Capitolo 15: Terza fase

2.6K 254 50
                                    

Risuonava nella mia mente, come un'onda nel mare, l'ultimo verso della poesia di Dylan Thomas. Dovevo "infuriarmi", lottare, non potevo accettare il morire della luce, non potevo andarmene docile in quella buona notte. Mio padre era solito narrarmi questa poesia prima che mi addormentassi. Avevo circa sei anni quando se ne andò da questo mondo. Un tumore me lo portò via, e quella poesia, era tutto ciò che mi rimaneva di lui.
"Infuriati".
Lottò con tutte le sue forze pur di sconfiggere la sua patologia. Riuscì a resistere due anni. Dopodiché fu mia madre a prendersi cura di me. Non ricordo quasi nulla di lei. Ricordo solo che non era presente quanto mio padre.

- Come si sente Browner? -

Mi accorsi solo in quel momento che mi trovavo appena fuori dalla camera anecoica. Davanti a me Allister pose la domanda. Lo guardai negli occhi determinato.

- Voglio parlare con il dottor Blank. -

Allister accennò un lieve sorriso.

- Perché? Forse non gradisce le mie "cure"? -

- La mia non era una richiesta dottor Allister. -

- Pretese, ordini. Interessante. Cos'ha sentito questa volta nella camera? Sarei curioso di saperlo. -

- Parlerò solo in presenza del dottor Blank. -

- Sa, temo non sia possibile disturbarlo al momento. -

Iniziai a ridere.

- La smetta di prendermi per il culo. So che mi farà incontrare col dottor Blank e alla svelta anche. -

- Cosa glielo fa credere? -

- Sono il paziente più importante dell'Istituto, dico bene? -

Allister sorrise e batté tre volte le mani.

- Lei mi stupisce sempre di più. Nonostante le sue condizioni precarie è comunque capace di agire con razionalità e, oltre a questo, sta cogliendo i vantaggi della sua condizione. Complimenti Browner, dico sul serio. -

Nel frattempo Fisher passò di fronte a noi.

- Fisher, proprio lei. Accompagni Browner nella sua stanza. Vado a chiamare il dottor Blank. Tornerò tra poco. -

Fisher fece cenno con la testa e prendendomi per un braccio iniziò a trascinarmi lungo il corridoio. Era rischioso, ma senza i dottori tra le calcagna, era il momento ideale per stuzzicarlo.

- L'ultima volta che ci siamo visti ho notato sguardi particolari da parte tua. C'è qualcosa che non va? -

Non rispose.

- Ricordo ancora la tua reazione alla domanda su cosa ti avesse fatto cambiare. Era tutto fuorché normale. -

- Sta zitto e cammina. -

- Fingi di essere un duro eh? Io credo che tu nasconda ben altro sotto questa maschera. -

Avevo già immaginato una reazione violenta, tuttavia riuscì a sorprendermi lo stesso. Mi afferrò il collo facendo pressione coi polpastrelli ai margini della trachea. Non riuscivo a respirare. Mi fece sbattere contro il muro del corridoio.

- Attento Browner. Attento a come parli. Le parole sono come armi. Usale nel modo sbagliato e sei morto. Mi sono spiegato? -

Feci cenno con la testa. Mi lasciò andare.

- Forza entra. -

Chiuse la porta alle sue spalle. Rimasi solo. Sapevo che le sue parole nascondevano un che di emblematico. Un qualcosa che, ora come ora, sfuggiva alla mia comprensione. Tuttavia non potevo distrarmi, dovevo concentrarmi sul dottor Blank. A breve sarebbe arrivato.

Non dovetti aspettare molto. Blank e Allister erano entrambi davanti a me. Blank esordì dicendo:

- ha chiesto di vedermi Browner? -

- Sì. Ci tenevo a dirle che sono stufo delle sue menzogne, e questo vale anche per i suoi "collaboratori". -

- Di cosa sta parlando? Stiamo solo cercando di aiutarla. -

- Linda e Matthew, erano mia moglie e mio figlio giusto? -

- Sì, e con questo? -

- Ho detto basta con le cazzate! Si chiamavano Abigail e Tim, e sono convinto che lei questo lo sa. -

Non rispose.

- Come immaginavo. Le dirò anche di più. Mio padre si chiamava Jonathan Willem, mia madre invece Diane Hill. Sa cosa significa questo dottore? -

Non rispose un'altra volta.

Urlai con tutte le forze che mi rimanevano.

- Significa che non esiste nessun cazzo di Browner nella mia famiglia! -

Blank abbassò gli occhi.

- E mi dica. Ho davvero ucciso la mia famiglia? Oppure è altra delle sue stronzate? Arrivati a questo punto opterei più per la seconda.-

Blank incrociò lo sguardo di Allister e, rivolgendosi a lui, disse: 

- Ti faccio i miei complimenti Frank. Avevi previsto anche questo. Direi che sei autorizzato a procedere con la terza e ultima fase della terapia. -

PsychologiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora