Capitolo 29 Sophie

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Dopo quelle tre parole, ancora un milione di punti interrogativi nella mia mente, come se non avessi già cento pensieri, come se fossi una ragazzina di 13 anni a cui, quelle parole, fanno
solamente piacere. Tutte le situazioni in cui sono immersa, tutti i problemi che affollano la mia vita da anni,  non fanno che riempirmi la testa di mille idee, progetti, cose da sistemare e da
affrontare.  E l'unica cosa che vorrei adesso, se dovessi esprimere un desiderio o fare una preghiera, sarebbe un po' di stabilità.

"Verità" Dice James alla domanda che gli ho fatto per non rispondere alle famose parole.

"Sei mai stato innamorato?" sbarra gli occhi e mi guarda. In realtà non so neanch'io perchè la mia bocca abbia parlato prima che i miei neuroni si collegassero, ma non posso tirarmi indietro.
E poi voglio sapere. Lui non ha avuto peli sulla lingua, ha fatto domande private, perchè io dovrei farmi problemi?
In ogni caso se non volesse rispondere, può sempre bere, io non mi arrabbierò. 
Ma è finito il periodo del tenersi tutto dentro. Voglio sapere.
Quando si riprende dallo stato di trance , si gira verso la bottiglia, beve prima il primo e poi il secondo bicchiere di vino senza dire una parola. Chiaro segno del fatto che, ovviamente, non è
disposto a dirmi più di quanto io sappia di lui. Chiaro segno del fatto che c'è qualcosa di grande e importante che io non so e che non vuole che io sappia. Bene, James, fa finta che io sia una
stupida. Non voglio assolutamente conoscere il suo passato. Però sono felice che quel cuore che gli batte veloce nel petto, abbia conosciuto l'amore. Anche se solo per una volta. Quando finisce
di bere mi guarda e sa perfettamente quello che sto pensando, ma non dice una parola. Chiude gli occhi pentito e li riapre convinto. Noi siamo così.

"Obbligo o verità?" Chiede, perchè  sa che non può dire nient'altro.

"Obbligo." Voglio che parli, che dica qualcosa. Voglio vedere fin dove si spinge e se almeno la metà della curiosità che mangia me ogni volta, divora anche lui. Mi guarda e mi fissa negli occhi.
Questa volta sa che deve giocarsi tutto, andrà fino in fondo, me lo sento. Il problema è che forse lui sa più di quanto dovrebbe sapere su di me. Perchè io non riesco ad essere come lui.
Io mi mostro per quella che sono, ho smesso da tempo di indossare maschere. Che maschera dovrei indossare? Sono felice quando sento di essere felice e piango quando ho bisogno di piangere.

"Voglio che rimani in intimo, Sophie. Se non vorrai farlo, ti capirò." Lo sapevo che sarebbe arrivato in fondo, sapevo che tramava qualcosa. Adesso che mi ha chiesto di spogliarmi, cosa pensa
di ottenere, eh? Quello che vedrà non sarà niente di più di quello che potrebbero spiegare le mie parole. Si vedranno dei semplici segni. Mi guarda ed è come se sapesse già che rifiuterò, tanto
per comparare quello che ha fatto lui. Ma si sbaglia, avrò anche sofferto, ma il dolore mi ha resa quella che sono e non ho paura di mostrarlo agli altri. Mi alzo dal divano e mi sbottono il
pantaloncino rosso.

"Sophie, non farlo se non vuoi." dice pentendosi. Ma non mi ferma, mi abbasso il pantaloncino.

"Non ho paura di mostrarti chi sono." Scalcio via il pantaloncino e passo alla canotta. La tolgo e la butto sul divano. Resto in intimo davanti alla persona che conosco da poco tempo, ma che ha
saputo farmi più male dei segni che ho sul corpo. James mi osserva dalla testa ai piedi. Non dice una parola. Si alza dal divano e fa scivolare una mano sui miei fianchi. Io resto immobile.
Nella stanza si sentono solo i nostri respiri, fa scivolare  la sua mano delicatamente sulla cicatrice che ho sul fianco destro. E' così vicino che il suo profumo mi riempie le narici e arriva in gola

"Ma chi ti ha fatto tutto questo? avevo visto qualcosa, ma non pensavo che ...." Interrompe quello che vuole dire e mi guarda negli occhi. Io so benissimo cosa sta pensando. Continua a passare
la sua mano sul mio fianco destro, dove , piccole e ben nascoste, ci sono le mie cicatrici. Piccoli graffi. Ma non ha ancora visto il pezzo forte. So già che lo verrà comunque a sapere, perchè se si
è spinto così in fondo, indagherà e scoprirà tutto. Allora decido che tanto siamo qui, e che se anche nessuno, eccetto Mark, ha visto questo, io voglio mostrargli me stessa per quella che sono.
Magari gli farà schifo, il mio passato è stato nero e forse un po' di quel nero io lo conservo ancora, lo custodisco perchè mi dimostra che sono cambiata, che anche se quel nero fa ancora parte
di me, io per Kate, per Mark e per me ho dovuto iniziare ad amare il grigio. A mischiare il bianco della speranza che mi infondevano le due persone più importanti della mia vita, al nero del
dolore, l'unica cosa che i miei genitori mi abbiano mai donato. Per questo mentre lui mi guarda, aspettando che io faccia qualcosa, apro le gambe che avevo serrato. E gli mostro tutto, i miei
tagli più pronfondi, le cicatrici di quando, nell'abisso del mio dolore, ci abitavo. Immediatamente si accorge di tutto quanto, cade in ginocchio davanti a me, chiude gli occhi e subito dopo
continua a guardare. Vuole toccarle, ma non lo fa. Sa che il mio passato è il mio passato, e che il dolore che ho provato era il mio dolore. Continuando a non parlare, si alza, si gira e prende i
pantaloncini dal pavimento., ritorna da me e me li fa indossare insieme alla canotta, come se fossi una bambina. Fa tutto questo in silenzio e io gliene sono grata. Ecco, James, questa sono io.
Ora che sai tutto di me, scappi?
Ritorna a guardarmi negli occhi. Io non parlo, lui non parla. Ci fissiamo nel buio illuminato dalle candele.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 04, 2016 ⏰

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