in una stanza enorme con la finestra spalancata verso un cielo pieno zeppo di stelle luminose. Non potrebbe esserci un'atmosfera migliore..È solo che mi sento strana. Sarà perché sono con James, sarà perché questa è una notte diversa dalle altre. Sì, abbiamo dormito insieme tre notti, ma eravamo a casa sua e c'era un piano in atto. Oggi invece siamo soli.
Una notte in cui non dovrebbero esserci parti da recitare, finti abbracci e finti baci. Eppure mi ha baciata per strada, prima.
Ma che cosa mi prende?
Perché ho questa sensazione allo stomaco?
La mia mente viaggia a velocità supersonica mentre le mie mani meccanicamente finiscono di sciacquare i capelli pieni di shampoo. Esco dalla doccia e lego un grande asciugamano intorno al corpo..
"Ma io non ho vestiti! Cavolo!"
Apro la porta ancora in asciugamano ed entro in camera.
《Ce l'hai fatta finalmente? Cos'è? La doccia ti attrae più di me?》dice mr. Presunzione guardandomi le gambe.
《Ma che presuntuoso! Certo che no. Comunque non ho vestiti puliti. Non ci ho pensato prima..》rifletto ad alta voce. Lui mi guarda e sorride.
《Sapevo che lo avresti detto..》gira le spalle e si affaccia in corridoio.
"Ma che fa?" Mi avvicino alla porta senza uscire, sono pur sempre in asciugamano!
Lo vedo prendere buste di ogni misura firmate 'Praga'.
"Non può essere....Non l'ha fatto davvero"
《Che cosa sono tutte queste buste?》chiedo allarmata. Lui chiude la porta e mi guarda.
《Le mie scuse. Quando sono ripassato in negozio ho cercato di ricordarmi ogni capo su cui avessi posato gli occhi e ho cercato di immaginarlo su di te. Credo di aver preso le cose giuste e ti prego di non fare i tuoi soliti commenti. Accetta e basta.》ormai è a pochi centimetri da me e io non so che dire. Continuo a guardarlo ma sono senza parole. E lui è troppo vicino.
《Non dovevi..davvero.》il mio è un sussurro. In questo preciso istante ho dimenticato tutto: le mille buste sul pavimento, la rabbia, la stanchezza, la voglia di resistergli.. E lui se n'è accorto e non parla. Si avvicina soltanto. Lo sa che ormai io non ho più scampo, perché non ci sono parole che tengano, o pensieri ponderati. In un secondo mi avvento sulle sue labbra e lo bacio. Ho una voglia matta di lui..finalmente lo ammetto. Perché è così e non posso farci nulla.
Lui mi circonda la vita con un braccio, stringendomi a sé, e risponde al bacio con il suo fare cruento e passionale. Continuiamo a far intrecciare le nostre lingue che ormai si muovono in sincronia, proprio come noi: automaticamente le mie mani prendono posto fra i suoi capelli, mentre la sua mano mi accarezza il viso e l'altra non si muove dalla mia vita. Mi stringe a sé come non ha mai fatto prima, come se non volesse mai lasciarmi andare.
《Sophie..》sussurra mentre mi guarda negli occhi e poi riprende a baciarmi.
Mi spinge sul letto ed io sono ancora in asciugamano. Ma non mi importa. Io voglio lui. Lo voglio con tutta me stessa. Questa volta ne sono certa. Lui ansima piano mentre mi racchiude sotto di sé.
Stiamo per varcare un confine ed io non vedo l'ora.
《Sophie...Sophie.》Si ferma e si stacca da me. Il mio sguardo è interrogativo.
《Non posso farlo. Non posso.》dice semplicemente e continuando a guardarmi, si mette a sedere sul letto. Mi tiro su e mi siedo anch'io. Voglio spiegazioni.
《Perché?》chiedo. Non c'è alcuna sfumatura, sono glaciale.
《Perché io ti ho solo sfruttata per i miei piani. Non m'importa di te e non voglio che tu ti leghi a me così.》La sua risposta è una pugnalata e io sono incapace di muovermi.
"Dio Santo, che stupida!"
Continua a guardarmi aspettandosi che io dica qualcosa, ma non so che dire. So solo che ero pronta a mettere me stessa nelle sue mani e lui mi dice che ha finto tutto il tempo.
《Non volevo che la situazione prendesse questa piega. Quindi da domani tutto ritornerà alla normalità. Tu sarai la mia segretaria e io il tuo capo. Da domani ritorneremo a parlarci a monosillabi e a guardarci il minimo indispensabile. Tu te ne tornerai a casa dalla tua amorevole famiglia e io tornerò a casa mia con le mie solite amiche. Sophie, andrà così. Non volevo farti credere altro.》il suo tono è così freddo e distante e io invece mi sento..Non lo so come mi sento. So solo che fino a cinque minuti fa ero felice, credo.
E che ora vorrei solo piangere. Lui si alza dal letto ed entra in bagno. Io sono ancora immobile.
"Come ha potuto prendersi così gioco di me?
Stupida, deficiente, stupida, stupida, stupida."
Sento il rumore dell'acqua che scorre. Mi alzo da letto, apro la mia borsa perché di solito ho sempre una maglia di ricambio. Eccola. È abbastanza coprente. La indosso e mi infilo a letto.
Cerco, in preda a mille pensieri, di mettermi alla punta del materasso. Non voglio avere nessun tipo di contatto con lui. Mi giro di lato e chiudo gli occhi.
Non riesco a dormire.
"Mi fa schifo. Mi fa schifo. E io sono una stupida deficiente che ha sperato..che stupida!"
L'acqua smette di scorrere e mi paralizzo.
L'ultima cosa che ricordo di quella notte da incubo è che, dopo essersi infilato a letto di lato per non guardami, si è addormentato.

Il mio primo "non" fidanzato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora