Capitolo 25: Ricordi

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- Durante la terza fase, il paziente viene sottoposto a una deprivazione sensoriale totale. Ciò permette alla mente di generare allucinazioni strettamente correlate all'inconscio. Queste esprimono le emozioni più forti che il soggetto è capace di provare e riescono così a far emergere il trauma che ha generato il disturbo mentale. -

Rimasi un attimo in silenzio. Poco dopo decisi di parlare delle mie allucinazioni. Non mi fidavo affatto del dottor Blank, tuttavia era l'unico che poteva darmi qualche sorta di spiegazione.

- All'inizio vidi una persona. Era una come un alter ego. Fu lui a dirmi il mio vero nome. Dopodiché sparì dicendo che ero io a volere che se ne andasse. -

- Quella, dottor Willem, non era altro che un'interpretazione mentale della sua coscienza. Un "ologramma" di se stesso se vogliamo definirlo così. Il fatto che se ne sia andato senza darle ulteriori spiegazioni, significa che lei rifiutava la verità. Il suo subconscio conosceva la sua vera identità, tuttavia voleva "nasconderla". -

- Quindi sta dicendo che era già tutto nella mia mente. Ero io a non voler ricordare? -

- Precisamente. -

- Perché? Perché avevo paura della mia identità tanto da nasconderla? -

- A questo possiamo arrivarci solo analizzando il trauma. Mi dica, cos'ha visto dopo? -

- All'inizio vidi un gran numero di persone circondarmi. Sembravano pazienti di questo istituto. Dopo un po' tutti insieme indicarono un punto alle mie spalle. Voltandomi vidi mio figlio Tim. La sua faccia era sfregiata ed era arrabbiato con me. Non fece altro che chiedermi: "perché l'hai fatto?" -

Il dottor Blank fissò i miei occhi.

- I pazienti le stavano indicando il suo trauma dottor Willem. Mi dica, dopo aver incontrato sua moglie, si è chiesto dove si trovasse suo figlio Tim? -

L'aver solo nominato mia moglie fece riemergere in me quell'istinto selvaggio che fece da padrone al mio corpo non molto tempo prima. Avrei voluto ucciderli. Tutti quanti. In questo preciso istante. Tuttavia non potevo farlo. Almeno non adesso...

- No, a essere sincero no. -

Abbassai lo sguardo.

- Anche lui è qua dentro? - Chiesi speranzoso ma spaventato dalla possibile risposta.

- Purtroppo no. Suo figlio morì in un incidente stradale diversi mesi fa. -

Rimasi paralizzato.

- Abigail lo stava accompagnando a scuola. Giunti a un incrocio, un auto proveniente dalla destra non ha rispettato la precedenza e si è schiantata contro quella di sua moglie. Tim era seduto sul sedile del passeggero. Morì sul colpo. Abigail invece riportò solo qualche frattura. Questa è la storia che mi raccontò lei stesso dottor Willem. -

Pensavo che ormai niente avrebbe più potuto annientare l'essenza della mia anima. Ora non avevo dubbi, questo posto era davvero l'inferno.

- Dopo l'accaduto fu chiamato lei per identificare il corpo di suo figlio. Ecco perché lo vedeva con la faccia sfregiata dottor Willem. -

- E il fatto che fosse arrabbiato con me? Che mi chiedesse perché l'avevo fatto? Cosa significherebbe questo? -

Il dottor Blank si prese qualche attimo di silenzio, poi iniziò a spiegare.

- Non ne conosco il motivo. So solo che dopo l'accaduto lei diede l'intera colpa a sua moglie. Iniziò ad odiarla dal profondo del suo cuore. Il momento in cui l'ha incontrata qua dentro ci ha lasciato tutti a bocca aperta. In quell'istante abbiamo capito che la sua personalità era cambiata completamente. Adam Willem non si sarebbe comportato in quel modo. In quel momento capimmo che l'esperimento fu un successo. -

- Cosa?! Impossibile. Io... Io... -

Un tuono nella mia mente oltrepassò le nubi del mio inconscio. Ora ricordavo. Ora ricordavo tutto. -

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