- Andremo verso gli spogliatoi dello staff. Da lì c'è un'uscita secondaria che non è sorvegliata. Seguitemi. -
Fisher fece strada. Io tenevo Abigail stretta al mio fianco per non farle perdere l'equilibrio. Anche lei come me appariva senza forze, senza speranza. Come se fosse stata inghiottita da una tempesta. Nonostante tutto dimostrava che non voleva arrendersi. Cercava di seguire il mio passo anche se non era affatto facile nelle sue condizioni. Lo faceva senza lamentarsi, senza fiatare.
- Coraggio tesoro resisti, forse riusciremo davvero ad andarcene. -
Passammo attraverso corridoi secondari che non mi erano noti. In alcuni si scorgevano lampade rotte che lasciavano intere zone sepolte nel buio, in altri la luce andava a intermittenza, altri ancora erano completamente oscuri. Fisher sembrava conoscerli a memoria. Avanzava con cautela, guardando da tutte le parti prima di oltrepassare qualche bivio. Forse era stato sincero. Forse anche lui voleva fuggire. Altrimenti non riuscirebbe a fingere così bene. Confesso tuttavia di nutrire ancora dei dubbi al riguardo. Spero di sbagliarmi.
Senza che me ne accorgessi superammo il Reparto L. L'emozione cresceva dentro me. La tensione faceva ancora da padrona, tuttavia essere uscito da quel reparto maledetto era già motivo di conforto. D'un tratto Fisher si fermò. Io ero al suo fianco, mi girai verso di lui. I suoi occhi erano spalancati come se avesse visto un fantasma. Guardai verso la direzione del suo sguardo e vidi un'ombra davanti a noi. Fisher iniziò a parlare sottovoce:- che cazzo ci fa Perrish fuori dalla sua stanza? -
"Come fa a riconoscerlo con questo buio?" Mi chiesi.
- Merda ora che facciamo? - Gli domandai.
- Vorrei prenderlo a legnate quel demente, ma purtroppo non posso fare confusione. Altri verrebbero a vedere la situazione e il nostro tentativo di fuga andrebbe a farsi fottere. Lasciami pensare. Forse possiamo deviare da un altro corridoio. -
Fisher cominciò a pensare a un'alternativa, ma senza che ce ne accorgessimo, Perrish si era avvicinato a noi quanto bastava per notarci.
- Oh degli elettori! Votatemi signori votatemi! Sono il vostro solo e unico Presidente! Votatemi cazzo! -
Quell'idiota urlò come un forsennato. Iniziarono a sentirsi dei passi veloci nelle vicinanze. Fisher senza pensarci due volte diede una botta in testa a Perrish lasciandolo tramortito sul pavimento.
- Andiamocene da qui presto! -
Troppo tardi. Qualcuno in lontananza ci aveva visti. Notai un camice bianco, probabilmente era un altro inserviente. Mi voltai verso Fisher. Anche lui se n'era accorto, tanto da iniziare a tremare.
- Cazzo ci hanno visti. Ci hanno visti. - Disse sottovoce tra sé e sé.
Per un attimo rimase paralizzato. Vidi il terrore nei suoi occhi.
- Ehi! Ehi non è questo il momento per lasciarsi andare! Possiamo ancora farcela. Mostraci la direzione. -
Dopo quella frase lo vidi stringere i pungi e i denti. Il terrore si stava trasformando in rabbia.
- Dobbiamo muoverci Jason. A breve le guardie saranno qui. -
Fisher si posizionò a lato di Abigail e mi aiutò a tenerla in piedi.
- Voi due uscirete da qui. Ve lo prometto. -
Spesso, quella sua determinazione, la notavo solo in atti di violenza. Questa volta invece era deciso a salvare dei pazienti. Non avevo più dubbi. Non era una trappola. Voleva davvero aiutarci. Mi è ancora oscuro il motivo della sua decisione, tuttavia ora avevo la certezza di potermi fidare.
Cercammo di accelerare il passo e, allo stesso tempo, di rispettare i tempi di Abigail.
- Coraggio non manca molto agli spogliatoi. -
Corridoi secondari, zone d'ombra, bivi, non avevano più importanza. Ormai ci avevano scoperto. Non aveva più senso continuare con un basso profilo. L'unica cosa che contava adesso, era correre.
Dopo pochi secondi iniziammo a sentire passi molto veloci nelle vicinanze.
- Cazzo ci stanno raggiungendo. Tenete gli occhi aperti e state giù con la testa. I corridoi sono pieni di bivi, potrebbero sbucare da qualsiasi lato. -
Seguimmo il consiglio di Fisher senza batter ciglio.
- Quella è la porta degli spogliatoi, presto! -
Si trovava in fondo a lungo corridoio a una cinquantina di metri da noi. Sembravano pochi, almeno fino a quando non sentii un proiettile passarmi a pochi centimetri dal viso. Una delle guardie era a pochi passi dietro di noi che correva con la pistola puntata. Fisher si fermò di colpo, si voltò con uno scatto felino e, come una furia, si fiondò verso la guardia. Con un calcio ben assestato riuscì a disarmarla per poi stenderla con un pugno preciso e violento allo sterno. Tutti quegli anni di violenza gli avevano insegnato i punti deboli del corpo umano. Prima di tornare da noi rubò la pistola della guardia.
- Presto muoviamoci! - Disse.
Continuammo ad avanzare verso la porta degli spogliatoi. Sembrava sempre più vicina eppure così lontana.
Un altro sparo ci fece sobbalzare, ma ciò che più ci terrorizzò in quel momento, fu l'urlo di Fisher mentre cadeva a terra sanguinante.
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Psychologia
Horror#1 Thriller 18/03/2019 Jason Browner si risveglia, senza memoria, all'interno di un ospedale psichiatrico. Riuscirà, attraverso i ricordi, a capire chi è realmente e perché si trova lì? O sprofonderà in un incubo di follia?