Capitolo 12 Sophie

74 3 0
                                    

Terminata l'udienza io e Mark scappiamo via da quell'inferno. Mark mi apre lo sportello della macchina, da buon gentiluomo, per farmi entrare, ma prima che la porta si chiudesse sento una voce rauca urlare 《Non mi toglierai mia figlia, non così. Una bambina che cresce una bambina. Avrei fatto meglio ad ucciderti sul serio anziché fermami!》era mia madre, che indubbiamente parlava a me e si riferiva a tutte le volte in cui mi ha picchiata fino allo sfinimento. Io decido di non rispondere, lo sportello si chiude, Mark sale e una volta chiusa in quell'abitacolo con lui mi sento al sicuro. 'Mia madre' si avvicina al finestrino continuando a maledirmi e sbattendo i pugni contro l'auto. È veramente fuori di testa. Vedo nella penombra mio padre. Lui a differenza di lei rimane in silenzio e affoga il dolore accendendosi una canna proprio davanti al tribunale. Loro sono ormai un caso disperato, non valgono davvero la pena. L'alcool e la droga hanno distrutto fino all'ultimo la loro umanità e la loro vita. Ora hanno perso tutto. Io, invece, inizio a costruire la mia vita e farò di tutto per far sì che Kate abbia l'infanzia che io ho sempre desiderato.
《Mark chi credi abbia testimoniato in anonimo a nostro vantaggio?》dico
《Ti ricordi della signora Bennet, la donna anziana che ci cucinava sempre i biscotti...》
《quella dei gatti?》chiedo.
《Proprio lei, l'ho rintracciata, le ho parlato di te e della tua situazione e lei si è mostrata disponibilissima ad aiutarti. Io l'ho solo aiutata fornendole i video di cui parlava il giudice》dice Mark fiero del suo lavoro.
《Mark ma di che video stiamo parlando?》sono curiosa di saperlo.
《Beh la verità è che mi è capitato più di una volta di assistere a scene in cui i tuoi genitori ti massacravano di botte. Così quando i miei sono morti, spesso tornavo nella mia vecchia casa e, se così si può dire, vi spiavo. Vi spiavo nell'attesa che qualcosa accadesse. E quando qualcosa effettivamente avveniva io filmavo tutto. Ho conservato i video per tutto questo tempo, perché sapevo, anzi ero convinto che un giorno, questi video ti avrebbero salvata. E così è stato.》
《Mark sei un angelo!!》
Non ci posso credere questo ragazzo non smette mai di sorprendermi, è incredibile. Una volta arrivati a casa, entriamo e troviamo Jane e Kate sul divano, abbracciate. Si saranno sicuramente addormentate mentre guardavano i cartoni. Jane avrà più o meno quarant'anni e tratta Kate come fosse sua figlia, le vuole un bene dell'anima e si vede. Le rivolge tutte le attenzioni possibili ed immaginabili e questo mi dà sicurezza. Con il lavoro ho poco tempo da passare con Kate e l'idea che in mia assenza lei stia con Jane mi tranquillizza.  Mark avvolge Kate in una coperta e la prende tra le sue braccia.  《Vado a metterla nel suo nuovo letto.》mi dice sottovoce 《Tu sveglia Jane e raccontale tutto, prima di andare via era impaziente.》 Io annuisco e mentre lui esce, io mi siedo sul divano vicino a Jane inizio a chiamarla dolcemente 《Jane, Jane sveglia. Siamo tornati.》Lei scatta in piedi dal divano, con gli occhi ancora socchiusi.
《Sophie allora non farmi aspettare, sono stata in ansia tutta la serata. Volevo aspettarvi, ma poi io e Kate ci siamo stese sul divano e poi come è andata a finire lo hai visto. A proposito lei dov'è?》
《Una cosa alla volta. Kate è con Mark, la sta mettendo a letto. Poi non devi preoccuparti se ti sei addormentata, non devi dare spiegazioni. Andiamo al sodo. Ce l'abbiamo fatta. Jane ce l'abbiamo fatta!! Abbiamo vinto, ora i miei genitori sono fuori dalle nostre vite e finalmente possiamo vivere in pace.》
Lei in lacrime mi abbraccia fortissimo.《Oh bambina mia, tu meriti tutto il bene del mondo. Sono contentissima per te e per la piccolina.》
《Grazie Jane, grazie di tutto. Ti voglio bene. Sei una persona davvero speciale.》
Lei mi sorride dolcemente, mi stampa un bacio sulla fronte e mi augura la buonanotte. Dovrei andare a letto anch'io, domani mi aspetta una giornata peggio, se è possibile, di quella appena passata.
Raggiungo Mark a casa mia e lo trovo li mentre guarda Kate e le accarezza i lunghi capelli. Mi soffermo ad osservarlo sull'uscio della porta. Lui però sente la mia presenza e mi raggiunge. Andiamo in cucina. Parliamo per qualche minuto e commentiamo questa giornata che si è conclusa nei migliori dei modi, poi ci salutiamo. Vado nella mia stanza, mi cambio e mi metto a letto. Passa qualche minuto e sento che non voglio essere lì. Mi alzo raggiungo la camera di Kate, la prendo tra le mie braccia e mi addormento al suono del suo dolce respiro.
Sento qualcuno accarezzarmi il volto, così a fatica apro gli occhi che vengono colpiti subito dalla luce e vedo Kate, che mi mi guarda con i suoi occhioni dolci e mi accarezza. 《Buongiorno sorellina.》 dice teneramente.
《Buongiorno amore, come stai?》
《io sto bene se sono con te e tu?》lei è una delle poche persone che si interessano a me.
《Io anche. Sei pronta per una nuova vita?》
《Si, ma promettimi che non mi lasci sola》 e mi abbraccia.
《Ho fatto un brutto sogno》inizia a raccontare il suo incubo pieno di mostri e principessa da salvare. Questi dovrebbero essere gli incubi di una bambina. I miei alla sua età, come ancora adesso, sono i miei genitori. Io le sorrido e lei ad un certo punto interrompe il racconto.《Sophie ma dove siamo?》
《A casa, Kate. Nella nostra nuova casa.》
I suoi occhi diventano ancora più grandi dall'emozione, è sbalordita si vede.
《Questa è la tua nuova camera. Ti piace?》
Lei salta giù dal letto, si guarda intorno, tocca le sue nuove bambole e dice  《Sophie è tutto mio?》
《Si Kate è tutto tuo, ora però andiamo a fare colazione》.
Andiamo in cucina e mentre facciamo colazione mi arriva un messaggio da Mark
"Buongiorno puffetta, come ci si sente ad aver vinto la guerra? Io sono carichissimo. Visto che oggi Kate non va a scuola  ne approfitto e la portò un po' in giro, magari andiamo al parco e poi ci raggiungi. Sarebbe perfetto. Sto uscendo per incontrare un cliente, ma sarò di ritorno tra una mezz'ora. Ti ho lasciato le chiavi della mia vecchia auto. Usala, è tua ora. Ci vediamo dopo, buona fortuna per l'incontro con il capo. Tuo pirata."
Mio Dio. Mark è pazzo a tutti gli effetti. Ora mi dà anche la sua vecchia auto e scommetto che poi vecchia non è. Mi lavo in fretta, aiuto Kate a vestirsi e la porto da Jane. La saluto, predo le chiavi della macchina e mi dirigo verso il parcheggio. Ci avrei scommesso. Ecco lì parcheggiata un Audi A4 nera. Bellissima. Invio un messaggio a Mark.
"Tu sei davvero pazzo. La tua vecchia macchina, eh? Io non so cosa faccio per meritare questo, ma grazie. Comunque appena mi libero dal lavoro vi raggiungo. La fortuna con il mio capo servirà ben poco, comunque grazie e crepi, il capo però.
P.S. Il sapore della vittoria non ha eguali. 
Tua puffetta." Raggiungo il mio posto di lavoro, parcheggio la macchina e salgo velocemente. Sono le 9:15 e l'appuntamento con il capo è alle 9:20 in sala riunioni.
Eccomi qui, in anticipo di 3 minuti. Busso ed entro. Non c'è nessuno, né approfitto e mi siedo a capo di un tavolo lunghissimo. Dopo qualche minuto entra lui, e come se non esistessi si accomoda dall'altra parte della sala. Non riesco a vederlo bene, ci sono praticamente quattro metri a separarci. Lui da un'occhiata a dei foglio, poi sempre guardandoli inizia. 《Facciamo veloce, oggi è una giornata impegnativa. Iniziamo questo incontro, con la firma del contratto lavorativo. Lo trova nella cartella alla sua sinistra. Gli dia un'occhiata e lo firmi, nel caso in cui abbia bisogno di chiarimenti, se li chiarisca da sola o in caso eccezionale chieda all'ufficio del primo piano.》Già lo odiavo, prendo la cartella e inizio a dare un'occhiata al contratto. Tante parole inutili. Bla Bla Bla. Dopo pochi secondi ero già stanca di leggere, così appongo velocemente una firma e richiudo la cartella.《Ha firmato? Bene. Possiamo andare avanti. Ho visto che ha organizzato il viaggio in Cina e che ha prenotato il volo in anticipo rispetto alla data del congresso. Poi ha prenotato un solo biglietto. Crede forse io vada fino lì da solo? Ho la mia segretaria, la pago e pretendo che mi segua ovunque. Questo mese abbiamo molte cose in programma prenda appunti》inizia a fare un elenco infinito di presentazioni da scrivere, persone da contattare e viaggi da organizzare. A proposito di viaggi, non ci posso credere. Vuole che lo segua fino in Cina. Ecco un altro pazzo. Ma è possibile che tutti gli uomini della mia vita o sono drogati o sono pazzi? Dopo aver scritto tre fogli di appunti di cose da fare io non ho ancora parlato. Non ha staccato gli occhi dai suoi fascicoli, non mi ha degnata di un solo sguardo. Dentro di me sentivo qualcosa di strano. Più lo guardavo, più in me cresceva questa sensazione. Devo avvicinarmi e guardarlo meglio.《Vuole un caffè signore?》gli chiedo nella speranza di potermi avvicinare con la scusa del caffè.
《crede che io non abbia niente di meglio da fare che perdere un caffè con lei? La credevo più intelligente. Comunque no. Ho un appuntamento tra cinque minuti. Se non ha domande, ci vediamo il mese prossimo.》Non avevo domande, era stato preciso e puntuale nel descrivermi il tutto, quindi rimango il silenzio. Decido che per guardarlo meglio avevo bisogno di batterlo sul tempo. Così prendo in fretta le mie cose mentre lui sistema le sue e gli porgo la cartella con il contratto. Ancora non mi guarda. Per lui non esisto, è chiaro. Gli apro la porta e con un tono aspro
《Buona giornata signor McCurry.》lui si blocca sulla soglia della porta, si gira verso di me.
《Buona giornata a lei signorina McCartney.》Io quell'uomo l'avevo già visto, ne ero sicura. L'avevo già intuito il giorno in cui correndo è andato via dopo avermi vista in ascensore. Vado nel mio ufficio per oggi non ho alcun lavoro particolare da svolgere, così mi lascio attraversare dai pensieri. Io l'ho già visto ne sono sicura. Ma dove? Dove? Penso e ripenso eppure non mi viene niente in mente. Che memoria la mia!
Io quegli occhi gli avevo già visti, però. Penso e ripenso ancora. I suoi capelli scuri, la sua statura imponente, la sua arroganza e la sua superbia. Le vene sul collo. Ma dove l'ho visto?
Mentre ci penso sono arrivate le 12:00 e io sono ancora in ufficio a contemplare. Spegno il computer e vado al parco dove mi aspettano Mark e Kate. Parlo a Mark di questa mia sensazione, ma lui dice di non potermi aiutare. Ha sentito nominare McCurry per i suoi soldi, per le sue Mustang e per la collezione dei Rolex, ma non sa niente di più su di lui. Passiamo un pomeriggio bellissimo. Mark ha comprato gli ennesimi vestiti da principessa per Kate, ci ha portato a mangiare il gelato e tutti insieme, come una famiglia felice, abbiamo giocato a palla sul prato per poi stenderci e risposare l'uno abbracciato all'altro. Siamo tornati a casa alle 19:30, io ho fatto il bagno a Kate poi lei è andata a giocare in camera sua e io a lavarmi nella mia. Ho messo un paio di pantaloncini bianchi e una felpa blu. Chiamo Kate e insieme andiamo da Mark per la cena. Dopo aver cenato Kate mi ha chiesto di andare a dormire così abbiamo salutato tutti e siamo andate a dormire. Mente mi mettevo il pigiama, ripensavo alla signora al parco, che ha scambiato Mark per mio marito e Kate per mia figlia, non smetteva di farci complimenti e giurerei di averla vista dispiaciuta quando gli ho detto che siamo solo amici e che Kate è mia sorella. Era una signora molto dolce. Questa è stata una bella giornata. La prima pagina delle trecentosessantacinque del mio anno era stata scritta.

Il mio primo "non" fidanzato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora